[Forumlucca] FW: San Libero 382

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Szerző: laura picchi
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Tárgy: [Forumlucca] FW: San Libero 382



Date: Fri, 5 Jun 2009 12:57:05 +0200
Subject: San Libero 382
From: riccardoorioles@???
To: riccardoorioles@???
CC: enzo.iacopino@???; ro.natale@???; roberto.natale@???



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riccardo
orioles <riccardoorioles@???>

La Catena di
San Libero

5 giugno 2009 n. 382



________________________________________



Lettera dalla Sicilia



Graziella Proto, amministratrice
e redattrice dei Siciliani anni '80, sta perdendo la casa per via dei vecchi
debiti del giornale. L'antimafia è bella e tutti appoggiano l'antimafia, si
capisce: però le cambiali, oltre
vent'anni fa, le ha dovuto firmare Graziella.



I Siciliani, una rivista
"storica" e elogiata da tutti, vendeva fra 15 e 30mila copie. Però -
imprenditori siciliani... - non aveva uno straccio di pubblicità, e quindi ci
voleva qualcuno che firmasse cambiali. E questo qualcuno era Graziella.



La cooperativa faceva parte della
Lega delle Cooperative, che però in quel periodo aveva grossi affari coi
Cavalieri. Il giornale era un fiore all'occhiello - stando ai discorsi - della
Federazione della Stampa, dell'Ordine, dei compagni perbene di tutt'Italia e in
genere dei progressisti. Però le cambiali le firmava Graziella.



Graziella Proto, in questi
venticinque anni, è stata uno dei più seri e validi - e meno propagandati -
giornalisti antimafiosi. Negli ultimi anni, sempre di tasca sua, ha fatto una
bellissima rivista, Casablanca, ed è riuscita a portarla avanti per quasi tre
anni. Nel primo numero c'erano la Borsellino, la Alfano, il Riscatto della
Sicilia, il Movimento delle donne, la Sinistra. Nessuna di queste nobili
signore s'è fatta mai sentire, non fosse che per ringraziare. Infatti
Graziella, per i pochi che avevano la bontà di conoscerla, era quella che
firmava le cambiali. Nessuno l'ha mai citata - ad esempio - per la
rischiosissime inchieste sui ragazzini di Paternò ammazzati da Santapaola.



Non sappiamo cosa ne pensa
Graziella. Ma noi pensiamo che parlare di informazione e di antimafia è una
presa in giro se non si salva chi ha fatto informazione e antimafia non per un
anno o due, ma per venticinque. Bisogna che intervengano coloro che debbono,
subito e con urgenza. Sarebbe intollerabile vedere una Graziella vittima della
mafia (vera) e dell'antimafia (a parole).



Pino Maniaci e Riccardo Orioles



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"Non sta succedendo
niente".

L'Italia all'epoca del bavaglio



Centinaia di notizie, grandi e
piccole, danno l'idea di un paese che sta diventando davvero molto strano. Ma
per la maggior parte non circolano, o circolano in maniera edulcorata e
corretta, senza contesto. Forse il Grande Fratello (quello di Orwell) è tutto
qui. Un paese di plastica, che in realtà esiste solo dentro il televisore.
Mentre il paese vero, privo di idee e di governo, tira a campare giorno per
giorno sprofondando sempre di più



Palermo (Sicilia). Il giudice
Roberto Scarpinato ha rivelato come il governo abbia recentemente tolto alle
procure la password per accedere ai conti correnti, mpedendo così il sequestro
di enormi capitali mafiosi.



* * *

Milano (Lombardia). E' stata
revocata con 29 voti a favore, 24 contrari e un astenuto la Commissione
antimafia recentemente istituita in seno al Consiglio comunale.



* * *

Catania (Sicilia). A giudizio per
bancarotta fraudolenta i padroni della ditta Elmec di Piano Tavola. Parte
civile i lavoratori, che da due anni occupavano la fabbrica per difendere il
posto di lavoro.



* * *

Castelfranco (Veneto). Un
referendum dei lavoratori bianchi della Global Garden ha approvato la proposta
dell'azienda - che costruisce macchine da giardino e impiega circa mille operai
fra bianchi e neri - di cacciare gli operai neri dalla fabbrica per
meglio superare la crisi.



* * *

Catania (Sicilia). Sei ragazzi
del movimento studentesco hanno ricevuto dalla Procura una notifica, da parte
"in ordine al delitto di deturpamento di immobili perché con numerosi
altri soggetti non identificati nel corso di una manifestazione con corteo in
via Etnea di Catania raggiungevano la piazza del Duomo, dove deturpavano ed
imbrattavano il palazzo muncipale lanciando uova, pomodori e carta igienica
contro il portone e la facciata".



