[NuovoLab] Dall'aeroporto di Tegucigalpa

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Szerző: brunoa01
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Dall'aeroporto di Tegucigalpa

Di ritorno dall'aeroporto di Tegucigalpa, dove abbiamo atteso per ore il ritorno del presidente Manuel Zelaya, deposto dal colpo di Stato. Attesa inutile, ma sono state ore di rara intensità. La polizia lascia entrare i giornalisti nel piazzale dello scalo, oltre i cordoni per fermare i manifestanti, i cameramen si piazzano al secondo piano, dove possono inquadrare la pista. La grande manifestazione è tranquilla e disarmata, poi da lontano si sentono i colpi e si vede il fumo dei lacrimogeni. Fuggi fuggi generale. Un cameraman di Al Jazeera è l'unico ad aver ripreso la scena, un poliziotto ha sparato in fronte a un ragazzino. Ci fa rivedere la registrazione, è nitida e terribile e non la manderanno in onda. Arriva un graduato dell'esercito, giura che il poliziotto ha perso la testa, non c'era l'ordine di sparare. Sarà, ma tutti i ragazzi erano disarmati, l'arma più terribile che ho visto era un bastone di legno di mezzo metro di lunghezza.
IMG_0032.JPG Si cerca di capire dov'è l'aereo di Zelaya, se è atterrato da qualche parte, ma il governo ha messo radio e tv in "cadena nacional", la censura dei giorni nostri, per non far sapere nulla del ragazzo ucciso. Dalle radioline arriva solo il discorso del golpista Micheletti, registrato ore prima. La folla sta per perdere ogni speranza, ma all'improvviso un piccolo jet comincia a girare sopra l'aeroporto. La gente inizia a gridare e applaudire, e l'esercito mette camionette di traverso sulla pista. Sì, è' l'aereo di Zelaya, lo conferma l'altoparlante della manifestazione collegato con l'unica radio libera di Tegucigalpa, Globo FM.

La scena diventa surreale quando l'emittente chiama il presidente deposto al cellulare e lo mette in onda. "Non possiamo atterrare, ma voi tenete duro", dice dal cielo il leader deposto ai manifestanti. Il jet infine se ne va, atterrerà a Managua, in Nicaragua e poi proseguirà per El Salvador. La manifestazione si scoglie, ma non prima di aver cantato l'inno nazionale e gridato "Assassini, assassini!" ai poliziotti. Si corre verso casa perchè inizia il coprifuoco. Domani si ricomincia.

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