[Forumlucca] MOBILITAZIONE DI CITTADINI, SINDACI E AMMINISTR…

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Szerző: Alessio Ciacci
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Tárgy: [Forumlucca] MOBILITAZIONE DI CITTADINI, SINDACI E AMMINISTRATORI.
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*MOBILITAZIONE DI CITTADINI, SINDACI E AMMINISTRATORI. *
*GLI ENTI LOCALI IN GINOCCHIO, IL GOVERNO ALLA FINESTRA. *

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*TESTO APPELLO*
*
*

PARTECIPAZIONE, SVILUPPO LOCALE, ECONOMIE SOLIDALI

*LE PROPOSTE DEI MUNICIPI PER USCIRE DALLA CRISI*
La situazione presente del Paese, precipitato in una crisi economica,
sociale e culturale drammatica per cui non si vede alcuna via di uscita, è
giunta ormai ai limiti della tollerabilità . Tante le ferite, la più grave
il numero dei disoccupati che continua a crescere - da noi più che altrove -
con un andamento vertiginoso, alimentato ogni giorno da nuovi operai,
precari, insegnanti che affollano gli uffici sociali dei Comuni portandoli
sull’orlo del collasso.

La capacità degli Enti locali di gestire in modo efficiente le problematiche
enormi che questa emergenza apre, con i Bilanci di tutte le Pubbliche
Amministrazioni ridotti all’osso da anni di politiche miopi e fallimentari,
è oggi seriamente compromessa. Nel futuro, come in passato, nessuna
iniziativa concreta per sostenere gli investimenti dei Comuni in settori
strategici come scuole e trasporto locale, nessuna risposta per
l'allentamento dei tremendi vincoli del Patto di stabilità, nessuna
disponibilità a cooperare nella lotta all'evasione fiscale, nessun supporto
ai servizi sociali, per i giovani, gli anziani e le famiglie; e questo
mentre si regalano centinaia di milioni di euro a Comuni, privilegiati per
pure ragioni ideologiche, che rischiavano la bancarotta per mala-gestione e
sprechi di denaro pubblico semplicemente scandalosi. Altro che meritocrazia
e federalismo, qui il metodo è sempre lo stesso: si punisce chi ha
rispettato la legge anche a prezzo di sacrifici e si premia chi, con l’uso
sistematico dello sperpero e di ogni sorta di favoritismo, ha contribuito a
creare clientele per il voto di scambio; il vero fine ultimo, per questa
disgraziata classe dirigente, del governo della cosa pubblica.

Nemmeno i modesti impegni assunti, del resto, sono stati rispettati: le
promesse fatte a suo tempo sul recupero dell'ICI stanno diventando incubi,
con i milioni di euro che il Governo si era impegnato a provvedere e che,
invece, non arriveranno mai; e questa è la mossa finale nella manovra che
obbliga gli Enti locali a consentire alla privatizzazione dei servizi
essenziali, la quale finirà di vuotare le tasche dei cittadini, con aumenti
incontrollabili delle tariffe, e riempirà quelle dei soliti noti regalando
loro la gestione di pezzi non rimpiazzabili del patrimonio locale, a partire
dai beni comuni. Per non parlare poi dell’incredibile situazione della
scuola pubblica, su cui ci è toccato sentire in questi anni tutto e il
contrario di tutto, e che rappresenta l’ultimo capitolo di un tragico
impoverimento dello spazio pubblico in generale, prima di tutto a livello
locale: i tagli al personale rischiano infatti di pesare direttamente
proprio sui bilanci comunali, dal momento che molti amministratori, per
rispondere alle esigenze delle famiglie obbligate a orari di lavoro
prolungati, si vedono già costretti a potenziare i servizi di sostegno come
pre- e post-accoglienza, mense scolastiche e trasporto) per scongiurare
l’aggravarsi di una situazione sociale decisamente esplosiva.

