[NuovoLab] da legambiente variantona al puc il dibattito e i…

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Autor: ANDREA AGOSTINI
Data:  
A: forumgenova
Assumpte: [NuovoLab] da legambiente variantona al puc il dibattito e i progetti in itinere
metto in rete una serie di articoli sull'argomento variantona e sui progetti esclusi dalla variantona e in itinere.
Chi volesse collaborare con noi di legambiente me lo faccia sapere.

andrea agostini

dal CORRIERE MERCANTILE
Data      08-10-2009


URBANISTICA

Attacco del presidente della Consulta per l'edilizia alla giunta comunale sullo strumento di salvaguardia
, scontro
fra Tursi e costruttori
Viziano: «E' uno strumento sbagliato, che blocca lo sviluppo di Genova»
«Lui rappresenta interessi legittimi di parte. La città non si ferma»
Vincenzi:

E' scontro fra costruttori e amministrazione comunale sulla variante urbanistica di salvaguardia, la cosiddetta "variantona" che punta a frenare l'espansione del cemento sulle colline, nelle aree ancora libere del levante cittadino e a Sant'Ilario, in attesa che sia approvato il nuovo Piano urbanistico comunale (Puc). Lo scontro, annunciato, è andato in scena ieri nella sala rossa di Tursi, durante le audizioni nella commissione consiliare Urbanistica, dove Davide Viziano, presidente della Consulta per l'edilizia e vicepresidente di Assedil, ha criticato pesantemente la variante. La sua, però, è stata anche, fra quelle ascoltate ieri, l'unica voce di dissenso, benché espressa a nome della Consulta «che - ha spiegato Viziano -riunisce ordini professionali e associazioni di categoria: tutto il mondo che si occupa dell'edilizia». Il Presidente dell'ordine degli Architetti, infatti - ordine che pure fa parte della Consulta - ha sollevato alcuni aspetti problematici senza mettere, però, in discussione la variante, mentre comitati di cittadini e associazioni ambientaliste hanno dato un giudizio favorevole. Viziano ha ricordato che la Consulta aveva già inviato a luglio una lettera «ancora senza risposta» per manifestare le proprie preoccupazioni sulla variante. «Su una cosa così importante si sarebbe dovuto consultare la città, cosa che non è avvenuta - ha attaccato - Questa variante è sbagliata, è un'esercitazione di urbanistica, non uno strumento di pianificazione, perché non ha elementi fondativi alle
spalle. Gli aspetti negativi di questo strumento, che farebbero scattare salvaguardie indiscriminate, non farebbero bene all'economia, specialmente in un momento di crisi come questo». L'invito alla Sindaco, quindi, «è che questa delibera sia ripensata dopo un confronto con la città. Non si può calare dall'alto una linea tracciata con un pennarello (allusione alla linea verde che segna il confine fra città costruita e non-ndr), non è il momento giusto, a meno che l'obiettivo non sia quello di ridurre la città a poche migliaia di abitanti». Parole pesanti, alle quali Marta Vincenzi non ha potuto replicato in aula, ma a commissione conclusa, con lo stesso Viziano e con i giornalisti. «Viziano può dire di rappresentare interessi, legittimi, di una parte, ma non può dire di rappresentare un'idea di città, né che noi vogliamo bloccare tutto, perché non è vero - ha ribattuto - Io a luglio non avevo preso in considerazione la lettera della Consulta per l'edilizia, perché proprio negli stessi giorni noi avevamo firmato con Assedil, di cui Viziano è vicepresidente, e con l'Associazione industriali, un protocollo per lo snellimento delle procedure edilizie, che ha già portato a risultati positivi. Quanto al fatto che dovrei consultare i costruttori prima di decidere, è un metodo che io rigetto con decisione». E ha risposto anche a Legambiente e al comitato di via Puggia che, citando il recente sì della giunta comunale al progetto del nuovo insediamento residenziale di via Puggia, avevano denunciato «la contraddizione» esistente fra la variante e decisioni come questa. «Il progetto di via Puggia è stato approvato perché è compatibile con il Puc vigente - ha affermato Finché la variante non entra in vigore, noi dobbiamo valutare ì progetti in corso sulla base del Puc attuale, perché vogliamo evitare ricorsi. Ce ne sono anche altri che andranno avanti. Una volta approvate la variante, si volterà pagina ma non si fermerà niente: si costruirà in modo diverso e dovremo discutere di qualità e di che cosa significa costruire sul costruito». Problema, questo, sollevato dal presidente dell'ordine degli Architetti, Giorgio Parodi, il quale, dopo aver detto che «noi aderiamo a questa iniziativa del Comune», ha chiesto di fare chia-rezza sui progetti presentati, ma non ancora approvati, per aree oltre la linea verde. «I progetti che sono compatibili andranno salvati» ha detto Parodi, osservando poi che per «intervenire in aree urbane, ci vuole il consenso dei cittadini e bisogna dare incentivi agli imprenditori per interventi di rinnovo edilizio, più costosi». Proposte accolte dalla -....- anche se il cammino della variante si prennuncia a ostacoli.
ANNAMARIA COLUCCIA


