Petrlchimico il quartiere si mobilita "Mai più nel nostro te…

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Autor: brunoa01
Data:  
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Asunto: Petrlchimico il quartiere si mobilita "Mai più nel nostro territorio"
lavoro repubblica

Documento del Municipio VII sul trasferimento a Ponente
Ma il quartiere si mobilita "Mai più nel nostro territorio"

ERICA MANNA


No al polo chimico nel Ponente, «che ha già pagato un prezzo altissimo di servitù a questa città». È netta, la posizione del Municipio VII - che comprende Pegli, Voltri e Prà - sull´ipotesi di trasferire il polo chimico di Multedo all´interno del suo territorio. «Abbiamo giù dato abbastanza - ribadisce con forza il presidente del distretto, Mauro Avvenente - e siamo pronti a mobilitarci».
Giovedì, durante l´ultima seduta del consiglio municipale, è stato approvato un documento che ribadisce l´incompatibilità del polo chimico (Carmagnani e Superba) con il tessuto urbano di Multedo, sia per l´impatto ambientale sia per il rischio dei cittadini causato dalla presenza di sostanze infiammabili. «Deve essere chiaro, però, che non accettiamo uno spostamento nel nostro territorio: per eliminare alla radice il problema, il nuovo sito dovrebbe essere ben oltre la diga foranea - sottolinea Avvenente - Se poi, alla fine, risultasse impossibile ricollocare queste aziende, allora andrebbero chiuse in modo responsabile, facendosi carico dei 55 dipendenti».
«Siamo pronti a lottare contro la delocalizzazione», aggiunge Michele Fossa (Pd), coordinatore municipale del Ponente: «Sono vent´anni che si parla del pericolo, dell´inquinamento del polo chimico. Dopo la tragedia del 1987 in Carmagnani, fu firmato due anni dopo un protocollo d´intesa che prevedeva la cessazione di ogni attività petrolchimica a Multedo entro il ‘91. Invece, non si è fatto più niente. E poi, se pensiamo che la capacità di stoccaggio rappresenta solo il 6,52 per cento di quella complessiva di stoccaggio portuale dei prodotti chimici in Italia, si capisce allora perché ha un senso parlare di dismissione. Piuttosto, si potenzino queste attività nel resto d´Italia o, al limite, si spostino in altri porti già attrezzati a movimentare i derivati petroliferi».

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