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著者: brunoa01
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題目: Carbone, battaglia sulla centrale in porto Tursi e l´authority lanciano Cornigliano
genova repubblica

Carbone, battaglia sulla centrale in porto Tursi e l´authority lanciano Cornigliano
Un nuovo impianto a gas per produrre energia, calore e freddo

Il nodo dell´occupazione: l´area dà lavoro a oltre duecento persone
MASSIMO MINELLA


(segue dalla prima di cronaca)
Qui, infatti, potrebbe sorgere una nuova centrale, sempre alimentata a carbone, ma in grado di rispettare i più rigidi parametri ambientali, grazie alle nuove tecnologie. Più praticabile, invece, pare l´altra soluzione, che prevede la chiusura della centrale Enel del porto, ma anche quella di cogenerazione di Iride a Sampierdarena (50 megawatt), e la costruzione di un nuovo grande impianto, a gas, sempre nell´area di Cornigliano da 400 megawatt.
Il rischio, come sempre, è che ancora una volta ambiente e lavoro si trovino su opposte posizioni, con il primo a rivendicare il diritto a industrie non inquinanti e il secondo a rimarcare il peso che un settore come questo ha dal punto di vista occupazionale. Attorno al carbone del porto ruotano i dipendenti della centrale Enel, quelli del Terminal Rinfuse e i soci della compagnia "Pietro Chiesa", con quel che ne consegue dal punto di vista dell´indotto. Totale, oltre duecento addetti. Numeri che ribadiscono anche il ruolo "sociale" svolto da una simile attività. Tutti quanti, infatti, imprese e cittadini, consumano energia, in gran quantità, e hanno bisogno di non restare mai all´asciutto.
E´ in questo contesto che bisogna ragionare, partendo da una data, il 2020, anno di scadenza della concessione della centrale Enel "Concenter" del porto di Genova. Palese che un allungamento della concessione non ci sarà mai più. Semmai, l´impegno del presidente dell´authority Luigi Merlo è quello di far finire prima del tempo la concessione, liberando quelle aree oggi occupate dal carbone e trasformando l´area in un nuovo terminal portuale (ovviamente da mettere in gara). L´impianto è appunto vecchio (è nato nel 1926), ma a riempire di polveri sottili il centro di Genova, soprattutto quando c´è vento, è la montagna di carbone a fianco della centrale. E´ questa la prima, grande incongruenza di una simile situazione che ha appunto il carbone a cielo aperto. Per evitare la diffusione delle polveri, la montagna nera viene costantemente bagnata, ma così il rendimento termico del prodotto è minore. Altrettanto vero è che la rete della Liguria assorbe molta potenza che, certo, non può essere soddisfatta solo dalle centrali della Spezia e di Vado Ligure (il cui raddoppio, peraltro, è stato bocciato dalla Regione). Risultato, serve un´altra centrale. Ma dove? L´attenzione è caduta sull´area di Cornigliano, all´interno dell´Ilva. La soluzione potrebbe essere quella di una joint venture con il gruppo Riva, interessato a produrre, ma anche a soddisfare i propri bisogni aziendali a prezzo fisso. Ma l´idea che l´Enel possa chiudere la centrale del porto e aprirne un´altra a Cornigliano, sempre a carbone, non convince affatto il comune di Genova. La delegazione, che ha fatto i conti per mezzo secolo con i fumi dell´altoforno, non potrebbe certo accettare una centrale a carbone, anche se di ultima generazione e a bassissime emissioni. Ecco allora spuntare l´alternativa: una nuova centrale, alimentata a gas, in cambio di due, quella del porto e quella di Sampierdarena, di proprietà di Iride. Un impianto da 400 megawatt in grado di produrre energia, calore e anche freddo.

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