Documento senza titolo
Associazione Ex Lavanderia
Per l'Uso Pubblico, Sociale e Culturale
Dell'Ex Manicomio di Roma S.Maria della Pietà
www.exlavanderia.it
ottobre 2004- ottobre 2009
5 anni di Resistenza
SABATO 10 OTTOBRE dalle 20
CONCERTO - cena Sociale
per pagare gli avvocati
ACUSTIMANTICO
ANDREA RIVERA
FRANCESCO DI GIACOMO
MINIMA ORCHESTRA
PAD 31
TETES DE BOIS
ingresso a sottoscrizione - minimo 5 euro
(unicamente per questa iniziativa)
In caso di pioggia il concerto si terrà al coperto
Comunicato Stampa:
Vertenza S.Maria della Pietà:
Montino e Nieri: "salvaguardare la Ex Lavanderia ".
L'Associazione Ex lavanderia: "Per la Regione assegnare il Padiglione 31 (e il 41) è possibile anche subito, basta averne la volontà"
Sabato 10 Ottobre
Concerto: Acustimantico, Andrea Rivera, Francesco Di Giacomo, Minima Orchestra, Pad 31, Tetes De Bois
15-31 ottobre
ARTE ed eventi:
Nigredo:
info:
Da novembre riparte il Laboratorio di Teatro curato dalla compagnia "La Fabbrica"
Stanno iniziando le prove dell'Orchestra Giovanile di M.Mario, diretta dal Maestro Alfredo Santoloci
Sabato 10 ottobre riparte il Laboratorio di Danze Popolari. Tutti i sabato alle 15
Dove siamo
Si è arrivati al 5° anno di resistenza della Ex Lavanderia nel Padiglione 31 dell'Ex Manicomio di Roma. Il 10 ottobre si terrà un concerto al fine di pagare gli avvocati per i due processi intentati dalla ASLRME (gestione Marrazzo) per "occupazione abusiva". Si esibiranno gratuitamente Acustimantico, Tetes de Bois, Francesco Di Giacomo, Andrea Rivera, la minima orchestra ed i Pad 31.
La Ex Lavanderia è uno spazio culturale strappato con le unghie mentre si consuma lo scempio di uno dei luoghi più significativi d'Italia (almeno per chi tiene coscienza): l'Ex Manicomio S. Maria della Pietà, il primo ed unico manicomio dimesso in una capitale al mondo.
Un luogo simbolo di orrore e sofferenza liberato da una battaglia civile durata decenni.
Passandosi il testimone, il fascista Storace ed il "democratico" Marrazzo hanno fatto dei 35 padiglioni dell'Ex Manicomio uno spezzatino di funzioni senza senso né memoria.
Uno spicchio di Università, un Municipio e, tutt'intorno, residenzialità legate a malattia e disagio cronico, RSA psichiatriche.
Fuori la cultura, la socialità, l'arte, ciò che, per naturale continuazione della rivoluzione basagliana, avrebbe dovuto riempire i padiglioni sostituendo il dolore e le grida che li avevano pervasi.
Con determinazione sono stati espulsi bisogni e proposte di un movimento associativo composito e progettuale: smantellati gli ostelli della gioventù, scacciati i progetti di integrazione sociale, distrutta la fruibilità di un parco tra i più importanti della città.
Soprattutto si è voluto spezzare un processo civile che voleva estirpare dal manicomio, in nome di Basaglia, ogni residuo di manicomialità, ogni allusione alla medicalizzazione della malattia e del disagio.
Che l'ex manicomio non dovesse diventare un ospedale sta in un modo di vedere la realtà, quello stesso che rabbrividirebbe nell'immaginare una caserma in via Tasso od un carcere ad Auswitz.
Così come coloro che avevano attraversato il cancello da dentro a fuori per ricostruire la dignità di persone e di cittadini non avrebbero mai dovuto, in nessuna forma, fare il percorso inverso.
Oggi, malati terminali, pazienti psichiatrici, tossicodipenti, disabili risiedono nei padiglioni del S.Maria della Pietà con una logica che ripropone né più né meno quella che fu. Concentrare il disagio per poterlo meglio separare dalla società dei "sani".
Anche se (per ora) non vi sono le sbarre, gli elettroshock e le suore guardiane, il significato è lo stesso.
Chi si è fatto portatore di tali scelte ha aperto una strada molto pericolosa. Quando il centrodestra vorrà mettere mano alla Legge 180, già erosa nel suo valore dalla mancanza di risorse e dal trasferimento di funzioni e servizi dal pubblico al privato, troverà già pronte le strutture per il "nuovo manicomio" proprio lì, in quello che fu l'ospedale psichiatrico di Roma.
Anche in questa prospettiva un centro culturale che promuove libera e pubblica cultura al centro esatto dell'(Ex) Manicomio di Roma è prezioso.
Non si tratta solo di aver salvaguardato uno spazio al suo uso legittimo con un atto che qualcuno definisce "illegale".
Non è solo per le mostre d'arte, la promozione del consumo critico e della mobilità ciclo-sostenibile, i concerti, le compagnie teatrali che possono provare. Non è solo per la difesa del parco, per essere rimasti tra i pochi a voler ricordare e celebrare la Legge Basaglia. Non è solo per la voglia di ricostruire tessuto civile e sociale con la Rete di Mutuo Soccorso e con la Carovana città Bene Comune.
E' la volontà caparbia e irriducibile di non rimuovere la verità, di non consentire la ricostruzione strumentale e falsificante della memoria della città.
Che non si rimuova dalle coscienze la devastazione promossa dal PRG, il dominio incontrastato delle imprese edilizie a suon di finanziamenti ai partiti (senza eccezioni), la truffa partecipativa che ha ingabbiato movimenti e resistenze nel vicolo cieco di fiducie mal riposte, impegni disattesi e regole violate.
E' questa capacità di disvelare, d rendere trasparente ed esplicita ogni dinamica ad essere contemporaneamente la forza della Ex lavanderia ma anche la ragione dell'accanimento bipartisan contro di essa.
Oggi la Regione Lazio potrebbe legalizzare la presenza dell'associazione Ex Lavanderia nel Padiglione 31. Ne avrebbe tutte le condizioni formali. Invece, mentre continua ad affermare principi di salvaguardia e sostegno sulla carta, rinuncia a prendersi responsabilità concrete e scarica alla "sua" ASL il lavoro sporco di boicottaggi e procedimenti giudiziari.
Il tentativo è ancora quello di isolare per poter "comprare il silenzio" e di utilizzare come merce di scambio la falsa cartamoneta di dichiarazioni compiacenti e ipotetici tavoli partecipativi. Intanto si spendono soldi pubblici per assoldare prestigiosi studi legali e si costringe un'associazione di volontari e priva di finanziamenti a migliaia di euro di spese per potersi difendere.
L'assegnazione del Padiglione 31 all'associazione che l'ha salvaguardato e reso uno spazio pubblico sarebbe solo un atto dovuto, un irrisorio risarcimento alla città, al buon senso ed tutti quelli che si sono impegnati in una vertenza lunga 15 anni.
E' una vicenda, questa, emblematica dei processi in atto, della crisi forse irreversibile della sinistra fino ad oggi conosciuta.
La Ex Lavanderia , è una permanenza di futuro in una sconfitta generale dell'etica e della politica.
Ancora abbiamo bisogno del sostegno di tutti coloro che hanno compreso e che ci sono vicini.
Associazione Ex Lavanderia