[NuovoLab] la Variantona urbanistica della Giunta Vincenzi

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Tárgy: [NuovoLab] la Variantona urbanistica della Giunta Vincenzi
Gazzetta del Lunedì del 27/7/2009

Tursi, la “variantona“ urbanistica

STOP AL CEMENTO A LEVANTE. NOVITA' PER COSTRUIRE ALTROVE

Nelle aree libere dalla Foce a Nervi non sarà più possibile costruire.
Nuove abitazioni consentite, invece, nelle vallate e nelle altre zone di riqualificazione, con opportunità d’incrementare del 30 per cento la superficie agibile degli edifici demoliti e ricostruiti


Addio a nuovi insediamenti residenziali nelle aree verdi o comunque ancora libere del levante cittadino, mentre si potrà continuare a costruire nelle zone di riqualificazione che comprenderanno, fra l’altro, Valbisagno e Valpolcevera. Sono alcune novità della cosiddetta “variantona“ al Piano urbanistico comunale (Puc), approvata dalla giunta di Tursi una quindicina di giorni fa e che inizierà ad essere discussa dal consiglio comunale in autunno, anche se, perché
diventi efficace, bisognerà attendere, probabilmente, l’inizio o la metà del 2010. Ma, se il provvedimento non sarà stravolto strada facendo, gli effetti sulla pianificazione urbanistica della città saranno notevoli e anticiperanno in parte i contenuti del nuovo Puc
che la giunta Vincenzi dovrebbe presentare a fine 2010. «Questa variante consiste innanzitutto nell’adeguamento normativo del Puc alla legge regionale 16 del 2008 - spiega Pierpaolo Tomiolo, direttore dell’Urbanistica a Tursi - Poi c’è una seconda parte che introduce una serie di novità dal punto di vista dei contenuti, relativamente alle aree a destinazione residenziale (zona B-ndr) già nell’attuale Puc».
La novità consiste nell’introduzione di due sottozone nell’ambito della zona B: una di conservazione e l’altra di riqualificazione, con gli effetti che questo comporta. «Nella sottozona di conservazione viene impedita la possibilità di costruire nuove abitazioni in lotti
ancora liberi - spiega Tomiolo - e questa sottozona comprende tutto il levante cittadino, pressapoco dalla Foce a Nervi. Nella sottozona di riqualificazione, invece, che include per esempio Valbisagno e Valpolcevera, si potrà costruire anche in aree libere, perché riteniamo che in queste e in altre parti della città ci sia ancora bisogno di servizi e di infrastrutture che possono essere realizzati
grazie ad interventi di completamento del tessuto abitativo, anche se quello che vogliamo privilegiare è il rinnovamento del patrimonio edilizio esistente». Ma, anche se è vero che negli ultimi anni i progetti o i nuovi interventi edilizi si sono concentrati soprattutto
a levante (via Majorana, via Puggia, via Camilla, Uliveto Murato, ecc.) suscitando molte proteste e polemiche, è prevedibile che anche questa nuova classificazione, che salva in blocco le aree libere di una sola parte della città, faccia discutere. Tomiolo spiega che
all’individuazione di queste due sottozone si è arrivati considerando proprio quanto è avvenuto negli ultimi anni, quando la norma sul cosiddetto “trasferimento di volumi“ «è stata utilizzata quasi esclusivamente per realizzare nuovi insediamenti residenziali a levante, consentendo di fatto a pochi operatori di utilizzare questa possibilità, visto l’alto valore immobiliare di queste aree. Noi, invece - spiega - vogliamo orientare in modo diverso lo sviluppo della città, consentendo interventi più leggeri ma più diffusi che permettano anche a un numero maggiore di operatori di lavorare». E così «per bilanciare l’effetto della riduzione della possibilità edificatoria nel levante - continuta il direttore dell’Urbanistica - abbiamo deciso di permettere interventi di ampliamento, finora non consentiti, nell’ambito della demolizione e ricostruzione, consentendo d’incrementare del 30% la superficie agibile degli edifici esistenti demoliti e ricostruiti. In questo modo pensiamo di favorire un rinnovamento del patrimonio abitativo, in zone dove questo è ormai vecchio o degradato, senza ulteriore consumo di territorio».
Nelle aree che rientrano nella sottozona di riqualificazione, la demolizione e la ricostruzione saranno possibili sia “in loco“, cioé abbattendo e ricostruendo edifici sul posto, che trasferendo in aree libere la
superficie agibile demolita altrove. E anche l’eventuale 30% di ampliamento - che si può ottenere pure per sopraelevazione di un piano - dev’essere frutto di un trasferimento di volumi abbattutti altrove.
In tutta la città, invece - fatta eccezione per edifici o aree di pregio vincolati - sarà possibile demolire e ricostruire “in loco“.
Annamaria Coluccia

