[NuovoLab] la resistenza popoalre in honduras

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Author: brunoa01
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Subject: [NuovoLab] la resistenza popoalre in honduras

I dubbi su ciò che sarebbe potuto succedere dopo la brutale repressione perpetrata dall’Esercito e dalla Polizia honduregna, si sono dissolti quando centinaia di persone si sono presentate nei locali dello Stibys – uno dei più combattivi sindacati del paese – per organizzare una nuova strategia di lotta e tornare immediatamente a manifestare per le strade di Tegucigalpa, dimostrando il loro rifiuto al governo spurio di Roberto Micheletti, e chiedendo contemporaneamente il ritorno del presidente Manuel Zelaya Rosales.

Le varie organizzazioni che conformano il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, hanno dimostrato per l’ennesima volta di essere decise a portare avanti una lotta esemplare, dimostrando al mondo che nemmeno la violenza più brutale può fermare un popolo organizzato.

“Continueremo a portare avanti la nostra lotta di resistenza pacifica. Ritorniamo nelle strade e ci hanno appena informati che in questo momento ci sono occupazioni di importanti vie di comunicazione in vari dipartimenti del paese – ha detto Juan Barahona, dirigente sindacale e membro del Blocco Popolare dell’Honduras –.

Continueremo la lotta affinché venga rispettato l'ordine costituzionale. Non possiamo rimanere rintanati nelle case, nascondendoci. Dobbiamo uscire perché la nostra trincea sono le strade della capitale.

La repressione di ieri – ha continuato Barahona – più che incutere timore ha temprato il morale delle organizzazioni sociali, sindacali e popolari. Dobbiamo restare uniti, fare un solo blocco e tornare a dimostrare il nostro rifiuto al colpo di stato".

Vittima della repressione

Juan Carlos Espinoza ha 27 anni ed è maestro. Lunedì scorso si trovava di fronte alla Casa Presidenziale con i suoi genitori, dimostrando in modo pacifico il suo rifiuto al colpo di stato.
È stata una delle tante vittime - più di 200 feriti e 100 catturati - della repressione.

Grossi ematomi all’occhio ed in varie parti del corpo, una grossa ferita sulla testa, sono il risultato della violenza inumana di cinque soldati che si sono accaniti su di lui.
“Mi sono buttato a terra in posizione fetale, attento a proteggere gli organi vitali, mentre i soldati mi sferravano calci e mi colpivano con il calcio del fucile”, ha raccontato Juan Carlos.

Non hanno avuto rispetto per nessuno ed è stato un attacco selvaggio al diritto di manifestazione. Nonostante quanto accaduto la resistenza continua, perché la cosa peggiore che potremmo fare è farci intimidire. Siamo coscienti della necessità di fare rispettare lo stato di diritto in Honduras, perché abbiamo la ragione dalla nostra parte e non siamo disposti a permettere colpi di stato.

La lotta continua – ha concluso Juan Carlos Espinoza - ed uno dei punti più importanti è quello dell'informazione, perché la popolazione è completamente disinformata e riceve solamente le notizie dei mezzi di comunicazione che appartengono ai grandi impresari. Tutti gli altri sono stati chiusi."

Durante la massiccia attività è anche apparso il segretario generale dello Stibys e candidato presidenziale indipendente, Carlos H. Reyes, uscito dalla clandestinità dopo il tentativo di cattura durante la repressione militare del passato lunedì.

Reyes ha informato i presenti dell’annuncio fatto dal presidente Zelaya circa un suo ritorno nel paese giovedí prossimo, 2 luglio, facendosi accompagnare dal segretario generale della Osa, Miguel Insulza, e dari vari presidenti latinoamericani.

Il possibile ritorno di Zelaya ha creato enormi aspettative tra la gente e molta preoccupazione per il governo “di fatto”. Micheletti ha infatti annunciato che al momento di entrare in territorio honduregno, il presidente Zelaya Rosales verrebbe immediatamente arrestato per una serie di gravi accuse formulate dal Pubblico Ministero. I movimenti popolari hanno denunciato che le “prove” di tali delitti sarebbero state preparate con una data antecedente il colpo di stato, in modo tale da far credere che le due cose non siano relazionate.

Nuovamente nelle strade

Dopo l'attività, centinaia di persone si sono concentrate a poche centinaia di metri dalla Casa Presidenziale e dal parco in cui il governo ha chiamato a raccolta i suoi sostenitori.

Il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare ha letto il suo secondo comunicato nel quale condanna il colpo di stato e la brutale repressione perpetrata da "militari, ex-militari dell'Esercito nazionale, la Polizia nazionale, il Battaglione 316, che riporta l’Honduras ai brutti e tristi ricordi della guerra fredda, degli omicidi e delle sparizioni commesse al servizio dell'oligarchia, ora golpista".

Si chiede popolazione di "mantenersi in resistenza e continuare le manifestazioni pacifiche nelle principali città, strade e municipi del paese", si condanna "la violazione alla libertà di espressione. Ci sono canali e stazioni radio chiuse, giornalisti incarcerati, perseguiti e con ordina di cattura".

Infine i dirigenti che conformano questa nuova istanza di coordinazione dei movimenti, hanno informato nel comunicato che "il colpo di stato è stato condannato a livello internazionale e nella risoluzione della ONU, non viene nemmeno presa in considerazione la farsa che ha portato Roberto Micheletti alla presidenza".

Honduras isolato

Il rifiuto al colpo di stato è stato unanime in tutto il mondo, ed l’Honduras si trova in una situazione di isolamento fisico, politico, economico e commerciale senza precedenti nella sua storia.

Durante qeste ultime ore, l'Assemblea generale dell'ONU ha sollecitato la restituzione "immediata e senza condizioni" della carica di governo al presidente Manuel Zelaya. Nella sua risoluzione ha condannato "il colpo di stato nella Repubblica dell’Honduras che ha interrotto l'ordine democratico e costituzionale".

Ha chiesto inoltre che ai suoi 192 Stati membri di "non riconoscere nessun altro governo che non sia quello del presidente costituzionale Manuel Zelaya".

Il Nicaragua, Guatemala ed il Salvador hanno chiuso le frontiere terrestri iniziando in questo modo il blocco commerciale con l’Honduras, mentre la Banca Mondiale ha annunciato la sospensione della consegna di 270 milioni di dollari già approvati per vari progetti.

Il governo spagnolo ha invece chiesto ai paesi dell'Unione Europea di richiamare con carattere d’urgenza i propri ambasciatori, per dimostrare fermezza nella condanna del colpo di stato.
Il segretario generale dell'Osa, ha infine dichiarato che "senza un riconoscimento legale, senza risorse, senza la possibilità di accedere a un organismo internazionale di credito, senza essere ammesso in nessun organismo internazionale, senza relazioni con nessun paese, la dittatura non è in grado di reggeresi da sola”.

© (Testo Giorgio Trucchi Lista Informativa “Nicaragua y más” di Associazione Italia-Nicaragua)


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