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Autore: blanca
Data:  
To: forumlucca
Oggetto: [Forumlucca] Lettera di don Farinella al cardinal Bagnasco sulla questione morale

Lettera di don Paolo Farinella al Card. Bagnasco, 31 maggio 2009

Egregio sig. Cardinale,

viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei
vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi
al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente
alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in
senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali
a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del
cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del
cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo
interessano per caduta diretta il popolo della sua città.

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei
(24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio
2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha
trattato – o meglio non ha trattato – la questione morale (o
immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del
presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile:
frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della
falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass
media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a
diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento.
Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa
pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare
minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo
descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio».
Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel
deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa
estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del
consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire
sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo e sulla
sua pedofilia. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato
che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia
come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto
della morale
cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato
in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi
elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa)
come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della
famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola
inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro
popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli
istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I
vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni,
sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la
«verità» che è la nuda «realtà». Il vostro atteggiamento è recidivo
perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti
degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e
dell’Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il
governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra
presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze
(Dico)
e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei
supremi «principi non negoziabili» e ora non avete altro da dire se
non che le vostre paroline sono «per tutti», cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie:
i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete
lesinato bacchettate all’integerrimo e cattolico praticante, Prof.
Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date
forse un’assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in
campo etico voi «parlate per tutti»? Questa espressione vuota vi
permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra
della morale generica (cioè l’immoralità) e i cavoli degli interessi
cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha
avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private,
ponendo da sé in relazione i due fatti. E’ forse un avvertimento che
se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il
governo e l’attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei
cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e
a devolvere l’8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente
sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve,
però, sapere che è una conseguenza diretta dell’inesistente magistero
della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in
servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i
vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che
non è grave e passano sopra all’accusa di pedofilia, stili di vita
sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla
falsità, sulla bugia e sull’odio dell’avversario pur di vincere a
tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono
per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli
deformano moralmente il nostro popolo con «modelli televisivi»
ignobili, rissosi e immorali.

Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete
corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più
grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali.
Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi
ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e
alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che
il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà
personale e per l’altro 50% sotto l’influenza diretta del presidente
del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d’interessi
che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro
Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica
i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia
ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile
svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da
spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale
cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli
immigrati, consegnandoli a morte certa? Non è lo stesso uomo che ha
fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana
Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita «dal suo
sorgere fino al suo concludersi naturale»? La vita dei neri vale meno
di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati
dall’eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i
cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e
complici dei suoi delitti che anche l’etica naturale condanna? Come
sono lontani i tempi di Sant’Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di
entrare nel duomo di Milano perché «anche l’imperatore é nella Chiesa,
non al disopra della Chiesa». Voi onorate un vitello d’oro.

Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi
avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero
perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per
vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un
padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da «mammona
iniquitatis», si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta
economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il
loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che – è il caso di
dirlo – è un silenzio d’oro? Quando il vostro silenzio non regge
l’evidenza dell’ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole
e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo:
«troncare, sopire … sopire, troncare».

Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? «Veda vostra
paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da
seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo … si fa peggio. Lei sa
cosa segue: quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una
bagattella, e vanno avanti, vanno avanti… A voler trovarne il fondo, o
non se ne viene a capo, o vengon fuori cent’altri imbrogli. Sopire,
troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire» (A. Manzoni,
Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia
al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una
«bagatella» per il cui perdono bastano «cinque Pater, Ave e Gloria»?
La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi
dall’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non
avete smentito: «Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati.
Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue
direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la
Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix» (La
Stampa, 8-5-2009).

Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della
Chiesa, l’integerrimo sant’Ilario di Poitier, che già nel sec. IV
metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell’imperatore
Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: «Noi non abbiamo più un
imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro
un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci
flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni
(dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci
spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù
invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma
prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci
uccide l’anima con il denaro» (Ilario di Poitiers, Contro l’imperatore
Costanzo 5).

Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di
rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo,
un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo
il 50% di pertinenza del presidente della Cei «per interessi
superiori», lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una
città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita
della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani,
basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e
del tessuto connettivo della convivenza civile.

Lei ha parlato di «emergenza educativa» che è anche il tema proposto
per il prossimo decennio e si è lamentato dei «modelli negativi della
tv». Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l’arco di
Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice
veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di
vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro
che la prospettiva del «velinismo» o in subordine di parlamentare alle
dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come
premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se
donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte
alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un
esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro
solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella
tratta delle minorenni da immolare sull’altare del tempio del
suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan,
come la stampa inglese ha definito l’Italia.

Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi
esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza
alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza
delle verità come insegna Giovanni Battista che all’Erode di turno
grida senza paura per la sua stessa vita: «Non licet»? Al Precursore
la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro
«tacere» porta fortuna.

In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova, 31 maggio 2009

Paolo Farinella, prete