avvvvvvvertimento!!! - - ho appena riletto quello che ho scritto e leggendo
questa risposta ti potrebbe venire la nausea, quindi, ti dico adesso -->è in
risposta alla mail di illaria, ed è noioooooooosa, se ti senti già un po'
agitato e hai bisogno di un giretto in sella o una vacanza o chi sa cosa...
fermati qui e fallo!
comunque, si, superficialmente l'articolo sembra una stupidaggine, ma
secondo me è assai interesante: inquadra la bici e l'architettura del
movimento fisico in generale come strumenti della salute anziché dello
svago, e facendolo la lega non solamente ad un discorso etico ma, inoltre,
ad uno economico.
forse diventa più ovvio se usiamo la linea del articolo stesso, cioè che le
società occidentali stanno affrontando una nuova specie di epidemia di
malattie post-industriali, e la confrontiamo con i risultati dei tentativi
di affrontare le epidemie delle malattie *industriali* - a farla breve
stiamo parlando di reti fognarie, la chiusura dei pozzi pubblici, strade
dritte e più larghe, e via dicendo (e ammetto a questo punto che roba del
genere mi interessa) : ma si, in effetti grandi cambiamenti delle città
pre-industriali con lo scopo di fare decrescere la tassa di mortalità (lato
etico) e potenziare la salute generale della popolazione, o in altri
termini, la forza lavoro (lato economico) . nei paesi occidentali oggigiorno
le minacce alla salute vengono molto di meno da malattie come il colera e il
tifo come una volta, e molto di più dall'obesità, il diabete, la depressione
(quanto ti fotte il cervello la macchina del capitalismo!), ma
fondamentalmente hanno effetti simili: vite e forze 'sprecate'.
prendiamo lo spostamento dal pensare che i poveri erano colpevoli di essere
sporchi e pigri, e pertanto malati, al pensare che avevano bisogni di aiuti
sociali, statali e infrastrutturali in modo di diventare sani, e
confrontiamolo con l'idea di "Dare la colpa agli individui perché aumentano
di peso, conclude perciò il professore, non è più accettabile: "È
un'ingenuità dire alla gente che tutto dipende da scelte salutari dei
singoli, quando viviamo in un mondo che contribuisce in ogni modo possibile
ad aumentare l'epidemia di obesità"". così si vede chiaramente come
l'intervenire al livello ambientale sta diventando visto come un imperativo
morale. uno.
secondo prendiamo l'argomento "il male [cioè la combinazione delle malattie
post-industriali] che minaccia di fare affondare, o perlomeno di rallentare,
il cammino del moderno uomo industrializzato". bene, il male è causato
dal *ambiente
stesso* del economia attuale, o nei termini di James, da "un ambiente
obesogenico". come nella città del ottocento piena di smog e epidemie
impediva l'ulteriore sviluppo della capacità di produzione , oggigiorno è il
degrado dell'ambiente grazie allo sistema economico che è diventato
auto-limite alla crescita continua di quel sistema. e questo è, tristemente,
l'argomento che sarà molto più importante nel rimodellare il tessuto
urbano: che terrà un sistema economico vecchio e malato in piedi.
in altre parole, qualcosa che forse vogliamo tutti in qualche modo come
l'uso quotidiano della bici, una piste ciclabile - o meglio, una rete
ciclabile - potrebbe diventare un elemento immancabile di qualsiasi città
che voglia descriversi (nelle parole dell'articolo) come "una città che fa
dimagrire" o come "ricc[a] e civilizzat[a]" (un po' come un cesso e una rete
fognaria erano una volta l'apice del civilizzazione industriale occidentale)
. la domanda che l'articolo pone è se tali cose sono essenzialmente
sovversivi o invece se possono diventare o un sostegno o il motore di un
capitalismo 2.0: mantenendo la forza lavoro sana e dunque in grado di
lavorare da un lato, e dall'altro come nuovo desiderio che si può soddisfare
tramite lo spaccio di merce 'verde' e 'light', o usando un'immagine verde
(cioè eticamente voluta) come luogo da cui creare quel desiderio stesso (e
qui sto pensando a un'iniziativa come quella del bike-sharing gestita dalla
multinazionale pubblicitaria 'clearchannel' a barcellona).
insomma, si, la bici ti può far dimagrire, ma quello che l'articolo sta
dicendo è che può far ingrassare molto di più il capitalismo tramite un
cambiamento nel ritmo delle nostre vite.
non avevo pensato a quest'argomento in esattamente questi termini prima,
quindi scusatemi se sembra un po' rozzo o dogmatico (non sto negando, per
esempio, che 'big-farma' ha un'interessa molto ampia nel mantenere uno
sguardo 'individualistico' delle malattie, solo che interventi di livello
statale, *sociale* e dunque infrastrutturale sembrano di essere la scelta
favorita dal 'sistema' nel suo complesso).
baci, abbracci e bici, b.xx.
(e sapevate che tutte le città del mondo che fanno la cm la fanno l'ultimo
venerdi del mesi.... ...tranne catania che la fa ogni mercoledì,,, e
taaaaaardi pure!!)
Il giorno 07 agosto 2009 12.30, ilaria(inbici) <ciclobertuccia@???> ha
scritto:
>
> http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/scienza_e_tecnologia/londra-citta-dimagrante/londra-citta-dimagrante/londra-citta-dimagrante.html
>
> e ci voleva il professor taldeitali dell'università di londra ... dopo
> lunghe lunghissime indagini e studi sul campo per fare questa scoperta
> senziazionale?!?
>
> :P dai dai dai mettiamo un cartello su tutte le uscite del GRA :
>
> " 10 kili in 10 giorni: butta la macchina e usa la bici o vai a piedi,
> butta l'hot dog che hai tra le mani e fatti un'insalatona bio"
>
> chissà se funziona???? Magari alla prossima riffa il fortunato che vince la
> bicicletta ci pensa due volte a venderla su ebay?
>
> bella ciclisti
> Buone vacanze
> --
> Ilaria
>
> www.ciclonauti.org
> Ciclofficina di Irriverenti Ciclisti Liberi, Offriamo Fantastiche Feste,
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>
> _______________________________________________
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> Cm-roma@???
> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/cm-roma
>
>
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away. Of course, your fans would swoon at the idea of eating CloFu, but
what interests us most is that we would attract many people who don't try
tofu because they worry that it would be bland or that they wouldn't know
how to cook it."