[NuovoLab] Facebook è della CIA?

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Author: Edoardo Magnone
Date:  
To: Mailing list del Forum sociale di Genova
Subject: [NuovoLab] Facebook è della CIA?
www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - linguaggio e
comunicazione - 23-06-09 - n. 279

da Argenpress -
www.argenpress.info/2009/05/noticias-censuradas-xxiii-facebook-es.html
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di
Cultura e Documentazione Popolare

Facebook è della CIA?

di Ernesto Carmona*

26/05/2009

I media celebrano Mark Zuckerberg come il giovane prodigio che a soli
23 anni è diventato miliardario grazie al successo di Facebook, ma non
prestano attenzione agli "investimenti di capitale a rischio" per più
di 40 milioni di dollari effettuati dalla CIA per sviluppare la rete
sociale.

Nel 2008, quando la frenesia speculativa di Wall Street ha portato gli
incauti a ritenere che il valore di Facebook fosse pari a 15 miliardi
di dollari, Zuckerberg si trasformò nel più giovane miliardario "che
si è fatto da solo" nella storia della classifica della rivista
Forbes, con 1.500 milioni di dollari. Fino a quel momento, il capitale
a rischio investito dalla CIA sembrava aver ottenuto un buon
rendimento, ma il "valore" di Facebook nel 2009 si è attestato al suo
livello reale facendo scomparire Zuckerberg dalla lista di Forbes.

La bolla Facebook è stata gonfiata quando William Gates, proprietario
di Microsoft, nell'ottobre 2007 ha acquisito una partecipazione del
1,6% per la cifra di 240 milioni di dollari. Ciò ha portato ritenere
che se l'1% di Facebook costava 150 milioni di dollari, allora il
valore del 100% sarebbe stato pari a 15 miliardi di dollari, ma
l’inganno finì per sgonfiarsi. La questione fondamentale è che
Facebook esiste grazie ad un investimento di capitali a rischio da
parte della CIA.

Nel 2009, i media non hanno lesinato nella "propaganda informativa" la
celebrazione del culto di Zuckerberg come paradigma del giovane
imprenditore vincente, ma la reiterata diffusione di questa "notizia"
non ha sortito l'effetto di far sì che la rivista "Forbes" lo
mantenesse nella versione 2009 della sua classifica (1). Il giovane
prodigio era scomparso dalla lista, nonostante l'intensa campagna
della CNN e dei principali media mondiali che riflettono gli interessi
di Wall Street. "Forbes" è come l'Oscar delle grandi imprese e gonfia
o sgonfia il valore delle azioni.

Secondo un'inchiesta del giornalista britannico Tom Hodgkinson
pubblicata nel 2008 dal The Guardian (2) e commentata da alcuni media
indipendenti di lingua inglese, ma senza alcuna ripercussione sulla
grande stampa, la CIA ha investito su Facebook molto prima che
diventasse uno dei più popolari social network di Internet.

La propaganda aziendale ha fatto sì che il portale diventasse un
sinonimo di successo sociale, popolarità e di buoni affari. Facebook è
presentato come un innocuo sito web di reti sociali che facilita i
rapporti interpersonali.

La sua popolarità fa leva sul fatto che i suoi circa 70 milioni di
utenti aumenteranno a 200 milioni in tutto il mondo in un paio di
anni, basandosi sulla migliore performance settimanale in cui ha
acquisito fino a due milioni di nuovi utenti. Tuttavia, Facebook non
convince tutti.

Critici e detrattori

"Chi non è su Facebook non sta da nessuna parte o è antisistema",
dicono alcuni. È come avere una nuova immagine ma senza contenuto, per
darsi importanza nel megacentro commerciale in cui si è trasformato
Internet, in sostituzione delle vecchie piazze, dicono altri. La
maggior parte dice che è uno strumento pragmatico per rincontrare i
vecchi compagni d'infanzia e della giovinezza persi nei passaggi della
vita. I suoi fautori di sinistra lo ritengono utile per promuovere la
lotta contro la globalizzazione ed il coordinamento delle attività,
come per le campagne contro le riunioni del G8.

Il giornalista spagnolo Pascual Serrano ha descritto come è stato
utilizzato dal governo della Colombia per coordinare la giornata
internazionale contro le FARC che nel 2008 ha segnato l'inizio
dell’offensiva propagandistica contro la guerriglia e che continua
tuttora. Ed è palese che Facebook sia stato strumentalizzato dalla
CIA. Per Walter Goobar, di MiradasAlSur.com, "è in realtà un
esperimento di manipolazione globale: [...] è un sofisticato strumento
di finanziamento da parte della Central Intelligence Agency, CIA,
utilizzato non solo per il reclutamento di agenti e la raccolta di
informazioni su tutto il pianeta, ma anche per le operazioni sotto
copertura".

