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Ecco gli altri gruppiin lotta per salvare gli spazi verdi in città
il fenomeno
GUERRIGLIERI VERDI; comitati, associazioni, gruppi abusivi o spontanei. Non sono pochi a Genova i movimenti che intendono rendere spazi verdi alla gente nel nome di una cura dimenticata. L'appello che tutti i gruppi avanzano, è quello di un ritorno alla vita naturale all'educazione dei bambini più vicina ai ritmi della Terra; non ultimo è il monito nei confronti delle istituzioni, anche se i giardinieri spontanei, spesso nella loro opera trovano l'appoggio e il contenimento a tanto entusiasmo, nei municipi di quartiere.
La protesta contro la Gronda ha ispirato una clamorosa azione di critical garden: il 9 febbraio scorso, verso le nove di sera, un gruppo di giovani sampierdarenesi dell'Agenzia dei Diritti, racconta il sito del Comitato cittadini di Sampierdarena, compie un atto di "giardinaggio spontaneo metropolitano" ispirandosi al network "critical garden" che pratica il "guerrilla gardening". I "guerriglieri del verde" nell'enorme rotonda in via di Francia, ovvero «in un panorama monocolore in tutte le tonalità dei grigi armati", con sassi raccolti lungo il Polcevera, sacchi di letame e terra, in pochi minuti realizzano un'aiuola con tanto di albero di limone e ciclamini. Viene appeso uno striscione: "Dall'asfalto nasce un fiore". Meno estemporanee ma importanti le attività degli altri gruppi: l'associazione "Quartiere in Piazza" animata da Silveria Bosso, Giovanni Papasso Tina Coscia, Ornella Gorziglia e Zaverio Grosso ha inventato "I Giardini di via Napoli": nel 2008, dopo 35 anni, di lotte, ha inuagurato l'area pedonale con panchine e il municipio centro est ne ha affidato la gestione ai volontari. Il Comitato Amici del Parco di Villa Rosazza,invece, lotta per salvare il parco degradato: Aurora Mangano, una delle pasionarie, è riuscita ad organizzare attività e rendere possibile il futuro lavoro di restauro. Il gruppo è arrivato a radunare: L'Erba Voglio, Gruppo Genova Protezione Civile, CAI Sampierdarena - FIE Liguria, le scuole: di San Francesco da Paola e San Teodoro, i Servizi per i Minori e la Famiglia del Centro Ovest. Il Comitato per il verde di Granarolo, poi, ha trasformato un'area accanto a tre scuole in un centro di educazione ambientale con piante aromatiche e alberi da frutto, giochi aperti anche oltre all'orario scolastico. Un lavoro durato dieci anni.
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Il parco salvatodai guerriglieri verdi
lo spazio di quartiere a misura di bimbi
Un gruppo di abitanti di San Teodoro ha creato un giardinoper i più piccoli in un'area strappata al cemento e al degrado
NEGLI ANNI SETTANTA, quando gli abitanti di New York trasformavano spazi dimenticati in giardini ben curati, vero attacco alla pigrizia degli amministratori, Agostino Barletta nato in un paesino e arrivato bambino a Genova, era un appassionato diviso tra psicopedagogia e botanica.
E quando i critical garden, questo il nome dei giardini abusivi, hanno invaso mezzo mondo, Barletta, professore e botanico, affrontava i problemi delle famiglie dal consultorio di Sestri Ponente e prendeva parte al primo movimento ecologista: Wwf, Lipul, simpatia per la vecchia Lega per l'ambiente: «Questo verde è soprattutto una piazzetta di quartiere», racconta oggi, mentre mostra quei mille e 200 metri quadrati di giochi, 200 piante odorose, ripari per uccellini e pippistrelli, oltre a tavolini, macchinetta da caffé, frigorifero, pergolati di glicine che quando fiorisce è una meraviglia.
