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Author: Alessio Ciacci
Date:  
To: Tavolo Lucchese Acqua, staff, forumlucca, listamt
Subject: [Forumlucca] *SPAM* Fwd: [hyperlink] Odg approvato dal Consiglio Comunale di Napoli, su ACQUA E SERVIZI IDRICI
---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Giuliano <gciampolini@???>
Date: 01 agosto 2009 19.24
Oggetto: [hyperlink] Odg approvato dal Consiglio Comunale di Napoli, su
ACQUA E SERVIZI IDRICI
A: hyperlink@???


CONSIGLIO COMUNALE 30 LUGLIO

ODG di accompagnamento alla del. N. 1064 del 30/6/09 e approvato a
maggioranza



ORDINE DEL GIORNO n. 1



IL CONSIGLIO COMUNALE DI NAPOLI

Premesso



Che l’art.114 della Costituzione Italiana, recita:”La Repubblica è
costituita da Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle
Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le
Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i
principi fissati dalla Costituzione”;



che l’art.3 del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali,
approvato con Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n.267, recita: “ il comune
è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e
ne promuove lo sviluppo”;



che l’art.53 del vigente Statuto del Comune di Napoli prevede al comma 1: il
Comune organizza e gestisce i servizi pubblici a fini di utilità e di
promozione dello sviluppo economico e civile”;



che a partire dalla promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo
1968) si è affermata a livello mondiale non solo la concezione dell’acqua
come “bene comune” per eccellenza, ma anche del suo uso come diritto
fondamentale dell’uomo;



che gli stessi organi UE hanno più volte sottolineato che alcune categorie
di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza;
si veda ad esempio la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo
COM (2004) 374: ” …le autorità pubbliche competenti ( Stato, Regioni,
Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di
interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o
privato)”.



Che il Codice dell’Ambiente approvato con Decreto Legislativo 3 aprile 2006
n.152, all’articolo 144, afferma:” Le acque costituiscono una risorsa che va
tutelata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà; qualsiasi loro uso è
effettuato salvaguardando le aspettative ed i diritti delle generazioni
future”;



Che, pertanto, la gestione del servizio idrico integrato -oltre a rispondere
ai principi di efficienza, efficacia ed economicità- deve necessariamente
rispondere ai requisiti di accessibilità, universalità e sostenibilità
ambientale;



che l’irriducibilità dell’acqua ad essere trattata alla stregua di qualsiasi
prodotto commerciale attrae irreversibilmente nella sfera pubblica la sua
proprietà e la sua gestione;



che in questo senso il Consiglio Comunale di Napoli in occasione
dell’approvazione della relazione Previsionale e Programmatica 2009-2011 ha
già stabilito di considerare “irrinunciabile che i servizi relativi al ciclo
delle acque restino in mano interamente pubblica”;



Considerato



Che per quanto sopra detto, ma anche per le peculiari caratteristiche
geo-morfologiche, storico-urbanistiche e socio-economiche di Napoli,
l’affidamento a soggetti privati del servizio idrico integrato non
porterebbe alcun miglioramento di efficienza, e si tradurrebbe invece in un
netto peggioramento dell’equità nell’accesso e nella fruizione di un bene
essenziale come l’acqua.



Che, pertanto, al fine di identificare in maniera più compiuta e coerente
l’acqua quale bene comune pubblico, occorre introdurre all’interno
dell’ordinamento comunale- nell’esercizio del proprio potere di
auto-organizzazione sancito dalla Costituzione e dal Trattato CE- la
definizione del servizio idrico integrato come servizio pubblici essenziale,
di interesse generale, privo di rilevanza economica; laddove per “servizio
pubblico essenziale”ci si richiama al dettato dell’art.43 della
Costituzione, mentre per “servizi odi interesse generale, privo di rilevanza
economica” si fa riferimento alla nozione comunitaria e affermatasi nella
giurisprudenza di attività inidonea ad essere condotta da soggetti privati
per uno scopo di lucro;



che per sostanziare il principio del diritto dell’acqua come universale e
inalienabile, nonché per riorientare il sistema di tariffazione agevolata
per le fasce sociali meno abbienti verso un sistema che assicuri maggiore
responsabilizzazione degli utenti e politiche di risparmio idrico, appare
opportuno assicurare gratuitamente un quantitativo minimo vitale per ogni
cittadino ( che a titolo esemplificativo l’OMS ha quantificato in 50 litri
per persona al giorno) i cui costi siano a carico di coloro che rientrano
nelle fasce di consumo più elevate e di chi ne fa usi diversi da quello
potabile;



