Autore: Alessandra Cangemi Data: To: gas citta studi, gas-cenisio, Intergas, Comitato MC MC, comitato milanese acqua, listaredazione, Educazione Chico Oggetto: [Intergas] Fwd: [clnsm]
Inizio messaggio inoltrato:
> Da: "amalia.navoni" <amalia.navoni@???>
> Data: 07 novembre 2009 23:42:55 GMT+01:00
> A: "CLNSM FREQUENTANTI" <clnsm@???>, "lilliput milano"
> <nodo_milano@???>, "lilliput lombardia" <reg-
> lombardia@???>
> Oggetto: [clnsm]
>
>
>
> Il Forum dell’acqua
> si riunisce a Firenze
> Dopo l’approvazione dell’articolo 15 del decreto 135,
> la campagna per l’acqua bene comune sale di tono.
> Previste manifestazioni il 19 a Roma e in altre città,
> in vista della discussione alla camera, il 24 novembre.
> Enzo Mangini
> L'appuntamento è per le 11 nella sede dell'Rdb, a
> via Galliano 107. La riunione nazionale del Forum dei
> movimenti per l'acqua era già stata fissata, quando è
> arrivata la notizia, ieri mattina, dell'approvazione
> dell'articolo 15 del decreto 135/09, quello che nelle
> intenzioni del governo dovrebbe aprire le porte a una
> nuova ondata di privatizzazione dei servizi idrici,
> prologo di una più ampia privatizzazione di quello che
> resta dei servizi pubblici essenziali dopo l'ondata di
> liberalizzazioni degli anni novanta, del primo governo
> Berlusconi e del governo Prodi.
> All'ordine del giorno della riunione c'è come rilanciare
> la campagna a favore della gestione pubblica dell'acqua
> in Italia. Una campagna tanto più urgente dopo il
> voto del senato che, se fosse confermato dalla camera
> dei deputati, romperebbe la già esile diga che ha impedito
> finora che tutta l'acqua che i cittadini italiani
> usano diventasse patrimonio delle multinazionali del
> settore. Il decreto prevede che la gara d'appalto per
> l'affidamento ai privati del servizio pubblico sia obbiglatoria
> e non più facoltativa; che le spa a totale
> capitale pubblico non siano più ammissibili ma siano
> anzi sostituite al massimo da società miste pubblicoprivato,
> in cui però la partecipazione pubblica non
> può superare il 30 per cento. In sostanza, è esattamente
> la lista della spesa delle aziende del settore,
> tanto delle grandi multinazionali internazionali, arrivate
> in Italia sull'onda delle liberalizzazioni degli
> anni novanta, quanto delle «multiutilities» nostrane, le
> ex municipalizzate che in alcuni casi [Roma, Bologna,
> Milano, per esempio] sono diventate a loro volta
> multinazionali, e come tali si comportano quando
> «sbarcano» in altri continenti. La decisione del governo,
> però, si scontra con una mobilitazione molto forte.
> Sono decine gli enti locali che in questi anni hanno
> evitado, sfruttando le possibilità offerte dalla legge,
> che l'acqua rimanesse un bene pubblico solo sulla
> carta. Senza il controllo del servizio idrico, infatti,
> dichiarare che l'acqua sia un bene comune è solo
> un'operazione retorica che si ripete, beffa sommata al
> danno, anche nel testo del decreto del governo. Oltre
> agli enti locali, poi, la mobilitazione nei comitati locali
> per l'acqua ha coinvolto centinaia di migliaia di cittadini,
> quelli che hanno firmato una legge di iniziativa
> popolare da mesi arenata in parlamento.
> La campagna per bloccare il decreto salirà di tono
> nelle prossime settimane, fino al 24 novembre, quando
> è prevista la discussione alla camera dei deputati, per
> cu sarà indetta una massiccia manifestazione sotto
> Montecitorio ed in contemporanea in molte città italiane.
> E intanto, lunedì 9 novembre, c'è la conferenza
> stampa congiunta tra il Forum dei movimenti per
> l'acqua e la Regione puglia [alle 12.00 presso la sede
> romana della Regione Puglia, in via Barberini 36] che il
> 20 ottobre ha deciso di riportare la gestione dell'Acquedotto
> pugliese, uno dei più grandi d'Europa, interamente
> sotto controllo pubblico attraverso una cosiddetta
> in house, chiudendo la società per azioni che
> finora ha gestito l'Aqp.
> Il principio dell'acqua bene comune, in questo caso, ha
> trovato un'applicazione concreta che ora mette la
> Regione Puglia in rotta di collisione con il governo.
> Anche per il metodo. Perché il percorso per tornare
> alla gestione pubblica dell'Acquedotto pugliese sarà
> studiato da un gruppo di lavoro congiunto composto
> dalla Regione Puglia e dai rappresentanti del Comitato
> pugliese Acqua bene comune con il Forum Italiano dei
> movimenti per l'acqua. Entro il 31 dicembre, il gruppo
> di lavoro produrrà una proposta da sottoporre alla
> giunta regionale per trasformare la delibera del 20
> ottobre in un provvedimento legislativo regionale.
> E allora si aprirà il conflitto: chi decide sull'acqua? Il
> governo «federalista» che consegna tutto alle multinazionali
> o i cittadini e le istituzioni locali?
> Carta Quotidiano venerdì 6 novembre 2009 ore 17 Pagina 5
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