[movimenti.bicocca] uso delle fonti nella ricerca sociale

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Autor: Tommaso Vitale
Data:  
Para: ML movimenti Bicocca
Asunto: [movimenti.bicocca] uso delle fonti nella ricerca sociale
L’AIS organizza un convegno
sull'uso delle fonti nella ricerca sociale.



Il convegno è organizzato in collaborazione con la SISCO (Società
Italiana di Storia Contemporanea) e con la AISEA (Associazione
Italiana per le Scienze Etno-antropologiche) e si
terrà a Napoli il 14 e il 15 ottobre 2009, presso il Complesso
Monumentale di S. Marcellino, a cura della Sezione di Metodologia.

Il titolo del Convegno sarà:



Interrogare le fonti.

Un confronto interdisciplinare sul rapporto tra domande conoscitive e
basi di dati.



Il convegno è stato pensato come un’occasione per discutere il modo
in cui vengono utilizzate ed analizzate criticamente le diverse fonti
(fonti statistiche ufficiali, fonti amministrative, fonti documentali,
di produzione personale o istituzionale) alle quali gli scienziati
sociali ricorrono nel loro lavoro.

Se i sociologi hanno fatto della costruzione del dato uno dei loro
punti di forza metodologici, è anche vero che la storia della ricerca
sociologica è significativamente segnata da risultati teorici
ottenuti a partire dall’analisi e dalla interpretazione di fonti
statistiche e documentarie non prodotte dai ricercatori stessi.
Poiché la disponibilità di queste fonti si moltiplica con l’aumentare
delle informazioni prodotte dalle stesse strutture sociali, dai
processi della loro governance istituzionale, dalla riflessività, più
o meno controllata, delle reti interazionali, la loro rinnovata
valorizzazione critica nella costruzione della conoscenza dei fenomeni
sociali diventa un obiettivo cruciale per una sociologia che voglia
farsi strumento di comprensione delle società contemporanee e delle
loro trasformazioni.

In questa prospettiva riteniamo che il confronto con le altre
discipline storico-sociali, che per caratteristiche intrinseche del
loro approccio problematico sono avvezze più alla de-costruzione che
alla costruzione del dato, possa essere molto fruttuoso.

A caratterizzare la riflessione sarà proprio il confronto tra
discipline che, con la sociologia, condividono una serie di nodi
critici nel rapporto con le fonti: per quanto attiene al la scelta
dei documenti da utilizzare nella ricerca, alla loro selezione e
catalogazione e, soprattutto, alla loro interpretazione (con tutti i
passaggi e le decisioni ad essi connesse: di modalità e livelli di
standardizzazione delle informazioni, di formalizzazione e
riproducibilità dei codici interpretativi utilizzati e delle
elaborazioni e analisi prodotte).
Spesso storici, antropologi e sociologi utilizzano gli stessi tipi di
fonti, ma diverse sono le domande che rivolgono ad esse e diverso è,
di conseguenza, l’utilizzo che ne deriva.

La nostra ambizione è di aprire un dibattito non solo tecnico e
metodologico, ma anche sostantivo intorno alle aree tematiche ed alle
questioni teoriche connesse, ai diversi livelli di analisi: micro,
macro, meso.



È previsto che il convegno si articoli su tre mezze giornate, in cui
l’obiettivo è di articolare un confronto su altrettante tematiche
generali.

Tali tematiche dovrebbero essere tali da consentire il confronto tra
approcci diversi
(dal punto di vista disciplinare, metodologico, analitico).

La prima mezza giornata, in sessione plenaria, sarà dedicata al
confronto tra le diverse prospettive disciplinari, con il duplice
obiettivo di cogliere le diversità di accenti nel dibattito che sulle
fonti esse vanno costruendo e di favorire un reciproco arricchimento
metodologico e sostantivo, valorizzando la sovrapponibilità dei nodi
critici individuati.

