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Author: brunoa01
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Lodo Bernardo, la Corte dei Conti della Liguria: inchieste “cancellate” anche i 9 milioni di Amt-Ami


Corte dei conti, allarme del procuratore capo: «Così saranno nulli i procedimenti sulle società partecipate»

Un colpo di spugna senza precedenti su alcune delle più clamorose e spinose inchieste genovesi sullo spreco di denaro pubblico. La privatizzazione di Amt, con la nascita e la morte prematura di Ami, e la creazione per le aziende sanitarie liguri del monopolio del sistema informatico su misura della società Datasiel, per citare quelle più significative tuttora in corso (per le altre vedere nei box qui sopra, ndr). Si chiama “Lodo Bernardo”, ed è uno dei maxi emendamenti alla legge anti-crisi allo studio della Camera, marchiato con il nome del deputato del Pdl che ne è l’autore, Maurizio Bernardo (palermitano di origine eletto in Lombardia), e dalla denominazione d’origine assicurata “lodo”, che già contraddistingue un altro contestatissimo provvedimento, quello sulle intercettazioni, proposto dal ministro della Giustizia Angelino Alfano.

Se questo documento passerà indenne all’esame delle due camere del Parlamento, come previsto, entro il 3 agosto, la Corte dei conti in tutta Italia vedrà di fatto «azzerata la sua capacità di azione nell’accertamento del danno erariale» e, a livello genovese, vedrà sparire nel nulla anni di lavoro su alcune delle operazioni più controverse della storia comunale del capoluogo ligure. In poche parole, ancora una volta per fare un esempio concreto: la richiesta di risarcimento danni per un totale di oltre nove milioni di euro, avanzata all’ex sindaco Giuseppe Pericu, al suo ex vice Alberto Ghio e all’ex assessore al Personale Giovanni Facco, a conclusione della tranche dell’inchiesta Amt-Ami sui contratti intercompany, finirà in una bolla di sapone. In fin dei conti, non sarà necessario neanche aprire le (corpose) memorie difensive depositate alla Corte dei conti dai tre ex amministratori nelle scorse settimane.

«Saremo di fatto paralizzati», attacca il procuratore regionale Luciano Coccoli, che in questi giorni è in ferie ma segue con preoccupazione sui giornali gli sviluppi del “Lodo Bernardo”. «Usciranno dalla nostra giurisdizione le aziende municipalizzate e le società partecipate, anche se è necessario attendere il testo definitivo della legge per poter valutare con precisione. Non solo. Sarà la stessa iniziativa giudiziaria a risultare ingessata dalle nuove norme. Ho grandi perplessità sull’ eventuale estensione delle novità alle inchieste e ai processi in corso e, in generale, sulla costituzionalità dell’intero “Lodo”».

Quali sono le novità? In estrema sintesi cambia la giurisdizione, cioè il raggio di azione della magistratura contabile; diventano più rigidi i presupposti per l’apertura delle inchieste: in conclusione sarà più difficile inchiodare i dipendenti pubblici infedeli al risarcimento del danno all’immagine dell’amministrazione dello Stato procurato con la propria condotta.

Come per le misure contenute nel “Lodo Alfano” sull’uso delle intercettazioni, anche in questo ambito per poter indagare si dovrà già avere certezze sulle responsabilità per dolo o colpa grave. In concreto sarà necessaria “la segnalazione di una notizia di danno erariale precisa e specifica”. Prima bastava un articolo di stampa per avviare l’inchiesta. E questo è avvenuto, come ricorda il procuratore Coccoli, a proposito del caso Ami-Amt portato all’attenzione della magistratura contabile dal Secolo XIX. In assenza di una segnalazione “precisa e specifica” qualsiasi indagato potrà fare ricorso e ottenere in tempi brevissimi, cioè massimo 30 giorni la nullità delle indagini sul suo operato.

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