Il collante di tutta questa drammatica situazione non è altro, infine, che
la paura. La paura, in superficie esorcizzata, ma regolarmente e
scientemente alimentata a tutti i livelli di potere: i vari “pacchetti
sicurezza”, che pretendono di aver “fortificato” le nostre città inducendole
a rinunciare per sempre a forme autentiche di inclusione e politiche di
accoglienza, finiscono in realtà per mostrare solo il ridicolo lato duro,
razzista e pericolosamente esclusivo della crisi, che qui si trasforma in
crisi di identità per una società formata all’insegna della convivialità e
della tolleranza che, d’improvviso, proprio nel suo confronto con il diverso
(sia esso povero o migrante, omosessuale o in qualunque modo “altro”) stenta
a riconoscere se stessa.

Una risposta seria richiede di necessità un taglio netto rispetto a tutto il
modo fasullo e pretenzioso, fino ad ora imperante, di intendere e praticare
la politica, di governare l’economia, di interagire con la società e di
ascoltare e promuovere la cultura. E richiede di essere articolata
contemporaneamente su due piani: uno, più generale, riguardante la messa in
questione dei presunti imperativi dello “sviluppo”, che di imperativo hanno
solo l’esser propagandati da un potere intransigente e ottuso che non
ammette obiezioni salvo querela; l’altro, quello delle misure concrete a
breve, medio e lungo termine per il risanamento - non semplicemente
finanziario del Paese:

- promuovere adeguate politiche del lavoro adeguate e mirate, e allargare lo
spettro di applicazione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori,
da quelli delle piccole e medie imprese ai co.co.pro e agli interinali;

- promuovere, in sostituzione di quello retorico e inservibile delle "grandi
opere", un piano nazionale di “piccole opere” ambientali e sociali,
attraverso una serie di interventi legati ai lavori pubblici nel campo
energetico, della mobilità, del riassetto del territorio;

- promuovere un rilancio ed un allargamento significativo delle politiche di
welfare;

- sostenere il sistema delle imprese attraverso politiche di incentivazione
nel campo dell'innovazione e della ricerca, nonché di sostegno all'accesso
al credito;

- arginare il crescente impoverimento del Paese e rilanciare la domanda
interna sostenendo in modo concreto (e non con improponibili discriminazioni
salariali) il potere d'acquisto dei lavoratori, delle famiglie e dei
disoccupati.

Proposte queste, emerse dal lavoro comune nel recente Forum promosso a
Cernobbio da "Sbilanciamoci!", che sole ci sembrano poter imprimere una
spinta nella giusta direzione per far veramente ripartire il Paese: un Paese
che, con i suoi governanti troppo presi da beghe personali per potersene
occupare seriamente, appare sempre più in ginocchio; ma che, secondo noi, ha
proprio nei Municipi, nelle comunità locali e nei loro rappresentanti, la
forza e la volontà necessarie a rialzarsi.
prime adesioni:

Luigi Merli - Sindaco di Grottammare/ Presidente della Rete del Nuovo
Municipio
Luca Fioretti - Presidente Rete dei Comuni Virtuosi/ Sindaco di
Domenico Finiguerra - Sindaco di Cassinetta di Lugagnano/ Campagna Stop al
Consumo di territorio
Marco Boschini - Coordinatore Rete dei Comuni Virtuosi/ Assessore al Comune
di Colorn
Maria Teresa Silvestrini, Consigliera Comunale al Comune diTorino.
Anna Paola Peratoner - Consigliere Comunale Comune di Udine
Mario Agostinelli - Consigliere Regionale della Lombardia/ UnaltraLombardia
Chiara Lesmo - Assessore ai Servizi Sociali Comune di Novate Milanese
Simone Ferretti - Assessore Comune di Grosseto
Alessio Ciacci - Assssore Ambiente Comune di Capannori
Ciro Pesacane - Presidente Forum Ambientalista
Cristian Pardossi Assessore all'Urbanistica del Comune di Castelfranco di
Sotto (Pisa)
Roberto Imperiali - Presidente di Associazione AmbienteScienze
Michele Bianchi - Assessore Comune di Rosignano
Giorgio Ferraresi - Polimi/ esecutivo ARNM
Roberto Brambilla - Per il Bene Comune nazionale
Mauro Sonzini - Servizi e progetti specializzati in turismo, sport e
cultura Coazze (TO)
Salvatore Amura - Assessore al Bilancio e Finanze Comune di Canegrate

per adesioni scrivere a
segreteriarnm@???
comunicazione@???