[NuovoLab] Secolo xix I SOLDATI A GENOVA

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Author: brunoa01
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Subject: [NuovoLab] Secolo xix I SOLDATI A GENOVA
I SOLDATI A GENOVA CONTRO LA CRIMINALITÀ
Vincenzi: «Mi hanno scavalcata»
Nessun contatto da Roma per discutere il provvedimento. ù
Il plauso di Della Bianca e Siri


Il consiglio dei ministri approverà oggi l’invio aGenova di novanta soldati. Una decisione che il ministro
della difesa Ignazio La Russa avev agià annunciato due giorni fa.Ma che sembrava subordinata ad un assenso
dapartedelsindaco (e del presidente della Provincia). Era stato lo stesso LaRussa a chiedere a Marta Vincenzi e Alessandro Repetto «non un’abiura, neanche un evviva, soltanto la chiarezza che non ci sia ostilità».
Il sindaco aveva risposto con una parziale apertura «se è l’unicomodo in cui il governo può aiutarci...» ma a sua
volta aveva chiesto al ministro un incontro,
a Roma, «per affrontare insieme un tema così delicato,
prima di prendere una decisione».
Ieri quell’incontro le è stato negato.
«C’è stato spiega Vincenzi un tentativo di rapporto istituzionale.
Ho ricevuto una telefonata da un alto funzionario del ministero (Guido Crosetto, sottosegretario di Stato
alla Difesa, ndr.) che mi ha comunicato
la notizia». L’incontro romano invocato dal sindaco non è statoneppure preso in considerazione. «Mi è stato spiegato che la procedura non loprevede. Mi è stato anche detto che
si tratta di una decisione del presidente del consiglio Berlusconi cui il ministero della difesa non poteva che
dare il proprio assenso». Oggi il sindaco incontrerà Annamaria Cancellieri, prefetto di Genova,per avereda
lei i dettagli del piano governativo.
«Avrei preferito averli direttamente dalministro. Credo che in un paese normale le procedure dovrebbero essere un po’ diverse».
Il sindaco afferma comunque di non essere aprioristicamente contro l’invio dei militari. «Il mio non è certo un “niet” a prescindere.
Resto però convinta che la strada maestra doveva essere quella di rafforzare la polizia,dando le più uomini, più equipaggiamento e più risorse finanziarie.
A quanto pare non è una strada percorribile, e l’unica alternativa sono imilitari.
Bene, ma avrei preferito discuterne con La Russa invece di apprenderlo dai giornali e dalla timida telefonata di un sottosegretario».
Delle grandi città italiane, Genova è l’unica dove il governo non ha ancora inviato i soldati previsti dal decreto
sicurezza di un anno fa, anche perché non rientra, secondo i dati a disposizione del governo, tra le metropoli a più alto rischio.
«Il paradosso sostiene Francesco Scidone, assessore comunale alla sicurezza è che rispetto a un anno fa la situazione è migliorata.
I reati sono diminuiti.
Questo invio di soldati è tardivo e assolutamente inutile». Scidone ne fa anche una questione di stile.
«Il ministro si appella a presunte procedure e ci comunica decisioni così delicate, così importanti per la nostra città, attraverso i giornali.
Il suo rispetto per le procedure e per le istituzioni si commenta da solo». Secondo Scidone lamisura del governo sarebbe anche antieconomica.
«I soldati sostiene l’assessore costano molto più dei poliziotti e rendono un decimo. Operazioni come quelle di Canfarotta (il maxi blitz della direzione investigativa antimafia conil sequestro, a Genova, di 129 appartamenti di proprietà del palermitano Benito Canfarotta,ndr.) i soldati non avrebbero mai potuto farle».

Rifondazione comunista insorge.
Antonio Bruno parla di «una misura provocatoria e demagogica».
Secondo il capogruppo in consiglio comunale di Rifondazione «più che di novanta nuovi militari, questa città avrebbe bisogno di novanta nuovi assistenti sociali».
I problemi della città, dice Bruno, vanno risolti con la lotta all’evasione fiscale, il risanamento delle periferie e l’assistenza.
Non con un’iniezione di soldati»