[NuovoLab] legambiente genova: scontro su via shelley

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Autor: ANDREA AGOSTINI
Data:  
A: forumgenova
Assumpte: [NuovoLab] legambiente genova: scontro su via shelley
dal Secolo xix di venerdi 6 novembre

Scontro su via Shelley

il progetto
Raccolta di firme degli abitanti di Apparizione per la realizzazione della
strada di collegamento con corso Europa

«speculazioni del partito del cemento»
ecologisti

«È EVIDENTE che è un'operazione speculativa portata avanti da quel partito
del cemento, composto da cooperative bianche, rosse e alcune frange del
Partito democratico». Va giù duro Andrea Agostini, del circolo Nuovo
Ecologia di Legambiente, sul caso di via Shelley.
Le sue idee sono chiare e coincidono con le posizioni del Comitato che è
contro l'ipotesi di costruire le palazzine e una strada parallela a via
Shelley. «Noi capiamo le ragioni degli abitanti del quartiere Apparizione
- continua Agostini - Quello che vorrei fosse chiaro è che i politici e le
cooperative stanno usando come pretesto la loro giusta esigenza. Perchéè
vero che hanno bisogno di un'altra via di accesso alla città. Ma chi usa
questa motivazione, lo fa semplicemente per sostenere una speculazione».
Agostini, sul web, ha pubblicato anche un testo dove espone una proposta
alternativa: «La questione della strada va avanti da 20 anni ed è
estenuante. Noi e i cittadini di via Shelley siamo favorevoli a un altro
tipo di progetto. Invece di una strada parallela si potrebbe fare un
prolungamento della parte alta di via Shelley». Un'ipotesi che secondo i
calcoli dei tecnici degli ambientalisti avrebbe costi ridotti: «Circa 7
milioni di euro, molto meno di quello che è il costo dell'attuale
progetto».
Ci sarebbe, sempre secondo Agostini, un vantaggio anche dal punto di vista
della mobilità: «Con il semplice prolungamento si arriverebbe a Quarto
Alto, e da lì si potrebbe facilmente scendere al cavalcavia di Quarto che
è in corso Europa, in un punto da cui si raggiungono diversi punti della
città».
Secondo gli ecologisti il problema è prima di tutto culturale: «In tutta
Europa, le pianificazioni urbanistiche sono ormai contro il consumo del
suolo, e non si può costruire nelle aree verdi ma solo dove c'è già il
costruito». Cosa che non avviene ancora in Italia, dove il cosiddetto
"consumo zero" si scontra con i tanti interessi edilizi. «A Genova, in
più, c'è un problema politico- aggiunge Agostini - Perché si sta
consumando uno scontro tra il sindaco e alcune frange del suo stesso
partito. A gennaio il Comune ha stabilito le linee verdi, oltre le quali
non si può costruire. E via Shelley, appunto, si trova fuori da quelle
linee: quindi è una zona dove non si può edificare. La Vincenzi è
favorevole alla "variantona" come lo siamo noi: per impedire qualsiasi
intervento nelle aree collinari di via Shelley. Ora, secondo le ultime
dichiarazioni, con il nuovo emendamento il Pd, invece, andrebbe contro la
decisione votata meno di un anno fa».
I. LoM.


Russo: «ho dato le dimissioni perché non mi hanno permesso di lavorare»
l'ex commissario ad acta per la realizzazione del collegamento

«AD OLTRE dieci anni dalla nomina a commissario ad acta lo scrivente non
può ulteriormente procrastinare l'adempimento assegnato dal Consiglio di
Stato né continuare a disattendere le aspettative dei cittadini
interessati alla nuova viabilità in presenza, peraltro, di una situazione
di rischio idraulico riscontrato nel corso delle indagini».
È questa la premessa della lettera - del 18 giugno 2009 - con cui Tullio
Russo, ex provveditore alle Opere pubbliche, presidente di Sviluppo Genova
e commissario ad acta per la realizzazione del by pass via Monaco
Simone-corso Europa dal 1997 sino al 17 settembre scorso, lancia un vero e
proprio ultimatum al Comune.
Russo, nella missiva di inizio estate, chiede a Palazzo Tursi «in maniera
tassativa» di portare a termine entro il 30 luglio una serie di
adempimenti finalizzati alla costruzione della strada. Il primo:
«Completare le stime delle aree soggette ad esproprio ed emettere i
decreti di esproprio». Sono passati, da allora, quasi cinque mesi e il
Comune ha solo individuato i proprietari dei terreni da espropriare.
Disattesi anche tutti gli altri diktat elencati da Russo: «Indire la
conferenza deliberante entro agosto, predisporre il bando di gara,
reperire il finanziamento di 7 milioni di euro ad oggi stimato».
In realtà, il progetto è ancora lontano dall'approvazione definitiva
avendo scatenato, intanto, una bufera politica in seno al consiglio
comunale. Comunque sia, Russo, nella lettera del 18 giugno, era stato
chiaro: «Senza questi adempimenti - concludeva l'ex provveditore alle
Opere pubbliche - dovrò comunicare al Consiglio di Stato (l'organo che
nomina il commissario ad acta, ndr) l'impossibilità ad adempiere al mio
mandato». Ovvero, dimissioni. Che, di fronte al silenzio
dell'amministrazione comunale, sono arrivate. Il 17 settembre, in una
seconda missiva indirizzata alla quinta sezione del Consiglio di Stato e,
per conoscenza, al sindaco Marta Vincenzi e a una serie di assessori e
tecnici di Tursi, Russo comunica di rinunciare all'incarico, «con
decorrenza immediata». Non è noto se le dimissioni di Russo siano state
accolte. In tal caso, però, il Consiglio di Stato dovrebbe nominare un
nuovo commissario ad acta, il terzo della serie. A meno che il Comune, nel
frattempo, non riesca ad uscire dall'impasse avviando la costruzione della
strada, con o senza i nuovi palazzi.
V. G.