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non riconosca come sua la legge contro l’omofobia via PUTA. A QUEER
INVADER by Maurizio Cecconi on 03/10/09
Ieri la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha approvato il
testo base della legge contro l’omofobia, avente come relatrice
l’onorevole Anna Paola Concia. Il testo ha avuto il voto favorevole di
PD e PDL e Lega Nord e quello contrario dell’UDC e dell’IDV, per motivi
opposti. Per i centristi perché sono contrari a una legge contro
l’omofobia (sono gli stessi, ricordo, con cui il PD vorrebbe tessere
un’alleanza per il prossimo governo) e per l’IDV perché il testo
approvato è “inutile” in quanto, non prevedendo il reato di omofobia,
non avrà effetti sul piano pratico e giuridico. In più, il testo base
approvato cancella l’aggravante per le violenze compiute in base
all’identità di genere: espelle quindi dal provvedimento i/le trans. Le
possibilità di apportare emendamenti migliorativi e che questi siano
approvati sono estremamente basse. Anzi, è assai probabile che la legge
peggiori ulteriormente.
Questi i fatti nudi e crudi.

Il movimento lgbt da anni è impegnato a chiedere qualcos’altro in
merito alla lotta all’omofobia, ovvero l’estensione della legge
Mancino. Per chi non lo sapesse o non avesse chiari i termini della
vicenda, spiego qui brevemente perché preferiamo questa soluzione.

La legge Mancino è nata per punire i crimini a sfondo religioso, come
quelli contro gli ebrei, poi estesa ai crimini a sfondo razziale, come
quelli contro i migranti. Estendere la legge Mancino ai crimini d’odio
contro le persone omosessuali e transessuali significa dotare il
sistema giuridico italiano di un reato specifico, che punisca
severamente chi li commette.

Al contrario, la legge Concia contro l’omofobia non istituisce nessun
reato, prevedendo solo “un’aggravante”. Tradotto in parole semplici: se
sei incensurato e mi picchi in quanto frocio, non ti succederà nulla:
niente carcere. Se m’insulti, mi diffami pubblicamente in quanto
lesbica, non ti succederà alcunché, perché non è previsto che si
possano punire gli atti omofobi verbali (e così mettiamo al riparo la
Chiesa cattolica e le sue offese quotidiane verso gay e lesbiche e
trans da qualsiasi conseguenza. Ergo: insultateci pure, a noi ci piace
moltissimo).

Dopo l’approvazione, specialmente da parte dei gay e delle lesbiche
iscritti al PD – lo stesso partito della Concia – sono partite raffiche
di dichiarazioni, con l’intento evidente di creare un fragile muro di
consenso attorno alla legge che andrà il 12 ottobre in discussione alla
Camera.

Tutte opinioni rispettabilissime le loro. E anche volgari, sia chiaro.
Perché è volgare, per ragioni di partito, dimenticare che siamo prima
di tutto froci, lesbiche e trans. Perché è bieco mettere oggi in
discussione la richiesta del movimento di estensione della legge
Mancino, che sta alla base della manifestazione “Uguali” del 10 ottobre
prossimo a Roma. Significa delegittimare l’azione di tutto il movimento
e le sue rivendicazioni. Perché è puramente masochista dire oggi
“Grazie Concia” e con l’altra mano (quella libera dalle tessere di
partito) attaccare l’IDV, sostenendo che la loro battaglia a favore
delle NOSTRE richieste è massimalista.

Se è massimalismo chiedere l’estensione della legge Mancino, allora
tutto il movimento lgbt è massimalista nel rivendicare l’uguaglianza.
Se ne facciano prontamente una ragione o si limitino a parlare nei
forum alle feste dell’unità. Di sicuro non parlano a nome del movimento.

Arcigay, nello specifico, che è anche la mia associazione, ha scelto al
congresso di quasi tre anni fa di tenere separati i piani della
rivendicazione del movimento da quelli della mediazione parlamentare.
E’ bene che si continui su questa strada che, occorre esser sinceri
fino in fondo, abbiamo percorso contraddittoriamente, con la speranza
che prima o poi tutto cambiasse e noi si potesse tornare a ciucciare
l’ombelico dei DS/PD.

Il movimento lgbt non è isolato, come sento spesso ripetere (guarda
caso da chi lo vorrebbe maggiormente legato a questa o a quest’altra
forza politica). Siamo autonomi e indipendenti, ed esserlo sempre più è
la sola nostra forza e speranza, in questo paese scoppiettante.

Noi chiediamo l’uguaglianza come cittadini davanti alla legge e quindi
anche il matrimonio civile per le persone omosessuali. Cosa faremo
quando verrà presentata in Parlamento un’altra schifezza come i DiDoRe
o equivalenti? Diremo “Grazie Brunetta”?



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