Rifiuti, il dossier segreto:«Meglio il gassificatore»

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Szerző: brunoa01
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Tárgy: Rifiuti, il dossier segreto:«Meglio il gassificatore»
secolo xix

Rifiuti, il dossier segreto:«Meglio il gassificatore»
consegnato il rapporto della commissione
Lunedì saranno presentate ufficialmente le conclusioni dei tecnici
L'ULTIMO IMPIANTO che - a Scarpino - accoglierà il rifiuto che proprio non ne vuole sapere di farsi riciclare sarà un gassificatore a "fusione diretta": un macchinario molto utilizzato in Corea e Giappone, poco in Occidente, che serve per bruciare la spazzatura e produrre gas. Dimensioni? In teoria si specifica che non sarà un "altoforno da rifiuti", perché lo scenario individuato prevede che in futuro il capoluogo arrivi a riciclare addirittura il 65% dei suoi rifiuti. In pratica, però, l'indicazione è quella di realizzare un impianto più grande, di quello che servirà alla fine. La giustificazione: dovrà gestire la fase per passare dal 45% di raccolta differenziata al 65%. È questo, secondo la commissione tecnica nominata dal Comune per la scelta dell'impianto finale del ciclo dei rifiuti, l'identikit del sistema necessario a Genova e per "terminare" i suoi rifiuti. La commissione ha già consegnato i risultati di sei mesi di lavoro all'assessore Carlo Senesi e ad Amiu. Lunedì la relazione verrà ufficialmente illustrata a una commissione consigliare congiunta Comune-Provincia. Seguirà un passaggio all'Ato (l'organo composto dai 67 comuni della Provincia), poi tutto verrà passato ad Amiu, che avrà il compito di indire la gara e costruire l'impianto.
La commissione, composta da Paola Fontanella (nominata dalla Provincia), Mauro Solari (per i Municipi Medio Ponente e Valpolcevera), Carlo Sacco (per Amiu), Ornella Risso (per gli uffici comunali), Attilio Tornavacca (per la Regione, dopo le dimissioni di Gabriella Minervini) e Italo Porcile (per il consiglio comunale), ha audito in questi mesi Enea, come ente pubblico che si occupa di recupero energetico, Hera come azienda che ha sperimentato la torcia al plasma, Nippon Steel come società produttrice di gassificatori, la scuola agraria di Monza per capire le più innovative tecniche di compostaggio. Sopralluoghi ad Alessandria, Bergamo, Barcellona, Francoforte, Bassano del Grappa e Vedelago. Poi le conclusioni, pubblicate in decine di pagine di relazione. L'impianto finale genovese sarà in realtà un insieme di tecnologie diverse: una sezione per la separazione del secco dall'umido, una per lo smaltimento della frazione umida con produzione di biogas, una per il termotrattamento della frazione secca e la depurazione dei fumi, una per la produzione di energia, un'ultima per l'utilizzo del calore residuo al fine di depurare il percolato prodotto. All'interno il sistema per "bruciare". La commissione si limita a mettere una di fianco all'altra le alternative che per Genova appaiono le uniche da poter prendere in considerazione: l'inceneritore a griglia raffreddata ad acqua, l'inceneritore a letto fluido e il gassificatore a fusione diretta. Di questi tre vengono elencati in una specifica tabella (che riportiamo qui a fianco) pecche e virtù. Basta un'occhiata al grafico per capire che, grazie a un minor impatto ambientale e a una maggiore qualità (unita a una minore quantità) delle scorie che rimangono dopo il trattamento finale, il gassificatore giapponese vince su tutti gli altri sistemi. Questo impianto dovrà essere dimensionato per trattare 260 mila tonnellate di rifiuti l'anno, anche se l'obiettivo (tramite un potenziamento della raccolta differenziata) è quello di bruciarne 160 mila.
Da dove iniziare? La commissione sostiene che per prima cosa Genova debba mettere a gara la costruzione di un impianto di separazione secco-umido. Per capire, nell'umido ci sono ad esempio scarti e avanzi di cibo, filtri usati di the e camomilla, ossa di piccole dimensioni, noccioli, fiori recisi e piante domestiche, tovaglioli di carta unti. Nel secco giocattoli rotti, penne, pennarelli, piatti, bicchieri, posate in plastica, rasoi usa e getta, pannolini e assorbenti, ecc.. In secondo luogo si suggerisce di iniziare a produrre energia creando la sezione di "digestione anaerobica" (tutto l'organico viene trasformato in gas e quindi in energia). Il suggerimento di dimensionamento del gassificatore avanzato dalla commissione, se verrà recepito dalla politica e trasmesso così com'è ad Amiu, che ha il mandato di fare la gara, potrà creare qualche problema in Consiglio comunale. All'epoca della delibera che decise come terminare il ciclo dei rifiuti, infatti, si votò un documento che prevedeva un impianto finale grande abbastanza da bruciare solo il 45% dei rifiuti prodotti. Invece, almeno in una fase di transizione, qui si ipotizza un sistema più capiente. Ma nessuna votazione dovrà essere espressa dal Consiglio comunale, che si era già pronunciato all'inizio del percorso. Sempre che il percorso non muti, dopo la commissione congiunta di giovedì si andrà direttamente all'Ato e, poi, alla gara d'appalto e ai lavori.
daniele grillo
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