Iride Enìa, la lite sui conti allontana la fusione

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Szerző: brunoa01
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secolo xix

Iride Enìa, la lite sui conti allontana la fusione

GENOVA. Politicamente ai ferri corti.Nonostante le dichiarazioni ufficiali siano all’insegna della distensione
e dell’ottimismo, i rapporti tra la ligurepiemontese Iride e l’emiliana Enìa sembrano essersi fatti irrimediabilmente
complicati.
Dopo che Iride è stata chiamata a restituire altri 93milioni di euro allo Stato per avere usufruito di agevolazioni fiscali giudicate illegittime dall’Ue, Enìa ha alzato la posta in gioco e l’operazione ha nuovamente
subito una brusca frenata, che questa volta rischia di essere definitiva.
Enìa punta il dito su Iride sostenendo che la sanzione riduca gli utili della società facendole quindi perdere
valore.Genovesi e torinesi replicano invitando Enìa a guardarsi il casa, e in particolare a valutare il valore
anch’esso ridottosi del pacchetto di azioni Delmi. Ieri Iride ha presentato una trimestrale gravata
dallasanzione, peraltro già pagata nonostante lasocietà abbia scelto di fare ricorso come le altre utility (A2A e
Acea) coinvolte dal contenzioso.
Afrontedi contipeggiorati, gli emiliani prendono tempo. Primo esempio: la clausola del 51% che i consigli
comunali di Genova e Torino hanno approvato a maggioranza, ancora non è stata ratificata dai consigli comunali
emiliani.
Secondo esempio: la riforma dei servizi pubblici varata dal
governo che stabilisce che i pacchetti azionari delle utility non potranno, dal 2012 in avanti, essere detenuti in
maggioranzadaentipubblici,nonèal
momento presa in considerazione
seria da alcuno.
La riforma dei servizi pubblici è in
realtà una bomba a orologeria che entrambe le promess espose rinunciano ad affrontare nella sua consistenza. Il
decreto 135/2009 sarà convertito in legge entro il 24 novembre: stabilisce che nelle società per azioni nate dalle
ex municipalizzate gli azionisti pubblici,
ovvero i Comuni,debbano scendere sottoil controlloentrola fine del 2012, pena lo scadere delle concessioni
e lamessa a gara dei servizi.
Nel consiglio di amministrazione di Iride il mal contento si è fatto palpabile e la distanza politica ha preso
corpo. Nessuno si sbilancia, ma l’atteggiamento
di Genova e Torino è di difesa strenua della società: «La questione degli aiuti di Stato era già stata prevista in fase di definizione del concambio.
si commenta nel cda Se Iride deve agli emiliani un cioccolatino in più darà ad Enìa il cioccolatino
in più. Ma non si strumentalizzi la questione per chiedere compensazioni perché non saranno concesse».
Quali compensanzioni? Rumors sostengono che gli emiliani stiano tentando di sfruttare la questione degli aiuti di Stato per otteneremaggiore potere di governance nella futura
società (Irenìa).Durante ilnegoziato tra le due multiutility, gli emiliani hanno dimostrato di saper condurre con maggior successo le trattative. Andrea Viero si è assicurato da futuro direttore di Irenìa deleghe più strategiche. A ricoprire i ruoli di presidente e amministratore delegato dovrebbero essere gli attuali presidente e ad di Iride Roberto Bazzano e Roberto Garbati.
Tutti i manager sembrano però non avere poltrone assicurate.
L’ultima a traballare pare essere quella di Viero, uomo di
Castagnetti in un’Emilia Romagna in cui la corrente bersaniana si è fatta più robusta negli ultimimesi.
GIL.F.
«Questionigiàpreviste nel
concambio, nondaremo
compensazioni
digovernance», si spiega
nel cda ligurepiemontese
Roberto Bazzano, presidente di Iride

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