A uno storico, un antropologo, un demografo, un sociologo si chiederà
di fare il punto sullo stato del dibattito in merito alle tipologia di
fonti utilizzate nei rispettivi ambiti disciplinari, alle domande
conoscitive per le quali ciascun tipo di fonte è ritenuta adeguata e
sui criteri di validità e attendibilità che sono ritenuti
discriminanti nella valutazione degli usi delle fonti stesse.

Le altre due sessioni, che si riterrebbe opportuno svolgere in seduta
plenaria o - a seconda del numero dei contributi che giungeranno dalle
sezioni - ciascuna in non più di due sessioni parallele, saranno
costruite interdisciplinarmente, sia coinvolgendo le diverse comunità
disciplinari entro cui si articola l’ormai molto ampia schiera dei
sociologi italiani che accogliendo i contributi che verranno dai
colleghi antropologi, storici, demografi, psicologi sociali.

La seconda mezza giornata avrà come tema l’analisi delle strutture
sociali e dei loro processi di mutamento, nei vari aspetti che
riguardano la composizione della popolazione, la sanità, l’assistenza,
la previdenza, la giustizia, la cultura e l’istruzione, il lavoro, i
consumi, il reddito, la qualità della vita, la ricerca scientifica e
l’innovazione tecnologica, le strutture di governo e di policy e
l’andamento dei risultati elettorali. I contributi dovranno esplorare
l’ampliarsi della gamma delle fonti disponibili, da quelle generate
dall’arricchimento e dall’evoluzione della produzione di statistiche
ufficiali da parte del SISTAN e delle fonti sovranazionali e
internazionali, a quelle derivate dalle attività amministrative e
dalla loro informatizzazione e standardizzazione, mostrandone
potenzialità e limiti; trattare l’adeguatezza delle diverse fonti
disponibili a fronte del mutare delle domande conoscitive, in
relazione all’approfondirsi delle conoscenze teoriche e delle
conseguenti esigenze di individuazione di una base empirica
pertinente, valida e attendibile; proporre possibili percorsi di
interazione tra contesti d’uso dei dati, in particolare quelli
suggeriti dalla ricerca, e contesti della loro produzione, sia in
termini di nuovi standard di qualità e accessibilità che di nuove
ipotesi di contenuti informativi.

  La terza mezza giornata, infine,  si focalizzerà sull’analisi della  
riproduzione intergenerazionale, per un verso, delle fratture e delle  
discontinuità , per un altro, nei percorsi e nelle carriere  
individuali,  attraverso i diversi ambiti e le diverse sfere di vita,  
dalla salute, al welfare, all’istruzione, alla famiglia ed alla sfera  
affettiva e riproduttiva, al lavoro, alle scelte di consumo, agli  
stili di vita, sino alle dimensioni espressive dei valori, delle  
conoscenze, dei giudizi, delle preferenze e dei gusti.    Anche a  
questo proposito, i contributi dovranno trattare l’ampliarsi del  
ventaglio delle fonti disponibili, da quelle generate  
dall’arricchimento dei mezzi di espressione personale (dai siti web,  
ai blog, ai profili e alle pagine dei network del web 2.0) a quelle  
derivate dalle attività, istituzionali e non, nelle quali i singoli  
individui risultano sempre più monitorati e nelle quali lasciano  
sempre più tracce delle proprie scelte e dei propri percorsi, grazie  
alla pervasività delle tecniche di registrazione,  standardizzazione e  
digitalizzazione delle relative informazioni; dovranno evidenziarne  
potenzialità e limiti, compresi quelli di  intrusività  e di  
accessibilità alla ricerca;  trattare l’adeguatezza delle diverse  
fonti disponibili a fronte del mutare delle domande conoscitive e –  
per converso – le nuove domande che la disponibilità di quei dati  
consente di porsi, fornendo  una nuova base empirica pertinente,  
valida e attendibile; proporre possibili percorsi di interazione tra  
contesti d’uso dei dati e contesti della loro produzione, sia in  
termini di nuovi standard di qualità e ammissibilità che di  
democraticità e contestabilità delle strutture di controllo e  
governance della cosiddetta “società dell’informazione”.