Monica da Vià ha inviato un messaggio ai membri di L'Aquila e le sue
verità nascoste..
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Oggetto: AGGIORNAMENTI
“E’ stato il peggior terremoto in Italia dal 1980” sostiene Guido
Bertolaso, capo della Protezione civile, uno che di tragedie ne ha
viste tante. “Il sisma ha fatto moltissimi danni: 300 vittime, 1.500
feriti, circa 70 mila persone fuori casa”. E’ accaduto il 6 aprile,
appena 70 giorni fa. Ebbene, che cosa ha fatto il governo in questi 70
giorni? A sentire l’opposizione, Franceschini e Di Pietro in testa,
nulla di concreto, solo chiacchiere. Una tesi che – complice il clima
dei ballottaggi – l’opposizione sta scagliando da giorni contro la
maggioranza di centrodestra e contro il governo, nella speranza (vana)
di qualche voto in più. Un comportamento da miserabili sciacalli.
Quelle della sinistra sono soltanto menzogne clamorose. Nessun governo
ha mai fatto tanto e stanziato tanti soldi per assistere una
popolazione colpita dal terremoto. Fatti concreti, provvedimenti di
legge portati avanti per decreto: il tutto documentato da una marea di
dati. Ricordiamone i più significativi. Dei 63 mila sfollati, la metà
sono stati sistemati negli alberghi sulla costa a spese del governo,
che paga per tutti tre pasti caldi al giorno. Tra gli assistiti c’è
anche il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente (Pd), che è alloggiato
con la famiglia a Tortoreto, in un resort di ottimo livello: 110 metri
quadrati su due livelli, doppi servizi, tre camere, salone, tv al
plasma, aria condizionata, garage, giardino panoramico con vista mare,
piscina. Non tutti gli sfollati hanno avuto una sistemazione simile,
ma molti di quelli che sono negli alberghi hanno cominciato a chiedere
anche l’ombrellone in spiaggia. Appena le scosse saranno un ricordo,
sarà il caso che coloro che hanno una casa agibile (e queste sono il
53 per cento del totale), siano invitati da Bertolaso a tornare tra le
mura domestiche, lasciando posto agli sfollati sistemati nelle 168
tendopoli: qui se ne contano 23-25 mila, assistiti da 10 mila
volontari della Protezione civile, con tre pasti caldi al giorno,
assistenza sanitaria, e un costo quotidiano per lo Stato di 3 milioni
di euro. Per l’emergenza, il governo ha stanziato da subito 1,5
miliardi, più altri 7 miliardi per la ricostruzione, compresa la messa
in opera di 5 mila case prefabbricate antisismiche ed eco-compatibili
per 13-15 mila sfollati che hanno avuto la casa interamente distrutta.
La realizzazione di queste abitazioni, che a ricostruzione finita
diventeranno il nuovo campus universitario dell’Aquila, è la grande
scommessa del governo, su cui il premier Berlusconi si è impegnato in
prima persona. Con l’obiettivo dichiarato di consegnare le prime 3
mila abitazioni entro il 15 settembre, e completare le consegne entro
il 30 novembre, prima dell’arrivo dell’inverno. Per questa impresa
sono stati già fatti 16 appalti, con il coinvolgimento di numerose
imprese abruzzesi. A tempo di record, è stato già riaperto anche
l’ospedale dell’Aquila, tornato operativo per il 65 per cento. Altri
numeri, altri fatti concreti. Il governo erogherà 150 mila euro a chi
provvede da sé alla ricostruzione della propria casa interamente
distrutta (80 mila se si tratta di riparare delle lesioni). Alla
Regione Abruzzo arriveranno i 220 milioni di euro risparmiati con lo
spostamento del G8 dalla Maddalena all’Aquila e i 493 milioni
dell’Unione europea. A tutti i lavoratori, compresi quelli a termine,
sono stati concessi gli ammortizzatori sociali, senza limiti di tempo,
mentre le imprese godranno di indennizzi vari: sono stati sospesi i
pagamenti tributari e previdenziali, i pagamenti degli affitti, le
rate dei mutui.
