[Forumlucca] graduatoria unica per i precari

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Szerző: blanca
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http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_20/precari_scuola_graduatoria_2e47147e-bd82-11de-a737-00144f02aabc.shtml

LA riforma dal 2011. in aula la maggioranza si salva per un soffio, ma
è bagarre

Scuola, graduatoria unica per i precari
E alla Camera scoppia lo scontro

Gli insegnanti potranno scegliere un'altra provincia oltre alla
propria (non più tre) ed essere inseriti "a pettine"


Il ministro Gelmini (Inside)ROMA - Una graduatoria unica a partire dal
2011: è questo la novità principale che dovrebbe essere inserita nel
decreto legge sui precari nella scuola, all'esame dell'Aula della
Camera, attraverso un emendamento a firma della commissione. Nel testo
che è stato presentato si legge: «Il decreto con il quale il ministro
dell'Istruzione dell'università e della ricerca dispone l'integrazione
e l'aggiornamento delle predette graduatorie per il biennio 2011-2012
e 2012-2013» è improntato «al principio del riconoscimento del diritto
di ciascun candidato al trasferimento dalla provincia prescelta in
occasione dell'integrazione e dell'aggiornamento per il biennio
scolastico 2007-2008 e 2008-2009 ad un'altra provincia di sua scelta
con il riconoscimento del punteggio e della conseguente posizione di
graduatoria». Il che dovrebbe portare dal 2011 alla riduzione a due
del numero di province per le quali si può esercitare l'opzione da
parte degli insegnanti, nonché introdurre l'inserimento nelle
graduatorie secondo la modalità cosiddetta 'a pettine' e dunque
introdurre una sorta di graduatoria unica. Per la graduatoria attuale,
resta quanto previsto dall'emendamento della relatrice Paola Pelino
che ha confermato la possibilità di scelta in altre tre province, ma
in coda alla graduatoria.

ALTA TENSIONE - Ma proprio durante l'esame del decreto legge sui
precari della scuola il clima si fa rovente alla Camera. L'Aula
respinge, secondo il parere del governo, un emendamento con 269 sì e
271 no e due astenuti. Il risultato della votazione favorevole alla
maggioranza arrivato sul filo di lana malgrado la presenza in aula di
cinque ministri e altrettanti sottosegretari - è l'accusa della
opposizione - è stato determinato dal voto di Carolina Lussana,
entrata nell'Emiciclo a votazione aperta e che è stata attesa prima
che venisse chiusa. «Lei ha fatto una cosa scorretta - ha urlato il
capogruppo del Pd Antonello Soro al vicepresidente Maurizio Lupi -
violando la volontà del Parlamento». Ma Lupi ha replicato: «Ho
rispettato il regolamento». Il clima si è fatto rovente dopo che, con
la maggioranza battuta per dieci voti sulla richiesta di sospensione
dei lavori, si doveva passare a votare il primo emendamento del
decreto. Lupi ha dato la parola a Massimiliano Fedriga della Lega
sull'ordine dei lavori, ma Soro si è precipitato al banco della
presidenza urlando: «Non può parlare, c'è la votazione». Massimo
Polledri (Lega) ha scavalcato il suo banco per buttarsi su Soro, ed è
stato bloccato dai commessi. Lupi ha concesso la parola brevemente,
sempre sull'ordine dei lavori, a Giuliano Cazzola e poi ha aperto la
votazione.

LA NORMA IN QUESTIONE - Il comma 1, che l'opposizione voleva abrogare,
prevede che i precari non possano utilizzare i loro contratti a tempo
determinato per maturare anzianità ai fini contributivi e impone che i
rapporti di lavoro a tempo determinato non possono trasformarsi in
rapporti a tempo indeterminato.

GELMINI - «Auspico che il Parlamento adotti le soluzioni migliori per
rispondere all'emergenza ma non manchi la visione di medio periodo» ha
dichiarato il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini. «Dobbiamo
- ha spiegato la Gelmini - andare oltre l'emergenza e fare riforme che
non sono più rinviabili. I giovani non vanno più illusi ma devono
essere messi nelle condizioni di programmare serenamente il loro
futuro». Il ministro ha esordito in aula spiegando che «il precariato
nella scuola ha origini lontane, è il frutto di svariati interventi
legislature che invece di alleviarlo lo hanno solo incrementato. Per
troppo tempo la scuola è stata vista come un ammortizzatore sociale, e
l'aumento degli insegnanti è stato scambiato con un aumento di
qualità, secondo uno schema che è chiaramente fallito allargando a
dismisura la platea degli aspiranti alla stabilizzazione ed il
precariato». Insomma, «una situazione desolante e senza controllo,
senza visione di insieme e inutile a fermare la crescita di nuovo
precariato». Per questo, secondo la Gelmini «bloccare il ciclo delle
Siss è stato un atto di onestà intellettuale: abbiamo 270mila precari
nelle graduatorie permanenti e 300mila in quelle di istituto. Numeri
drammatici rispetto ai quali è necessario cambiare pagina». Da qui la
necessità, con questo decreto legge di cui il governo chiede la
conversione, di «bloccare l'insorgenza di nuovo precariato dotando gli
insegnanti italiani della carriera con avanzamenti legati al merito».

IL PD - «Il governo e la maggioranza, con la complicità del
vicepresidente Lupi, hanno scippato il futuro ai precari della scuola»
attacca la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera,
Manuela Ghizzoni. «Il presidente Lupi perdendo tempo e infrangendo il
regolamento - aggiunge - ha permesso ad una maggioranza,
vergognosamente latitante in Parlamento, di bocciare il nostro
emendamento che stabilizzava i precari della scuola e permetteva la
regolarizzazione anche per chi finora era stato assunto con contratti
a tempo determinato». «È veramente una brutta giornata per la scuola e
per il rispetto delle più basilari regole democratiche. Le
dichiarazioni del presidente del Consiglio a favore del posto fisso -
conclude Ghizzoni - completano la colossale presa in giro nei
confronti di tutti i precari».

L'IDV - Sulla scuola, afferma Massimo Donadi, capogruppo Idv alla
Camera, «Il governo predica bene e razzola male. A parole Berlusconi e
Tremonti difendono il posto fisso, nei fatti mandano a casa
centocinquantamila precari della scuola. Una bella discrepanza tra
pensiero e azione. L'ulteriore dimostrazione che questo centrodestra è
capace solo di vendere fumo agli italiani e di danneggiare i
lavoratori».


20 ottobre 2009