A grandi linee Facebook è uno strumento di comunicazione che permette
di contattare e archiviare indirizzi e altre informazioni di amici e
familiari. Si tratta di una miniera di informazioni sulle amicizie dei
suoi utenti, per enti come il Dipartimento per la Sicurezza degli
Stati Uniti, e in generale per gli organismi dell'intelligence,
dall'era Bush impegnati con pari entusiasmo nei confronti del "nemico"
esterno ed interno.

Milioni di utenti offrono informazioni sulla loro identità, fotografie
e liste dei loro articoli di consumo preferiti. Un messaggio da un
amico li invita a registrarsi e a partecipare a Facebook. I dati
personali, che di solito sono catturati da tutti i tipi di truffatori
e clonatori di carte di credito, finiscono anche nel disco rigido dei
servizi di sicurezza degli Stati Uniti. Il sistema Beacon di Facebook
compie un monitoraggio degli utenti e degli associati, compresi quelli
che non sono mai stati registrati o che si disabilitano. Facebook è
più pratico e veloce di InfraGard (2), ovvero le 23.000 microcomunità
o "cellule" di piccoli commercianti-informatori, predisposto dal FBI
per conoscere il profilo psico-politico della loro clientela.

Dal dicembre 2006, la CIA utilizza Facebook per reclutare nuovi
agenti. Gli altri organismi pubblici per il reclutamento e
l'assunzione sono tenuti a sottostare ai regolamenti federali, ma la
CIA ha acquisito una libertà senza freni sotto l'amministrazione Bush,
anche di torturare senza salvare le apparenze. "Non è necessario alcun
permesso per inserirci nella rete sociale", ha detto la CIA.

Capitale a rischio CIA

Un allarme fondato sulla proprietà CIA di Facebook è stato lanciato
dal giornalista britannico Tom Hodgkinson, e documentato in questo
articolo “With friends like these ...” (Con amici come questi ...)
pubblicato sul The Guardian del 14 gennaio 2008 (3). Egli dichiara
che, dopo l'11 settembre 2001, è raddoppiato l'entusiasmo per l'alta
tecnologia che aveva già catturato la comunità dell’intelligence
statunitense quando due anni prima aveva creato il fondo di capitali
"In-Q-Tel", per le opportunità di investimenti a rischio nelle alte
tecnologie.

Per il giornalista Hodgkinson, i legami di Facebook con la CIA passano
attraverso Jim Breyer, uno dei tre principali partner che ha investito
nella rete sociale 12,7 milioni di dollari nell’aprile 2005, socio nel
fondo di capitali Accel Partners, membro direttivo di giganti come
Wal-Mart e Marvel Entertainment ed ex presidente della National
Venture Capital Association (NVCA), che si caratterizza
nell’investimento sui giovani talenti.

"L'ultimo round di finanziamento per Facebook è stato condotto da una
società finanziaria denominata Greylock Venture Capital, che ha
immesso 27,5 milioni di dollari", ha scritto Hodgkinson. "Uno dei
principali partner della Greylock si chiama Howard Cox, altro ex
presidente della NVCA ed anche lui nel consiglio di amministrazione di
In-Q-Tel".

"Che cosa è In-Q-Tel?" si chiede Hodgkinson, "Bene, che ci crediate o
meno (e verificatelo sul loro sito web) è un fondo di capitali a
rischio della CIA". Creato nel 1999, la sua missione è di
"identificare e associarsi alle aziende che stanno sviluppando nuove
tecnologie per contribuire a fornire soluzioni alla Central
Intelligence Agency".

Il sito web di In-Q-Tel (4) raccomandato da Hodgkinson è molto
esplicito: "Nel 1998, il direttore della Central Intelligence (DCI) ha
individuato la tecnologia come una delle massime priorità strategiche,
direttamente collegata al futuro progresso tecnico dell’agenzia, per
migliorare le missioni di raccolta e analisi. La direzione del
Dipartimento di Scienza e Tecnologia ha ideato un radicale progetto
per la creazione di una nuova società che consentirebbe all’agenzia di
migliorare l'accesso all'innovazione nel settore privato". Cristallino
come l’acqua, ha dichiarato Hodgkinson.

Note e fonti:
1) 2009 Forbes relazione:
http://www.forbes.com/lists/2009/10/billionaires-2009-richest-people_The-WorldsBillionaires_CountryOfCitizen_18.html.
2) http://www.infragard.net
3) http://www.guardian.co.uk/technology/2008/jan/14/facebook
4) http://www.iqt.org/about-iqt/history.html

*Ernesto Carmona è giornalista e consulente per la FELAP, (Federazione
Latino Americana dei Giornalisti), consulente del Collegio Nazionale
di Giornalisti del Cile e socio del Circolo dei Giornalisti di
Santiago.