Da Alessandra Filabozzi :
Vi giro questa lettera di protesta
scritta
per l'incontro tra Gheddafi e 700 donne italiane...
(Oggi dovrebbe essere su Liberazione)
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Al Leader della Gran
Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista
(Per conoscenza,
alle e ai
rappresentati del governo italiano e dellUnione europea)
Gentile
Muammar Gheddafi,
noi non facciamo né vogliamo far parte delle 700 donne che lei ha chiesto di
incontrare il 12 giugno durante la sua visita in Italia. Siamo, infatti,
donne italiane, di vari paesi europei e africani estremamente preoccupate e
scandalizzate per le politiche che il suo Paese, con la complicità
dellItalia e dellUnione europea, sta attuando nei confronti delle donne e
degli uomini di origine africana e non, attualmente presenti in Libia, con
lintenzione di rimanervi per un lavoro o semplicemente di transitarvi per
raggiungere lEuropa. Siamo a conoscenza dei continui rastrellamenti, delle
deportazioni delle e dei migranti attraverso container blindati verso le
frontiere Sud del suo paese, delle violenze, della vendita di uomini e
donne ai trafficanti, della complicità della sua polizia nel permettere o
nellimpedire il transito delle e dei migranti. Ma soprattutto siamo a
conoscenza degli innumerevoli campi di concentramento, a volte di lavoro
forzato, alcuni finanziati dall Italia, in cui donne e uomini subiscono
violenze di ogni tipo, per mesi, a volte addirittura per anni, prima di
subire la deportazione o di essere rilasciati/e. Alcune di noi quei campi li
hanno conosciuti e, giunte in Italia, li hanno testimoniati.
Tra tutte le parole e i
racconti che abbiamo fatto in varie occasioni, istituzionali e non, o tra
tutte le parole e i racconti che abbiamo ascoltato, scegliamo quelli che
anche Lei, insieme alle 700 donne che incontrerà, potrà leggere o ascoltare.
Fatawhit, Eritrea : Il trasferimento da una prigione allaltra si
effettuava con un pulmino dove erano ammassate 90 persone. Il viaggio è
durato tre giorni e tre notti, non cerano finestre e non avevamo niente da
bere. Ho visto donne bere lurina dei propri mariti perché stavano morendo
di disidratazione. A Misratah ho visto delle persone morire. A Kufra le
condizioni di vita erano molto dure
(
) Ho visto molte donne violentate, i poliziotti entravano nella stanza,
prendevano una donna e la violentavano in gruppo davanti a tutti. Non
facevano alcuna distinzione tra donne sposate e donne sole. Molte di loro
sono rimaste incinte e molte di loro sono state obbligate a subire un
aborto, fatto nella clandestinità, mettendo a forte rischio la propria vita.
Ho visto molte donne piangere perché i loro mariti erano picchiati, ma non
serviva a fermare i colpi dei manganelli sulle loro schiene. (
) Lunico
metodo per uscire dalle prigione libiche è pagare.
(HYPERLINK
"
http://www.storiemigranti.org/spip.php?article67"
http://www.storiemigranti.
org/spip.php?article67). Saberen, Eritrea: Una volta stavo cercando di
difendere mio fratello dai colpi di manganello e hanno picchiato anche me,
sfregiandomi il viso. Una delle pratiche utilizzate in questa prigione era
quella delle manganellate sulla palma del piede, punto particolarmente
sensibile al dolore. Per uscire ho dovuto pagare 500 dollari. (HYPERLINK
"
http://www/"
http://www.
storiemigranti.org/spip.php?article67). Tifirke, Etiopia: Siamo state
picchiate e abusate, è così per tutte le donne. (Dal film Come un uomo
sulla terra).
Siamo consapevoli, anche, che Lei e il suo Paese non siete gli unici
responsabili di tali politiche, dal momento che gli accordi da Lei
sottoscritti con il governo italiano prevedono ingenti finanziamenti da
parte dellItalia affinché esse continuino ad attuarsi e si inaspriscano nei
prossimi mesi e anni in modo da bloccare gli arrivi dei migranti sulle coste
italiane; dal momento, inoltre, che l Unione europea, attraverso le sue
massime cariche, si è espressa in diverse occasioni a favore di una maggiore
collaborazione con il suo Paese per fermare le migrazioni verso lEuropa.
Facciamo presente innanzitutto a Lei, però, e per conoscenza alle e ai
rappresentati del governo italiano, alle ministre e alle altre
rappresentanti del popolo italiano che Lei incontrerà in questa occasione,
così come alle e ai rappresentanti dellUnione europea, una nostra ulteriore
consapevolezza: quella per cui fare parte della comunità umana, composta da
donne e uomini di diverse parti del mondo, significa condividere le
condizioni di possibilità della sua esistenza. Tra queste, la prima e
fondamentale, è che ogni donna, ogni uomo, ogni bambino, venga considerato
un essere umano e rispettato/a in quanto tale.
Finché tale condizione non verrà considerata da Lei né dalle autorità
italiane ed europee noi continueremo a contestare e a combattere le
politiche dellItalia, della Libia e dellUnione europea che violano
costantemente i principi che stanno alla base della sua esistenza e fino a
quel momento, quindi, non avremo alcuna voglia di incontrarla ritenendo Lei
uno dei principali e diretti responsabili delle pratiche disumane nei
confronti di una parte dellumanità.
Prime Firmatarie:
Federica Sossi, Alessandra Sciurba, Isabelle Saint-Saens, Glenda Garelli,
Anna Simone ( per adesioni individuali semir@???
)
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Version: 7.5.560 / Virus Database: 270.12.26/2116 - Release Date: 15/05/2009
6.16
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