Novità per i silos interrati

VIETATO ABBATTERE ALBERI AD ALTO FUSTO PER COSTRUIRE PARCHEGGI

Se la variante al Piano urbanistico comunale (Puc) fosse già stata in vigore, il parcheggio dell’Acquasola non si sarebbe potuto costruire, o almeno non così com’è stato progettato. Una delle novità che saranno introdotte per effetto dell’adeguamento normativo del Puc alla legge
urbanistica regionale, è, infatti, il divieto di abbattere alberi ad alto fusto per costruire parcheggi interrati. Il che significa che, appunto, operazioni come quelle dei parcheggi sotto i parchi di Villa Rosa e dell’Acquasola, sarebbero state impossibili. Ma l’iter amministrativo della “variantona“ è appena iniziato e, per ora, le regole in vigore sono altre.
Un’altra novità importante introdotta dalla variante riguarda il frazionmento di alloggi di grandi dimensioni. «Quella di poter frazionare appartamenti grandi è un’esigenza molto sentita perché - spiega Pierpaolo Tomiolo - ci sono tante persone, soprattuto anziani, che vivono da sole in appartamenti grandi. Adesso, però, questa
possibilità è consentita solo a condizione di avere un parcheggio pertinenziale in più. Ma siccome spesso questi appartamenti si trovano nel centro città, dove non è possibile avere un parcheggio in più, abbiamo deciso di eliminare questa condizione per consentire il frazionamento». In questo modo «si possono recuperare nuovi alloggi senza consumare altro territorio e - spiega Tomiolo - il fatto di non aumentare il numero dei posti auto disponibili è un deterrente all’uso dell’auto e, quindi, all’aumento del traffico privato».


per salvaguardare la collina non sarà più possibile il cambio di destinazione d’uso

S.ILARIO, BASTA CASE AL POSTO DI FIENILI

Riutilizzo di percorsi esistenti e impianti di risalita per l’accesso.
Tomiolo: «Potrebbe non servire una nuova strada a levante»


Stop alle baracche per gli attrezzi agricoli e ai fienili che si trasformano in case e villette con magnifica vista sul mare. Sarà l’effetto dell’entrata in vigore della variante urbanistica con la quale s’introduce l’Ambito di Conservazione per la collina di Sant’Ilario. La norma di tutela, annunciata circa un anno fa dalla sindaco Marta Vincenzi, era attesa da tempo per bloccare l’avanzata
del cemento a Sant’Ilario, e ha un duplice obiettivo: bloccare l’espansione edilizia e salvaguardare il paesaggio di una delle zone più belle ma anche più “fragili“ della città. «Già adesso a Sant’Ilario non è possibile realizzare nuove costruzioni ma è possibile il cambio di destinazione d’uso - spiega Pierpaolo Tomiolo - In questo modo è come se, di fatto, avessimo consentito la costruzione
di nuove case ed è quello che, invece, vogliamo evitare. Così come vogliamo evitare che manufatti che adesso non si vedono, come possono essere appunto baracche, fienil e magazzini, diventino visibili alterando il paesaggio». Per quanto riguarda, invece, l’accessibilità
alla collina, la variante «tiene conto dell’esigenza di accessibilità sul lato est ma - spiega Tomiolo - esclude la realizzazione di nuove strade urbane. Dove è possibile bisogna privilegiare l’utilizzo di percorsi già esistenti, come è avvenuto sull’altro versante per la strada di San Rocco, e dove non arriva la strada si possono realizzare
impianti di risalita». Secondo l’architetto di Tursi l’ipotesi di tracciato di nuova strada, proposto dal Comune, che attraverserebbe il giardino dell’istituto agrario Marsano con una sorta di tunnel, «potrebbe essere compatibile con la variante anche se - osserva
Tomiolo - potrebbe anche non essere necessario realizzare una nuova strada sul versante est. Una strada che attraversa il Marsano, infatti, c’è già - sottolinea - basterebbe regolamentarne l’accesso attraverso un accordo con la scuola». Questo eventuale accordo dovrebbe riguardare, evidentemente, i residenti che avrebbero bisogno
di utilizzare la strada per raggiungere la propria abitazione con un veicolo, e mezzi di soccorso. «Ci sono già alcuni che utilizzano quella strada - osserva Tomiolo - Si tratterebbe di trovare una forma di regolamentazione degli accessi. Io credo che sia un’ipotesi da
prendere in considerazione». Se il Marsano - che si oppone con forza all’ipotesi del tracciato che attraverserebbe il giardino storico della scuola - fosse disponibile ad accettare questa soluzione, potrebbe forse essere quella che metterebbe d’accordo chi chiede una
nuova strada a levante con chi vuole salvaguardare la collina.
a.c.

