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       IRAN: PARLA IL POPOLO IRANIANO
Iran DI KEN BALLEN E PATRICK DOHERTY
The Washington Post


I risultati elettorali in Iran potrebbero riflettere la volontà del
popolo iraniano. Molti esperti stanno sostenendo che il margine di
vittoria del presidente in carica, Mahmoud Ahmadinejad, è stato il
risultato di frodi o manipolazioni, tuttavia il nostro sondaggio
dell´opinione pubblica iraniana a livello nazionale tre settimane
prima del voto mostrava Ahmadinejad in testa con un margine di oltre
2 a 1 - superiore a quello con cui apparentemente ha vinto nelle
elezioni di tre giorni fa.

Mentre i servizi giornalistici da Tehran nei giorni che hanno
preceduto il voto rappresentavano una opinione pubblica iraniana
entusiasta del principale avversario di Ahmadinejad, Mir Hossein
Mussavi, il nostro campionamento scientifico in tutte e 30 le
province dell´Iran mostrava Ahmadinejad in testa di parecchio.

I sondaggi nazionali indipendenti e non censurati dell´Iran sono
rari. Di solito, i sondaggi pre-elettorali vengono condotti o
monitorati dal governo, e sono notoriamente inaffidabili. Invece, il
sondaggio realizzato dalla nostra organizzazione no-profit dall´11 al
20 maggio era il terzo di una serie negli ultimi due anni. Condotto
per telefono da un Paese confinante, le rilevazioni sul campo sono
state eseguite in Farsi da una società di sondaggi il cui lavoro
nella regione per conto di ABC News e della BBC ha ricevuto un Emmy
Award. Il nostro sondaggio è stato finanziato dal Rockefeller
Brothers Fund.

L´ampiezza del sostegno per Ahmadinejad era evidente nel nostro
sondaggio pre-elettorale. Nel corso della campagna elettorale, ad
esempio, Mussavi ha sottolineato la sua identità di azero, il secondo
gruppo etnico in Iran dopo quello dei persiani, per cercare di
accattivarsi gli elettori azeri. Il nostro sondaggio indica,
tuttavia, che gli azeri preferivano Ahmadinejad a Mussavi nel
rapporto di due contro uno.

Gran parte dei commenti hanno rappresentato i giovani iraniani e
Internet come precursori del cambiamento in queste elezioni. Ma il
nostro sondaggio ha scoperto che solo un terzo degli iraniani hanno
accesso a Internet, mentre, di tutti i gruppi di età, quello dei
giovani fra i 18 e i 24 anni comprendeva il blocco di voti più forte
a favore di Ahmadinejad.

Gli unici gruppi demografici nei quali Mussavi era in testa o
competitivo rispetto ad Ahmadinejad, secondo i risultati del nostro
sondaggio, erano gli studenti universitari e i laureati, e gli
iraniani con la fascia di reddito più alta. Quando è stato realizzato
il nostro sondaggio, inoltre quasi un terzo degli iraniani erano
ancora indecisi. Tuttavia, le distribuzioni di riferimento che
abbiamo trovato allora rispecchiano i risultati riferiti dalle
autorità iraniane, il che indica la possibilità che il voto non sia
il prodotto di frodi diffuse.

Alcuni potrebbero argomentare che il sostegno dichiarato per
Ahmadinejad da noi rilevato riflettesse semplicemente la riluttanza
degli intervistati impauriti a fornire risposte oneste ai rilevatori.
Tuttavia, l´integrità dei nostri risultati è confermata dalle
risposte politicamente rischiose che gli iraniani erano disposti a
dare a un sacco di domande. Ad esempio, quasi quattro iraniani su
cinque - compresa la maggioranza dei sostenitori di Ahmadinejad -
hanno detto di voler cambiare il sistema politico per avere il
diritto di eleggere la Guida Suprema, che attualmente non è soggetta
al voto popolare. Analogamente, gli iraniani hanno definito libere
elezioni e una libera stampa come le loro priorità più importanti per
il governo, praticamente alla pari con il miglioramento dell´economia
nazionale. Non propriamente risposte "politically correct" da
esprimere pubblicamente in una società generalmente autoritaria.

Anzi, e coerentemente in tutti e tre i nostri sondaggi nel corso
degli ultimi due anni, più del 70 % degli iraniani si sono detti
favorevoli a dare pieno accesso agli ispettori sugli armamenti, e a
garantire che l´Iran non sviluppi o possieda armi nucleari, in cambio
di aiuti e investimenti esterni. E il 77 % degli iraniani era
favorevole a rapporti normali e commercio con gli Stati Uniti, un
altro dato in accordo con i nostri risultati precedenti.

Gli iraniani considerano il loro sostegno a un sistema più
democratico, con rapporti normali con gli Stati Uniti, in armonia con
il loro appoggio ad Ahmadinejad. Non vogliono che lui continui con le
sue politiche intransigenti. Invece, gli iraniani apparentemente
considerano Ahmadinejad il loro negoziatore più tosto, la persona
meglio posizionata per portare a casa un accordo favorevole - una
sorta di Nixon persiano che va in Cina.

Le accuse di frodi e manipolazioni elettorali serviranno a isolare
ulteriormente l´Iran, e probabilmente ne aumenteranno la belligeranza
e l´intransigenza nei confronti del mondo esterno. Prima che altri
Paesi, compresi gli Stati Uniti, saltino alla conclusione che le
elezioni presidenziali iraniane sono state fraudolente, con le
conseguenze serie che accuse di questo tipo potrebbero portare, essi
dovrebbero valutare tutte le informazioni indipendenti. Potrebbe
darsi semplicemente che la rielezione del presidente Ahmadinejad sia
quello che voleva il popolo iraniano.


Ken Ballen è presidente di "Terror Free Tomorrow: The Center for
Public Opinion", un istituto senza fini di lucro che si occupa di
ricerche sugli atteggiamenti nei confronti dell´estremismo. Patrick
Doherty è vice direttore dell´"American Strategy Program" presso la
"New America Foundation". Il sondaggio condotto dai due gruppi
dall´11 al 20 maggio si basa su 1.001 interviste in tutto l´Iran, e
ha un margine di errore di 3,1 punti percentuali.

Traduzione di Ornella Sangiovanni per Osservatorio Iraq

Titolo originale: "The Iranian People Speak"

Fonte: http://www.washingtonpost.com

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