* * *

Palermo (Sicilia). E' stata assegnata all'Ordine dei giornalisti
di Sicilia la villa confiscata ai fratelli Sansone. La richiesta di
assegnazione di un bene confiscato alla mafia era stata presentata da tempo
dall'Ordine dei giornalisti di Sicilia, che ha espresso "viva
soddisfazione per il riconoscimento della funzione sociale svolta dall'ordine
dei giornalisti, a difesa della legalità".

In Sicilia l'Ordine regionale
(vivamente contestato dall'Ordine nazionale) ha recentemente difeso la legalità
cercando di ridurre al silenzio la tv antimafiosa Telejato.



* * *

Corleone (Sicilia). Per aver
partecipato alla Giornata della Memoria di "Libera" Giovanni
Labruzzo, Eugenio Provenzano ed Enrico Labruzzo, tre studenti corleonesi, sono
stati cacciati via dagli scout dal
parroco Giuseppe Gentile (lo stesso che aveva officiato le nozze della figlia
di Totò Riina).



* * *

Trieste (Venezia Giulia). Gira
armato il presidente leghista del Consiglio regionale, Edouard Ballaman.
L'arma, una 357 magnum, non viene tuttavia portata in aula durante le riunioni.



* * *

Bassano del Grappa (Veneto).
Diventa legale, grazie a un disegno di legge della Lega, la produzione
casalinga di grappa.



* * *

Catania (Sicilia). Al processo
per le infiltrazioni mafiose nella festa della patrona cittadina Sant'Agata è
emerso che processione, "candelore", fermate e festa venivano
gestite, per ragioni di prestigio, dal clan cittadino dei Santapaola.



* * *

Canicattì (Sicilia). Identificato
dai carabinieri il responsabile della morte del cagnolino seviziato e ucciso il
10 maggio scorso nei pressi della villa comunale. Si tratta di un ragazzino di
nove anni il quale dopo aver ucciso il cane impiccandolo si è fatto filmare con
i cellulari da altri ragazzini di età compresa tra i tredici e i quindici anni.



* * *

Scandiano (Emilia). Un
quindicenne è morto per un malore mentre nuotava nella piscina
"L'Azzurra" a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Il ragazzo,
che frequentava la terza media, si era sentito male, forse per una congestione,
poco dopo essersi tuffato. Inutile l'intervento del bagnino e dei medici subito
accorsi. Alcuni degli altri bagnanti non hanno lasciato la vasca, continuando a
restare immersi durante le operazioni di soccorso a bordo piscina e nonostante
gli inviti dei responsabili della struttura.



* * *

Urbino (Umbria). Un anziano
turista è morto d'infarto mentre con altri faceva la fila per visitare la
mostra di Raffaello a Palazzo Ducale. C'è stato appena il tempo di ricoprire il
cadavere con un lenzuolo bianco che già gli altri turisti avevano cominciato a
riprenderlo con videocamere e flash.



* * *

Sanremo (Liguria). Un uomo di 47
anni, Bruno Fazzini, è morto per un ictus dopo essere rimasto in coma per circa
dodici ore sul pianerottolo di casa. Nessuno dei vicini l'ha aiutato e diversi
hanno scavalcato il corpo risalendo le scale. "Credevo fosse ubriaco"
ha dichiarato uno".



* * *

Napoli (Campania). Sedicenne
minaccia di accoltellare il fratellino ricattando la mamma: "Cento euri o
l'ammazzo".



* * *

Sulmona (Abruzzo). Alla
Magneti Marelli (Sistemi Sospensioni spa, Gruppo Fiat, 750 operai) occorre un
permesso scritto per andare in bagno. E' un piccolo tagliando su carta
intestata dal titolo "permesso interno".



* * *

Rosarno (Calabria). Tre
imprenditori agricoli di Rosarno sono stati arrestati perché accusati di far
parte di una associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in
schiavitù degli immigrati. Le indagini dei carabinieri hanno portato alla luce
svariate storie di induzione alla prostituzione, estorsioni, maltrattamenti e
violenze commesse approfittando dello stato di necessità e delle precarie
condizioni di vita.



* * *

Palermo (Sicilia). Assessore
regionale indagato per rapporti con clan mafiosi e compravendita di voti e
preferenze. Accusato dai pentiti del clan di Resuttana, l'assessore Antinoro
nega le accuse.



Morire di "informazione"

Continua il percorso delle testate libere catanesi per
costruire insieme un giornale che veramente racconti la città. E' stata messa
in funzione l'Associazione Lavori in corso, è stata completata la prima
inchiesta. Ma perché l'informazione, qui e ora, è così importante?