CORRIERE MERCANTILE
Quotidiano
Data      08-10-2009


STOP CEMENTO IN COLLINA E NEL VERDE DEL LEVANTE

AMBIENTALISTI

«Variante ok
La variante urbanistica intermedia, la cosiddetta "variantona", prevede, in attesa del nuovo Puc, lo stop a nuove costruzioni oltre la cosiddetta linea verde - che segna il confine fra il tessuto urbano compatto e quello dove, invece, il verde prevale sul costruito -, nelle aree ancora libere del levante cittadino, dalla Foce a Nervi, e sulla collina di Sant'Ilario, dove s'impedisce il cambio di destinazioni d'uso per magazzini, fienili, rimesse e affini. L'obiettivo è, invece, quello di puntare al rinnovamento del patrimonio edilizio, esistente, favorendo il costruire sul costruito. Se il consiglio comunale approverà la variante fra ottobre e novembre, ci vorrà comunque ancora qualche mese perché diventi efficace
ma la giunta
è contraddittoria» Non è la variante che avrebbero scritto loro, ma è comunque un passo avanti positivo per le associazioni ambientaliste, lo strumento urbanistico di salvaguardia approvato dalla giunta comunale. Anche se chiedono più coraggio e più coerenza all'amministrazione. «Noi avremmo preferito che fossero "congelate" le nuove costruzioni su tutte le aree libere e liberabili fino all'approvazione del nuovo Piano urbanistico comunale, per poter decidere l'intero disegno di città» ha spiegato ieri Giovanni Spalla, di Legambiente, durante l'audizione davanti alla commissione di Tursi. E poi, «perché - ha chiesto - l'ambito speciale previsto per Sant'Ilario non è stato esteso applicato anche ad altre zone della città, come quella dell'acquedotto storico?». Spalla ha chiesto infine «coerenza fra la variante di salvaguardia e altre decisioni di giunta: l'approvazione del progetto di via Puggia, per esempio, non è coerente». Un'estensione a tutta la città della variante d'ambito voluta per Sant'Ilario è stata chiesta anche da Andrea Bignone, di Italia Nostra, il quale si è anche soffermato sull'importanza dell'applicazione delle norme, per tradurre in atti gli indirizzi della variante.
Tutti d'accordo sulla variante urbanistica di salvaguardia, ma se i cittadini del comitato spontaneo di via Piombelli, in Valpolcevera, possono dirsi soddisfatti, per ora, per le scelte della giunta comunale che li riguardano, quelli di via Puggia, ad Albaro, non possono che esprimere la loro delusione. I rappresentanti di entrambi i comitati, protagonisti di lunghe battaglie contro altrettanti progetti edilizi, sono stati ascoltati ieri a Tursi. Quelli di via Piombelli si sono detti soddisfatti per il "no" della giunta al progetto di un nuovo insediamento residenziale e, soprattutto, per aver inserito quell'area fra quelle da salvaguardare, augurandosi che, strada facendo, la variante non sia modificata. «Esterrefatti» e delusi, invece, i cittadini di via Puggia, per il sì della giunta al progetto di tre nuovi edifici residenziali in quella strada. «Quel progetto collide con la variante» hanno protestato. Ma il via libera al progetto di via Puggia, contro il quale si erano già indignati gli ambientalisti, ieri ha suscitato anche le obiezioni di Alberto Gagliardi, del Pdl, mentre «non vorrei che ci fosse uno scambio fra gli interventi previsti in via Puggia e in via Shelley» ha osservato Antonio Bruno, capogruppo di Se-Re a Tursi.