Questo posto, scorcio in via Ferrara, i bambini di San Teodoro lo chiamano "L'erba voglio": Barletta e altri nove guerrilla gardener genovesi, combattenti del verde urbano, ne sono i custodi solerti e filosofi, tutti sovrani democratici di un'oasi aperta a tutti, dove ogni giorno arrivano almeno 120 persone.
La storia del gruppo verrà narrata venerdì alle 17.45, a palazzo Ducale, durante la rassegna "Gaia". Bambini e genitori, piccoli e nonni. Quel ritaglio di verde era negli anni Settanta una discarica abusiva.
Il piano regolatore del 1973, rammenta Barletta, prevedeva un parcheggio. Ed è allora che è scoppiata la guerra: seimila firme contrarie e poi la vittoria degli "zappatori" che iniziano a coltivare il giardino: «Negli anni Novanta nessuna voleva questo posto - racconta ancora Barletta - non c'erano acqua, luce né servizi. Così nel settembre 1996 l'abbiamo avuta in consegna». Era nata l'associazione "Erba Voglio" dal nome in voga tra i bambini. «La cosa importante? Che inizialmente pensavamo come circolo Arci di fare due campi da bocce e così via». Invece poi, l'infanzia ha sgomitato: sono arrivati i giocattoli, le bici, i tricicli, le megasabbiere, tutti regali degli abitanti a suggerire: i bambini hanno bisogno di questo posto. «È che di circoli per anziani ce ne sono tantissimi a Genova», fa notare Barletta senza polemica. Invece, pochi sanno che la formula da compassato critical garden è unica: qui verde e aiuole, lo stagno e gli scivoli vengono totalmente curati dai volontari. Il Comune fornisce il materiale e Aster la consulenza tecnica. Oltre a Barletta, Angelo Chiapparo, Anna Codega, Aurora Mangano , Bruno Oliva e Pino Pipi hanno realizzato uno schedario botanico - naturalistico che è arrivato alle scuole. Un progetto innovativo, quello dell'oasi, tanto che il Comune ha studiato un nuovo tipo di convenzione. «Mi iscrivo perchéè giusto», dicono i soci, oggi tra i 60 e gli 80 di numero, e sempre più preoccupati di non riuscire a contenere il popolo di "Erba Voglio". Arrivano anche le scuole a raccogliere cachi e nespole, gli insegnati di sostegno stimolano i piccoli disabili ad avvicinare un corbezzolo o un caprifoglio a sperimentare il gioco con gli altri. Un modello, quello di San Teodoro, che sta ispirando un gruppo di genitori per rivitalizzare la vicina villa Rosazza prossima al restauro.
I volontari dell'associazione, poco hanno del pensionato da panchina. Zappano, puliscono, narrano, ascoltano, appendono alla parete della baracca pagine di pedagogia o ironici cartelli sulla spazzatura, chiamandola "ornamento". Aiutano il servizio civile, nonostante i tagli subìti. L'apertura del giardino è dalle 10 alle 19.30, con la pausa, giusto per non scrivere «quel generico dall'alba al tramonto, perché avevamo paura di non farcela», sottolinea Barletta.
Il professore oltre a essere un deciso ma mite combattente del verde crede nella fermezza della concordia. «Attenuare i contrasti. Si diventa amici oltre le beghe da condominio». Sono lontani ma preziosi i tempi in cui Barletta girava la città del verde perduto assieme ad altri pensatori naturistici: Enrico Martini docente e per anni presidente di Pro Natura,o Mario Calvi botanico. Memorie che oggi fanno parlare anche i numeri: 165 sono i nuclei famigliari che frequentano Erba Voglio di cui il 65 % almeno 2,3 volte alla settimana. Circa 80 sono i baby compleanni organizzati ogni anno con vista sul porto. E non conta se oltre al blu si scorgono le facciate dei palazzoni squadrati: «Sabato per metà si chiude - organizza Barletta - il prato è da rifare. C'è da zappare ancora».
Annalisa Rimassa
rimassa@???
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