Pare che Mauro Rostagno sia stato ammazzato dai mafiosi.
Dopo ventun anni è ufficiale, sembra che anche Peppino Impastato sia stato
ucciso da loro e non (come dicevano Corriere, Repubblica, Giornale di Sicilia
e televisione) da una bomba mentre
faceva un attentato.

Bene. La verità prima o poi viene a galla, qua in Sicilia.
Magari - come nel caso di Peppino - dopo dieci anni. O come per Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia e non -
come dicevano Toni Zermo, Tino Vittorio e gli altri pezzi grossi catanesi - per
qualche storia di donne. E Borsellino, e
Falcone? Professionisti dell'antimafia, secondo i giornali isolani ma anche secondo il nobile
Corriere.

E Francese, e De Mauro, e Alfano, e quelli di Portella? La
mafia, secondo i giornalisti siciliani, non ha mai ucciso quasi nessuno.
Qualcuno è morto sì, ma perché irrispettoso o caustico o, peggio di tutto,
comunista. In quasi tutti i casi la verità vien fuori grazie a pochissime
persone (Umberto Santino per Impastato, I Siciliani per Fava, ecc.), contro la stampa “perbene” e
nell'indifferenza della maggior parte dei siciliani.

L'omertà della stampa rincretinisce sempre più i lettori,
che essendo rincretiniti vogliono una stampa sempre più omertosa. Questo
circolo vizioso, che una volta era tipicamente siciliano, adesso è felicemente nazionale, e produce i governi.
La rozza Sicilia, riducendola al proprio livello, s'è infine così vendicata
della civile Lombardia. Sicilia capta
probum victorem smerdavit.

* * *

La questione dell'informazione (disinformazione scientifica,
propaganda) qui e ora è la più importante di tutte, senza paragone. E' lei che
fa Cosa Nostra e Berlusconi. E' lei ha creato i Bossi e i Ciancimino (ma
qualcuno sa più chi era fra i politici Ciancimino? E qualcuno nota più cosa
veramente dice Bossi?), lei che accoltella o affoga in mare gli emigranti, lei
che un tempo sparava ai sindacalisti. I politici vengono dopo, si limitano a
raccogliere i frutti di ciò che l'”informazione” ha seminato.

Non è una situazione riformabile dall'interno.
L'informazione ufficiale nel suo complesso, tecnologie o non tecnologie, può
forse peggiorare (non ha ancora proposto, ad esempio, la sterilizzazione degli
zingari o il lavoro forzato nei centri-lager) ma non può migliorare
assolutamente, salvo che in individui singoli e pronti a finir male.

Perciò siamo tanto fanatici dei nostri pochi giovani e della
nostra poca e povera libera informazione. Son pochi, ma esistono. Potrebbero
attraversare il ventennio – 1994-2014: vent'anni – come fu attraversato il
primo. Debbono rafforzarsi, debbono collegarsi, debbono - Gobetti - cercare lo scontro senza
illusioni, non l'ottimismo.

* * *

Le cose, qui in Italia, vanno come in fondo sono sempre
andate. C'è piazza Venezia piena, c'è il duce, c'è la difesa della razza, ora
c'è anche Claretta. Che buon popolo buffo saremmo stati, se in mezzo ai
gerarchi panzoni, ai professori con tessera e ai tengo-famiglia non ci fosse
anche quel cinque-dieci per cento di nazisti fanatici, di incamiciati
sbraitanti, di assassini. Avrebbe potuto essere una commedia italiana, una
delle tante: così invece, se non succede qualcosa (ma cosa?),
finirà prima o poi in dramma, alla croata.



* * *

Bergamo (Lombardia). Applicando
un vecchio regolamento di polizia urbana, l'amministrazione (di centrosinistra)
ha comunicato che è permesso chiedere l'elemosina per le vie del comune, ma per
la durata massima di un'ora.



* * *

Padova (Veneto). Scritti sulle
lavagne, per ordine della preside Anna Bottaro, i nomi dei diplomandi di
origine straniera. Lo scopo,secondo la preside, è quello di invitare quelli di
loro che fossero privi di permesso di soggiorno a "consegnarlo entro
domani" prima di sostenere l'esame.



* * *

Catania (Sicilia). Conferenza
all'Università, insieme al rettore neo-eletto, del politico siciliano Marcello
Dell'Utri, da poco assolto per prescrizione dal reato di "minaccia grave"
ai danni di un imprenditore trapanese. Coimputato di Dell'Utri era
nell'occasione il boss trapanese Vincenzo Virga, da poco accusato di essere il
mandante dell’omicidio di Mauro Rostagno. Argomento della conferenza "Il
buongoverno dei giovani" visto da Dell'Utri. La successiva conferenza è
stata su "Il Futurismo: avanguardia
dall'Italia al mondo", on.Gianfranco Fini, Facoltà di Lettere, Aula Magna.