Ricordato inoltre



Che a seguito della Legge regionale 14/97 della regione Campania riportante
“ Direttive per l’attuazione del Servizio Idrico Integrato ai sensi della
legge 5 gennaio 1994 n.36”, è stato istituito, il 16 ottobre 1997, l’Ato 2
–“Napoli-Volturno”;



che la legge Regionale della regione Campania 1/2007 ha modificato
l’articolo 2 della citata Legge 14/1997 istituendo Ato 5 denominato “Terra
di Lavoro” e prevedendo che tutti i comuni della provincia di Caserta
assegnati all’Ato n.2 passano all’Ato n. 5, con la conseguente modifica del
perimetro dell’Ato 2 “Napoli Volturno” (Ato Originario) che risulta quindi
ridefinita (Nuovo Ato 2);



Che la procedura amministrativa volta all’istituzione del nuovo Ato 5 Terra
di Lavoro, così come regolamentata dall’art.4 della L.R.Campania 14/97, non
si è ancora conclusa;



che l’articolo 23 bis, al comma 8, della L. 133/2008 prevede che “le
concessioni relative al servizio idrico integrato rilasciate con procedure
diverse dall’evidenza pubblica cessano comunque entro e non oltre la data
del 31 dicembre 2010, senza necessità di apposita deliberazione dell’ente
affidante. Sono escluse dalla cessazione le concessioni affidate ai sensi
del comma 3”;



che il comma 3 del citato art.23 bis prevede che”per situazioni che, a causa
di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e
geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un
efficace e utile ricorso al mercato, l’affidamento può avvenire nel rispetto
dei principi della disciplina comunitaria”;



che conseguentemente è necessario addivenire con tempestività ad una
definizione del modello di gestione del servizio idrico integrato prima che
operi il rilevato effetto caducatorio delle concessioni attualmente in
essere, e in particolare per la città di Napoli del servizio pubblico
affidato alla controllata ARIN s.p.a.;



Considerato infine che nel condividere sostanzialmente gli obiettivi del
movimento mondiale per il diritto all’acqua, che coinvolge un sempre maggior
numero di Enti Locali in tutto il Paese, appare opportuno dotarsi anche a
Napoli degli strumenti istituzionali per sviluppare un’azione in tal senso;



Ritenuto, pertanto, di adottare il presente atto di indirizzo politico
vincolante nei confronti dell’Amministrazione Comunale anche in qualità di
principale consorziato dell’ATO 2 sia nell’attuale che nella nuova
configurazione;



APPROVA

La seguente mozione di accompagnamento, che impegna il Sindaco, la Giunta e
l’Amministrazione comunale tutta:



a)       Nell’ambito della procedura di affidamento della gestione del
servizio idrico integrato da parte dell’ATO 2, il Comune di Napoli- e, nel
caso, per esso i rappresentanti designati dal Sindaco nell’Assemblea e nel
Consiglio di Amministrazione del consorzio- si conforma al seguente
indirizzo: il soggetto giuridico cui dovrà essere affidato, secondo la
vigente normativa, il servizio idrico integrato dovrà essere totalmente
pubblico, escludendo anche per il futuro la possibilità di ingresso a soci
privati.




b)      La Giunta si impegna a presentare un piano di fattibilità per
istituire- anche nell’ambito della generale politica di agevolazioni
tariffarie per le fasce di popolazione meno abbienti- il “minimo vitale
idrico”, finalizzato, cioè, a garantire tendenzialmente a tutti i cittadini
la disponibilità domestica gratuita di un quantitativo minimo vitale
giornaliero di acqua potabile per persona.




c)       Il Consiglio- alla stregua delle considerazioni svolte nella parte
narrativa della presente mozione- si impegna a modificare lo Statuto
Comunale introducendo il riconoscimento dell’acqua come bene comune pubblico
e l’accesso all’acqua come diritto umano fondamentale non assoggettabile ai
meccanismi di mercato. In tal senso, la modifica dello Statuto dovrà
riconoscere il servizio idrico integrato quale servizio pubblico essenziale,
di interesse generale, privo di rilevanza economica.


