genova repubblica
E la Lega si allarga
Nuovi progetti per il quartiere discussi in un´assemblea con Don Gallo e l´assessore Margini
Una nuova strada e un centro servizi il Lagaccio cambia aspettando la Moschea
Pronti a partire con i lavori, il demanio deve concedere l´allargamento della sede stradale
C´è in ballo una trasformazione che avrà un enorme impatto sulle alture della città
DONATELLA ALFONSO
«CHE il Demanio non faccia il demonio... due metri in più non sono certo un problema!». Sorride sornione, don Gallo sotto la lobbia nera. E sullo sfondo del Genoa Club Lagaccio, dove si sospende la partita di biliardo ed entrano le signore con la borsa della spesa, invita: «Se Margini dice che ci darà una mano, fidiamoci, fidatevi. Lui dice che andrà a Roma a dire a quelli del Demanio che concedano anche quei due metri in più, per fare la strada? Io gli dico: avvertili che da lì deve passare anche don Gallo». Mario Margini, assessore ai Lavori pubblici, annuisce: «Se vi dico che questa cosa la facciamo insieme, è perché sarà così. Noi siamo pronti a far partire l´appalto per i lavori della strada, ma la rinviamo di un mese perché ci sia la sicurezza di quei due metri in più. E soprattutto, vorrei che voi e noi, tutti insieme, ci mettessimo a lavorare per decidere cosa vogliamo farne, di quest´area della caserma Gavoglio. Senza illusioni: perché non è nostra, e perché i costi potrebbero imporci anche di far realizzare delle case. Ma il resto no, il resto lo decidiamo noi. Anzi, ditecelo voi e poi lo confronteremo; noi vogliamo che ci sia un centro di servizi al quartiere, non accettiamo speculazioni. Però discutiamo e troviamo soluzioni, rimanendo realisti».
Sorridono donne e uomini del comitato "Progettare la città - la valle del Lagaccio" che davanti all´ex caserma hanno portato disegni e progetti, e anche l´intenzione di lavorare tutti insieme, come stanno già facendo sulla vivibilità del quartiere, aggregando realtà diverse: dalla Fratellanza Artigiana al centro sociale Terra di Nessuno. «Pensare in anticipo, e trovare le soluzioni. Vogliamo lavorare così, se il Comune è d´accordo non possiamo che essere contenti» chiarisce Paola Spagnolli. Don Gallo annuisce soddisfatto. Reduce da una serata teatrale a Milano dove ha raccontato il suo Angelicamente anarchico («Ma guarda te, alla mia età...»), il prete di strada sale in cima a via del Lagaccio, per occuparsi proprio di una strada. Che non porta in paradiso ma, più prosaicamente, come vorrebbero i residenti, sarebbe il collegamento reale con via Napoli e via Bari, e non il budello attuale regolato da un semaforo, addossato al muraglione della ex caserma, ai confini di quello che per decenni fu il lago maledetto prosciugato quarant´anni fa. Uno spazio immenso, 30 mila metri quadri; Carlo Besana, anima del consorzio Pianacci al Cep, rimarca che la trasformazione di quella zona avrà per Genova lo stesso valore di quanto è stato per il Porto Antico o la Fascia di Rispetto; portando una vita migliore su per le colline troppo spesso dimenticate.
Anche perché sono in tanti a segnalare che del Lagaccio si è parlato solo per la moschea; che peraltro sarebbe lassù in alto, oltre il ponte Don Acciai, ma che se e quando sarà realizzata porterà altro traffico, una delle tante ragioni per avere due metri in più per la strada. Poca roba, ma quanto poco ci vuole per vivere meglio.
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