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Morire di
"informazione"

o farcene una noi



Continua il percorso delle
testate libere catanesi per costruire insieme un giornale che veramente racconti
la città. E' stata messa in funzione l'Associazione Lavori in corso, è stata
completata la prima inchiesta. Ma perché l'informazione, qui e ora, è così
importante?



Pare che Mauro Rostagno sia stato
ammazzato dai mafiosi. Dopo ventun anni è ufficiale, sembra che anche Peppino
Impastato sia stato ucciso da loro e non (come dicevano Corriere, Repubblica,
Giornale di Sicilia e televisione) da
una bomba mentre faceva un attentato.

Bene. La verità prima o poi viene
a galla, qua in Sicilia. Magari - come nel caso di Peppino - dopo dieci anni. O
come per Giuseppe Fava, ucciso dalla
mafia e non - come dicevano Toni Zermo, Tino Vittorio e gli altri pezzi grossi
catanesi - per qualche storia di donne.
E Borsellino, e Falcone? Professionisti dell'antimafia, secondo i giornali isolani ma anche secondo il nobile
Corriere.



E Francese, e De Mauro, e Alfano,
e quelli di Portella? La mafia, secondo i giornalisti siciliani, non ha mai
ucciso quasi nessuno. Qualcuno è morto sì, ma perché irrispettoso o caustico o,
peggio di tutto, comunista. In quasi tutti i casi la verità vien fuori grazie a
pochissime persone (Umberto Santino per Impastato, I Siciliani per Fava, ecc.), contro la stampa “perbene” e
nell'indifferenza della maggior parte dei siciliani.



L'omertà della stampa
rincretinisce sempre più i lettori, che essendo rincretiniti vogliono una
stampa sempre più omertosa. Questo circolo vizioso, che una volta era tipicamente
siciliano, adesso è felicemente
nazionale, e produce i governi. La rozza Sicilia, riducendola al proprio
livello, s'è infine così vendicata della civile Lombardia. Sicilia capta probum victorem smerdavit.



* * *

La questione dell'informazione (disinformazione
scientifica, propaganda) qui e ora è la più importante di tutte, senza
paragone. E' lei che fa Cosa Nostra e Berlusconi. E' lei ha creato i Bossi e i
Ciancimino (ma qualcuno sa più chi era fra i politici Ciancimino? E qualcuno
nota più cosa veramente dice Bossi?), lei che accoltella o affoga in mare gli
emigranti, lei che un tempo sparava ai sindacalisti. I politici vengono dopo,
si limitano a raccogliere i frutti di ciò che l'”informazione” ha seminato.



Non è una situazione riformabile
dall'interno. L'informazione ufficiale nel suo complesso, tecnologie o non
tecnologie, può forse peggiorare (non ha ancora proposto, ad esempio, la
sterilizzazione degli zingari o il lavoro forzato nei centri-lager) ma non può
migliorare assolutamente, salvo che in individui singoli e pronti a finir male.

Perciò siamo tanto fanatici dei
nostri pochi giovani e della nostra poca e povera libera informazione. Son
pochi, ma esistono. Potrebbero attraversare il ventennio – 1994-2014: vent'anni
– come fu attraversato il primo. Debbono rafforzarsi, debbono collegarsi,
debbono - Gobetti - cercare lo scontro
senza illusioni, non l'ottimismo.



* * *

Le cose, qui in Italia, vanno
come in fondo sono sempre andate. C'è piazza Venezia piena, c'è il duce, c'è la
difesa della razza, ora c'è anche Claretta. Che buon popolo buffo saremmo
stati, se in mezzo ai gerarchi panzoni, ai professori con tessera e ai
tengo-famiglia non ci fosse anche quel cinque-dieci per cento di nazisti
fanatici, di incamiciati sbraitanti, di assassini. Avrebbe potuto essere una
commedia italiana, una delle tante: così invece, se non succede qualcosa (ma cosa?),
finirà prima o poi in dramma, alla croata.



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I compagni



Ma uno dopo
l'altro, ancora impietriti dall'orrore,

Li
risvegliava l'affetto e li faceva parlare

Sapendo, in
quella pena, che c'era molto da fare

Perchè non
fosse inutile Perchè vivesse ancora



Dieci
creature sole, senza dei a portar doni

Di genio o
d'eroismo nella notte feroce:

E una dopo
l'altra prendono la parola

Consigliando
i compagni, inghiottendo il dolore,

Decidendo con
calma ciò che faranno insieme



Sapendo che
lo faranno, fra dieci anni o domani

E che in
questo se stessi resta un uomo e il suo dono



(dalla
redazione dei Siciliani, con Graziella, 1984)



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