.................................................................................
<http://www.riccardorealfonzo.com/2009/07/si-va-avanti-sullacqua-pubblica.html>

Napoli va avanti sull'acqua
pubblica<http://www.riccardorealfonzo.com/2009/07/si-va-avanti-sullacqua-pubblica.html>
Oggi (30 luglio) il Consiglio Comunale di Napoli ha approvato insieme al
bilancio consuntivo 2008 una importante mozione sull'acqua pubblica. Questo
è il comunicato stampa (Ansa) che è uscito:

Comunicato StampaAssessore alle Risorse Strategiche del Comune di Napoli
Realfonzo: "L'approvazione della mozione sull'acqua pubblica è un risultato
straordinario per Napoli. Ora nessuno più ostacoli questo percorso"
A seguito della approvazione in Consiglio Comunale della mozione a favore
dell'acqua pubblica, avvenuta nel corso della discussione del Bilancio
Consuntivo, l'Assessore alle Risorse Strategiche, prof. Riccardo Realfonzo,
ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Sono entusiasta per l'approvazione
della mozione sull'acqua pubblica avvenuta oggi in Consiglio Comunale, anche
perché con questo importante passaggio il Consiglio ha fatto suo uno dei
principali punti politico-programmatici sui quali mi sono costantemente
battuto sin dai primi giorni del mio incarico in Giunta”. L'Assessore
Realfonzo ha proseguito: “Con questa mozione il Consiglio Comunale si
esprime a favore del mantenimento in mano pubblica del servizio idrico e si
predispone ad introdurre nello Statuto del Comune di Napoli una precisa
definizione dell'acqua come bene comune, privo di rilevanza economica, la
cui fruizione rappresenta un diritto fondamentale dei cittadini. Con ciò il
Consiglio Comunale ha chiarito che il servizio idrico per essere davvero
equo ed efficiente non può che essere gestito da un soggetto totalmente
pubblico, in linea con quanto chiesto in questi anni da tanta parte della
società civile ed anche dall'appello degli intellettuali apparso in questi
giorni sulla stampa a sostegno della Giunta partenopea. La mozione si spinge
meritoriamente anche ad introdurre il concetto di “minimo vitale
giornaliero” di acqua potabile da garantire a tutti, a cominciare dalle
fasce meno abbienti della popolazione”.
“L'approvazione di questa mozione - ha continuato l'Assessore Realfonzo -
non segna tanto il successo di una specifica parte politica bensì un grande
momento di affermazione di civiltà e progresso per la città di Napoli che in
tal modo si pone alla testa del movimento nazionale e internazionale degli
enti locali a favore dell'acqua pubblica”.“A questo punto, mi aspetto che si
proceda velocemente ad attribuire la gestione del servizio idrico ad un
soggetto interamente pubblico. Dopo poche settimane dal mio insediamento
alla carica di Assessore alle Risorse Strategiche del Comune di Napoli,
avvenuta nel gennaio scorso, ho fatto una serie di passi in questa
direzione, pervenendo alla formulazione di uno schema di delibera che ho
provveduto a sottoporre alla attenzione del Consiglio di Amministrazione
dell'Ambito Territoriale Ottimale, l'ATO 2, di cui fa parte il territorio
del napoletano. Ora, dopo questo impegnativo e stringente pronunciamento del
Consiglio Comunale di Napoli, e considerato anche un recente ordine del
giorno approvato dal Comune di Caserta, auspico che anche la Provincia di
Napoli possa sostenere quella proposta e nulla più ostacoli la realizzazione
nel nostro territorio di una esperienza straordinaria nel segno dell'acqua
pubblica, della solidarietà e della difesa dei diritti universali. Per
quanto mi riguarda - ha concluso l'Assessore Realfonzo – continuerò a
battermi per questo risultato”.







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