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VERDI CONTRARI A TUTTO INVECE DI SCEGLIERE POCHE BATTAGLIE GIUSTE
LUIGI GIA
Bisognerà che, prima o poi, in questa regione, qualcuno affronti con serietà e metodo il "problema cemento". Che è poi il problema del fare e del non-fare. Ogni volta che si annuncia una nuova opera (sia essa un posteggio o un´autostrada) scattano le polemiche, i blocchi, i corsi e i ricorsi (al Tar e al Consiglio di Stato, soprattutto). Precisiamo, innanzitutto: la coscienza ecologista e ambientalista ha portato grandi benefici nello sviluppo del Paese e, quindi, della Liguria. Se fosse esistita già qualche decennio fa non avremmo, non solo lungo le nostre coste ma anche nelle periferie, tante opere inqualificabili e vergognose che oggi sogniamo di abbattere. Opere che hanno portato beneficio e ricchezza a pochi e danni a quasi tutti gli altri. Ma il fatto è che oggi il "fronte verde" (sempre utile, almeno a fare riflettere) sembra diventato "manieristico": ci si oppone a tutto senza concentrarsi sugli obiettivi veri. Succede così che opere vitali (gronda, ferrovie) o discutibili ma prima o poi inevitabili (Nuovo Lido) restano ferme, mentre a Portofino passa il progetto di un albergo con annesso autosilo.
Come ha scritto giustamente Piero Ottone su queste pagine, i "signori del cemento", quelli veri, quando si impegnano, riescono a fare sempre ciò che vogliono. Ma lo fanno anche perché, dispersa in mille rivoli di una lotta un po´ di maniera e un po´ snob, la battaglia per l´ambiente (che dovrebbe essere anche una guerra per lo sviluppo dello stesso) si distrae e perde molta della propria forza. Dire no a tutto, a priori, significa spesso consentire quasi tutto. Con il risultato di bloccare opere indispensabili o non dannose e, contemporaneamente, di far passare scandalose speculazioni nei luoghi più belli della nostra riviera. Perché i signori del cemento non sono solo potenti, ma anche molto uniti.
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