I limiti all'espansione della città

CON LA LINEA VERDE UN FRENO ALL'ESPANSIONE IN COLLINA

Dovrebbero “saltare”, fra gli altri, i nuovi complessi residenziali proposti a Morego e in via Piombelli. I problemi della gestione transitoria


Primo banco di prova per la linea verde di Renzo Piano, quella oltre la quale la città compatta non si potrà più espandere. Dopo essere stata inserita nelle Linee d’indirizzo del nuovo Puc approvato all’inizio dell’anno dal consiglio comunale, la linea verde esordirà,
“operativamente“, nella variante al Puc appena approvata dalla giunta di Tursi. «Con la variante viene introdotta per le destinazioni abitative la linea verde, oltre la quale si elimina la possibilità di edificare - spiega Pierpaolo Tomiolo, direttore del settore Urbanistica in Comune - Si tratta di una prima attuazione della scelta
di bloccare l’espansione della città sulle colline, che sarà tradotta meglio nel nuovo Puc, e di favorire, invece, lo sviluppo costruendo sul costruito».
La scelta d’introdurre la linea verde già nella variante è determinata dalla volontà di bloccare alcune operazioni edilizie che, altrimenti, avrebbero il tempo di andare avanti fino a quando non sarà approvato il nuovo Puc. E fra i progetti proposti che dovrebbero “saltare“, anche perché l’iter amministrativo lo consente, ci sono, per esempio, quelli di nuovi insediamenti residenziali previsti in via Piombelli, a Rivarolo, e a Morego. Tomiolo, però, per ora preferisce non fare l’elenco degli interventi che, probabilmente, saranno definitivamente archiviati con l’entrata in vigore della variante urbanistica, ma
preannuncia che «saranno parecchi». Naturalmente molto conterà, in questo e anche negli altri casi d’incompatibilità fra progetti in itinere e variante al Puc, lo stato di avanzamento dell’iter amministrativo. E questo rappresenterà certamente l’aspetto più
delicato che l’amministrazione comunale dovrà affrontare nella fase di transizione fra l’entrata in vigore della variante e l’approvazione del nuovo Puc, che la giunta comunale dovrebbe presentare alla fine
del 2010.
«Per la maggior parte delle proposte di nuovi interventi sono state presentate richieste di convenzioni urbanistiche - spiega Tomiolo - Molti di queste proposte, però, non hanno i requisiti di pubblico interesse. Per noi sarà determinante proprio il possesso di questi requisiti per decidere se far andare avanti o meno un progetto». Un
principio, questo, di cui si terrà conto ogni volta che si dovrà verificare la compatibilità di interventi in itinere o progetti presentati con le nuove indicazioni della variante per quanto riguarda, sia la linea verde che l’introduzione della nuova classificazione in sottozone residenziali di conservazione e di riqualificazione. E’ presumibile, tuttavia, che su questa partita si
apriranno discussioni e “querelle“, politiche e non solo, e che i proponenti degli interventi eventualmente “bocciati“ promettano o presentino ricorsi al Tribunale amministrativo.
Di qui la prudenza dell’amministrazione nell’indicare le operazioni a rischio, visto che prima dell’entrata in vigore della variante dovranno passare ancora molti mesi.
a.c.

Intervento controverso

CAMPO DA GOLF ALL'ACQUASANTA ITER IN SALITA PER IL PROGETTO

Strada in salita per il progetto del campo da golf all’Acquasanta, se continuerà a prevedere, attorno, anche residenze e strutture alberghiere. Questo progetto, ormai “antichissimo“ (la prima versione risale a una ventina d’anni fa), non è oggetto della variante al Piano urbanistico comunale, ma si tratta di un intervento che da tempo fa discutere, anche perché si tratta, comunque di un intervento di espansione edilizia sulle colline. Il progetto, per il quale il consiglio comunale aveva dato nel 2006 il preventivo assenso alla variante urbanistica, prevede un campo a 27 buche, con annesso campo di pratica e un serie di strutture complementari, fra le quali anche edifici residenziali su una superficie agibile di circa 22.000 metri quadri.
Pierpaolo Tomiolo, direttore dell’Urbanistica a Tursi, non
nasconde le perplessità dell’attuale amministrazione e degli uffici sulla realizzazione di nuove costruzioni che esulino da quelle strettamente a servizio del campo da golf, «e comunque - osserva - se si volessero realizzare le residenze la Regione dovrebbe prima modificare il Piano paesistico regionale».
Il che, evidentemente, complicherebbe l’iter.

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