L’Aquila diventa zona franca, esclusa da ogni patto di stabilità, e si
avvarrà dei proventi di nuove lotterie. Per l’edilizia scolastica,
sono stati stanziati 110 milioni (700 milioni per sistemare gli
studenti fuori sede). Queste, a sentire la sinistra di Franceschini,
sarebbero le chiacchiere del governo?! Accuse ridicole, rinforzate
ieri dalle proteste di chi vuole mettere a carico dello Stato anche il
costo della ricostruzione delle seconde case, una cosa che in Umbria
(giunta rossa, governo centrale di centrosinistra) non è stata
concessa a nessuno. Su questo punto, il governo non esclude del tutto
la possibilità di intervenire, a patto che i proprietari dimostrino di
avere pagato almeno l’Ici negli anni passati.
Prima di lanciare accuse strumentali, la sinistra dovrebbe almeno
avere il pudore di ricordare la successione cronologica dei fatti, e
la prontezza degli interventi del governo e del premier Berlusconi in
prima persona. Ecco una rinfrescatina di memoria.
Alle 3 di notte del 6 aprile il terremoto squassa l’Aquila. Alle 19 il
governo mette a disposizione i primi 100 milioni di euro per
l’emergenza. Guido Bertolaso, responsabile della Protezione civile,
viene nominato commissario per il l’emergenza. Il 9 aprile un nuovo
consiglio dei ministri mette a disposizione altri 100 milioni per
l’emergenza. Introduce la cassa integrazione per i lavoratori autonomi
(commercianti ed artigiani) che hanno perso lavoro e locali. Vengono
sospesi tutti gli adempimenti fiscali. I farmacisti vengono
autorizzati a dare medicine senza ricette. Autorizza la rinegoziazione
dei mutui.
Il 28 aprile il governo si riunisce a Coppito ed approva un decreto
legge da 8,5 miliardi di euro. Mai nessun governo nella Storia della
repubblica ha stanziato così tante risorse in così breve tempo per
tamponare l’emergenza ed avviare la ricostruzione dopo un evento
naturale. Per il terremoto del Belice, che produsse 296 vittime e
55.700 sfollati, il governo dell’epoca mise a disposizione entro due
mesi dal sisma l’equivalente di 1,1 miliardi di euro. Il governo che
affrontò il terremoto del Friuli (965 morti e 52 mila sfollati)
destinò 1,7 miliardi di euro. Per l’Irpinia (con 2.700 morti e 280
mila sfollati) il governo stanziò, entro due mesi dal sisma, 3,7
miliardi di euro.
Da quarant’anni ad oggi, il complesso degli stanziamenti messi a
disposizione dai diversi governi per le varie calamità nazionali
ammonta all’equivalente di 6,6 miliardi di euro. Questo governo per
l’Abruzzo ha sbloccato risorse per 8,5 miliardi di euro. Non solo. A
queste si devono aggiungere i 493 milioni di euro approvati dalla
Commissione europea per la ricostruzione dell’Abruzzo.
Particolare non secondario. Le precedenti calamità sono avvenute
quando in Europa ancora non era in vigore il Trattato di Maastricht. E
l’Italia è l’unico grande Paese Ue che, al netto degli effetti
prodotti dalla crisi economica sui conti pubblici, conserva il proprio
deficit al di sotto del 3 per cento del pil. A tutte le persone che
hanno visto distrutta o lesionata la propria casa (che sia prima o
seconda abitazione) verrà riconosciuta la copertura totale dei costi a
carico dello Stato. E con procedure snelle. Basta farsi certificare da
un professionista l’ammontare dei danni ed andare in banca per
chiedere il rimborso totale delle spese sostenute. Qualche sciacallo
della politica prova anche a speculare sulle disgrazie degli sfollati.
Dice loro che le seconde case non verranno ricostruite. Invece, viene
estesa anche alle seconde case dei centri storici dell’Aquila e dei
comuni colpiti la possibilità di attingere al finanziamento totale da
parte dello Stato. E non è l’unica menzogna. Hanno anche provato a
dire che i finanziamenti per il terremoto arriveranno nel 2032. Con un
particolare. Nel 2032 è lo Stato che finisce di pagare i mutui accesi
per finanziare immediatamente la ricostruzione. Insomma, l’opposizione
le ha provate tutte (compresa la manifestazione di ieri) per
disinformare in merito alle azioni del governo sul terremoto. Ma la
risposta migliore è venuta dagli stessi abruzzesi alle ultime elezioni
europee.
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Marcantonio Lunardi
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Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e
conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente
limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati
di un sol passo.
(da Considerazioni filosofiche sul fantasma divino, il mondo reale e
l'uomo)