avellino@??? ha scritto: > uno che fotografa fascisti e anti fascisti insime
> ma che cosa c'entra. Non stiamo facendo il processo a una persona,
spero. (anche perché allora io inizierei dal 1977 e anche lì ci sarebbe
da discutere sul problema della rappresentazione e dell'uso che se ne fa)
stiamo invece cercando di analizzare i nostri rapporti con chi fa foto e
per quale motivo le fa.
E non sarebbe male aprire con lui e con altre persone che sono venute
una discussione intelligente, sul copyright, sui media, sui soggetti da
fotografare, sulla relazione difficile tra movimento e rappresentazione
di se stesso, su perché alcuni possono e altri non possono riprendere le
situazioni (you tube per esempio è ok?)
Sappiate che l'ufficio stampa freakettone che ha accompagnato
l'hackmeeting quest'anno, ha cercato di usare proprio questo approccio
con i giornalisti scriventi che sono venuti.
A me però dispiace che questa discussione mostri livelli di banalità. Su
questi temi sono stati scritti interi volumi, perché il problema del
soggetto/oggetto è solo di hackers e hackmeeting, ma anche di popoli
indigeni, mogli dei mafiosi, bambini rom.
E' giusto fotografare lo sgombero di una bidonville? Si e no. No se
mostra la bidonville solo come un cenciaio. Ma qual è il confine tra
foto che racconta e foto che stereotipizza?
Sappiamo analizzare qui dentro le cose con meno istintività? Beh, penso
sarebbe bello farlo.
Altrimenti continuiamo sempre e solo a giocare, e tra poco saremo pure
spazzati via....
ciao
