Zelaya arrestato e trasferito in Costa Rica. Voleva riformare la Costituzione per essere rieletto
I magistrati della Corte Suprema: "Siamo stati noi a guidare l'esercito". Obama "molto preoccupato"
Colpo di Stato militare in Honduras
Chavez minaccia di intervenire
Il leader venezuelano pronto ad usare le armi per liberare il suo ambasciatore
"Sequestrati" anche i rappresentanti diplomatici di Cuba e Nicaragua
Colpo di Stato militare in Honduras Chavez minaccia di intervenire
TEGUCIGALPA - Colpo di Stato in Honduras. Il presidente Manuel Zelaya è stato trasferito con la forza in Costa Rica; sua moglie è in un rifugio segreto sulle montagne. Arrestati altri otto ministri, tra cui il capo del dicastero degli Esteri Patricia Rodas allontanata oltre frontiera. "Sequestrati" anche gli ambasciatori di Venezuela, Cuba - poi rilasciato - e Nicaragua nella capitale Tegucigalpa. La città in cui oggi si doveva tenere il referendum per avrebbe permesso al presidente di candidarsi per un secondo mandato, è invasa dai corazzati militari, le comunicazioni con il paese sono quasi impossibili e le trasmissioni radio e tv sono state sospese.
Pietre contro i soldati. Un cordone di soldati è schierato attorno al palazzo presidenziale dove un centinaio di sostenitori del presidente con indosso la t-shirt "sì al referendum", manifestano gettando pietre sui soldati e gridando "traditori, traditori".
I giudici ispiratori dell'intervento militare. "Siamo stati noi - ammettono i giudici della Corte Suprema di Tegucigalpa - ad ordinare ai militari di agire perchè Zelaya aveva tentato di violare la legge facendo votare un referendum per autorizzare la sua rielezione". Presidente ad interim è stato nominato il presidente del parlamento Roberto Micheletti in attesa delle nuove elezioni indette il prossimo 29 novembre.
Zelaya: "Hanno mitragliato la mia casa". Drammatico il resonto del golpe rilasciato dal presidente Zelaya giunto all'aeroporto di San José in Costa Rica: "Quello che ho subito stamane è stato un sequestro compiuto dai militari. Hanno mitragliato la mia casa. La mia guardia d'onore ha opposto resistenza per almeno venti minuti, sono stato svegliato dagli spari e dalle urla. Sono stato portato via in pigiama", ha raccontato Zelaya. I militari, ha aggiunto, sono entrati "sparando, e ho dovuto proteggermi dai colpi: mi hanno minacciato e puntato contro le armi". Zelaya ha concluso il drammatico resoconto con un appello alla comunità internazionale: "Io non mi sono dimesso. Nessuno riconosca gli usurpatori. Difendete l'Honduras".
Chavez: "Pronto ad intervenire con le armi". Il presidente venezuelano Hugo Chavez, vicino politcamente a Zelaya, ha annunciato di aver messo in stato di massima allerta le forze armate e ha minacciato un intervento militare in Honduras se il suo ambasciatore a Tegucigalpa non sarà rilasciato. "Dietro i soldati golpisti si nascondono la borghesia honduregna - ha detto Chavez - i ricchi che hanno trasformato l'Honduras in una repubblica delle banane, in una base politica, militare e terroristica dell'impero nordamericano", ha aggiunto. "Lancio un appello al presidente degli Stati Uniti perché condanni come noi questa aggressione".
Obama: "Sono preoccupato". E il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ha espresso "profonda preoccupazione" per l'arresto del presidente dell'Honduras. "Chiedo a tutti gli attori politici e sociali in Honduras di rispettare lo stato di diritto" ha detto il presidente Usa. Anche il segretario di Stato americano ha condannato senza remore il golpe. "Sono stati violati i principi democratici" ha detto Hillary Clinton e l'ambasciatore degli Stati Uniti a Tegucigalpa Hugo Llorens, ha ripetuto convinto che "l'unico presidente che gli Stati Uniti riconoscono nel paese è Zelaya". La Casa Bianca ha respinto però con forza l'accusa di aver avutoun ruolo nel golpe: "Non c'è stato alcun coinvolgimento statunitense in quest'azione", ha riferito un funzionario della presidenza Usa.
Scontro Zelaya-esercito. La tensione a Tegucigalpa stava montando da giorni dopo che il presidente Zelaya aveva annunciato un progetto di modifica della Costituzione, sfidando così il potere dell'esercito e del Congresso. Zelaya puntava a cambiare la carta fondamentale per far sì che potesse essere rieletto per più di un singolo mandato di 4 anni. In un'intervista rilasciata qualche giorno fa al quotidiano spagnolo El Pais, Zelaya aveva sostenuto che "un altro tentativo di sottrargli il potere" era stato recentemente respinto dal suo governo solo dopo che gli Stati Uniti si erano rifiutati di sostenere il golpe.
___________________________________
NOCC,
http://nocc.sourceforge.net