CORRIERE MERCANTILE
Quotidiano
Data      09-10-2009


I progetti all'esame sono quelli che, con l'entrata in vigore della variante urbanistica di salvaguardia, sarebbero o potrebbero essere in contrasto con la linea verde oppure in aree ancora libere del levante

VERDE E CEMENTO
Le pratiche in corso, l'iter delle quali si dovrà chiudere prima dell'entrata in vigore dello strumento urbanistico di salvaguardia

Sei di questi interventi sono già stati "bocciati" da Tursi, altri sono in attesa di giudizio
Ventuno progetti in itinere, sei dei quali già bocciati dall'amministrazione comunale e altri ancora in attesa di giudizio. Sono i progetti di nuove costruzioni, quasi tutti per complessi residenziali più o meno grandi, presentati in Comune per aree che, con l'entrata in vigore della cosiddetta "variantona" di salvaguardia, non sarebbero (o potrebbero non essere) più edificabili con nuove costruzioni, perché in conflitto con la linea verde o perché in aree ancora libere del levante. Dei 21 progetti, 6 sono all'esame della conferenza dei servizi, mentre gli altri 15 sono progetti di edilizia privata. Si tratta comunque di pratiche per le quali l'amministrazione intende chiudere l'iter presto, prima che la variante entri in vigore (primavera 2010 se tutto va liscio) ma anche prima che sia votata dal consiglio comunale (fra ottobre e novembre). Ben sapendo che, comunque, il rischio di eventuali ricorsi da parte di chi si vedesse bocciato un progetto, non può mai essere del tutto scongiurato.
I sei progetti già bocciati, perché ritenuti incompatibili con le norme vigenti o per carenze progettuali, sono quelli di nuovi insediamenti residenziali in località Sciorba in Valbisagno, in via Somalia ad Albaro, in via Bettolo a Nervi, in via Piombelli a Rivarolo (qui il proponente sta cercando con il Comune un'alternativa), in via salita Sella di Bavari a San Desiderio e nell'area dell' Uliveto Murato a Quarto.
Hanno buone probabilità di essere approvati, invece, i progetti - 6 in tutto - di nuove case in via Scala a Quarto, in via Mogadiscio e in via Rio Torbido in Valbisagno, in salita superiore Acquamarsa (località Tagelli) e in via Massuccone Mazzini in Valpolcevera, in via alla
chiesa San Giorgio di Bavari a levante.
Esito quanto mai incerto, invece, per il progetto di nuovi appartamenti e box in viale Modugno a Pegli, osteggiato dai residenti, per le nuove residenze previste in via alla Stazione di San Quirico in Valpolcevera, per il complesso "Le Querce" in via Porcile a Morego, per l'insediamento che dovrebbe essere realizzato in via Struppa, a causa delle difficoltà del proponente di trasferire le superfici dall'area Wax e Vitale a Voltri. «Se quest'operazione non si concludesse ci dispiacerebbe perché significherebbe che non si può avviare il recupero dell'area Wax e Vitale» osserva Pierpaolo Tomiolo, direttore di Urban Lab. Approvazione in forse, per ora, anche per il progetto di un capannone industriale in via da Verazzano in Valbisagno, per nuove residenze e autorimessa in via Cianciullo in valle Sturla, per altre case in via San Quirico in Valpolcevera (si stanno valutando le ragioni d'interesse pubblico) e per i 6 edifici proposti per via dei Rebucchi in Valpolcevera. Qui l'eventuale via libera è legato alla possibilità di recuperare una quota di alloggi pubblici. In forse anche il destino del progetto di nuove case in salita superiore Acquamarsa (civico 22).
«In realtà, dopo aver approvato la variante, c'è stata un'accelerazione nell'esame delle pratiche - osserva Tomiolo - Paradossalmente noi stiamo dando un impulso all'attività edilizia: proprio il contrario di quanto sostiene l'ingegner Viziano, che ci accusa di voler bloccare la città. E questo impulso avrà come effetto anche un'accelerazione nell'incasso degli oneri di urbanizzazione da parte del Comune».
ANNAMARIA COLUCCIA