L'associazione SempreVerde - Pro Natura Latina
torna a proporvi un nuovo
appuntamento con la natura, nel bellissimo
comprensorio dei Monti Ernici:
DOMENICA 7 giugno 2009 ESCURSIONE MONTE LA MONNA
Monte La Monna (1952 m. s.l.m.) partenza dalla
Certosa di Trisulti(915 m. s.l.m.)
(comune di Collepardo -FR-)
http://www.collepardo.it
Partenza : Certosa di Trisulti 835m.
Dislivello:1130 m
Sentiero C.A.I nr.8
itinerario segnato rosso-giallo-rosso e bianco-rosso
carta IGM 151 II NE Vico nel Lazio
carta CAI Sentieri dei Monti Ernici
Tempo di salita circa 4 ore
Tempo di ritorno 3 ore circa
Escursione facile ma impegnativa E
http://www.ilmeteo.it/meteo/Collepardo
http://www.montiernici.it/Monna/cartina%20monna.htm
Come arrivare alla Certosa di Trisulti:
Da Frosinone: (Km: 27 )S.S nr.155 per Fiuggi -
bivio per Collepardo - Certosa di Trisulti;
Percorso andata:
Certosa di Trisulti - Vado di Porca- Vallone della
Barca-Sella Faito
L'escursione è nel gruppo dei monti Ernici,
passeggiata bella ma impegnativa per il dislivello
e la lunghezza del percorso.
Si arriva al paese di Collepardo e si prosegue per
la certosa di Trisulti (si consiglia la visita).
Il monte Monna è una delle cime maggiori dei Monti
Ernici, toccando alla sua sommità i 1952 metri.
Detto comunemente "la Monna", il suo nome deriva
probabilmente dal fatto che la sommità si presenta
priva di vegetazione: in dialetto locale si fa
riferimento alla sbucciatura della frutta, che si
dice appunto "monnata". Da questa cima si domina
tutta la Ciociaria propriamente detta, ed in
particolar modo il territorio di Alatri subito
alle sue falde.
APPUNTAMENTI:
Latina: ore 6:30 parcheggio in Via Pio VI, angolo
Via Cattaneo (ex
autolinee)
PARTENZA ORE 6.45
per eventuali altri appuntamenti telefonare alle
persone di riferimento
NB.
E' possibile un appuntamento all'uscita
dell'autostrada del sole a FROSINONE per le ore
7,20 in questo caso è INDISPENSABILE CONFERMARE
L'ADESIONE ENTRO E NON OLTRE VENERDI 5 Giugno
per e-mail o per contatto telefonico
CONTATTI:
marcos-rm@???
Roberto 3280931849
altri responsabili dell'escursione;
Fabio Cusumano 334 3275156 facusu@???
Roberto Felici 3467559147 magalumaca@???
Daniele Pallotti 3287634615 villofish@???
Non sono richieste quote di partecipazione anche
se dai non soci è
fortemente gradito l'iscrizione all'associazione
(EUR 7) o un piccolo
contributo.
L'ESCURSIONE :
La fontanella della Certosa è l'unica fonte di
tutto il tragitto, si consiglia il riempimento
delle borracce!
Il sentiero numero 8, ben evidente e
contraddistinto da segnaletica C.A.I.
rosso-giallo-rosso, ha inizio circa 50 metri a
sinistra dopo la suggestiva Abbazia di Trisulti
Attraversata una piccola abetaia ed una strada
bianca, a 12 minuti ca. dalla partenza il
sentiero svolta decisamente a destra fino ad
unirsi al sentiero nr. 6 originario dalle vicine
Cappellette di Trisulti. Soprattutto nel periodo
tarda primavera - estate, in questa zona, non è
raro avvistare le spericolate acrobazie degli
scoiattoli tra i rami degli alberi o ascoltare il
tambureggiare ritmato del Picchio Rosso Maggiore
alla ricerca di cibo. A 30 min. ca. dalla Certosa
siamo già a Vado di Porca splendido balcone sulla
sottostante Abbazia di Trisulti. E’ il taglio di
uno sperone di roccia per consentire il passaggio
di una strada antica che collegava il bacino del
fiume Cosa al bacino del fiume Liri.
Il sentiero entra in piano nella Valle di Porca
lascia a destra i segnavia per la Valle
dell'Inferno e sale per scavalcare il crinale che
scende verso est dalla Rotonaria.Poi riprende a
salire rapidamente nel fitto bosco,piega a destra
e riprende a salire nella stupenda faggeta del
Barca, si raggiunge l'erbosa Sella Faito (1665m)
dalla quale si può rggiungere la vicina (30 minuti
circa )Rotonaria(1750m).
Lasciata a sinistra la traccia per la Rotonaria si
continua tra grandi e secolari faggi si rientra
nel bosco e si sale a mezza costa nel ripido
versante meridionale del Monte Fanfili.
Ci si tiene sulla sinistra ad un bivio si superano
gli ultimi faggi e si sale alla sella (1888 m) tra
le due vette,verso sinistra un'ampia sella
ghiaiosa porta alla Monna (1952 m) sulla quale
spicca una croce metallica.
"Trekking è camminare per conoscere, vivere e
leggere l’Ambiente intorno a noi, rispettarlo,
vivere in armonia con esso, lavorando quindi anche
per far crescere una mentalità nuova, che porti ad
un maggiore equilibrio tra l’Uomo e la Natura"
Collepardo, la Certosa di Trisulti:
Nel territorio di Collepardo, comune insignito dal
Touring Club Italiano del marchio di qualità
“Bandiera Arancione”, sorge, a circa 800 m.
d’altezza, sotto la cresta rocciosa del monte
Rotonaria, tra il verde dei boschi che la
circondano, la Certosa di Trisulti, splendido
esempio di architettura religiosa in montagna.Le
sue origini risalgono all’anno Mille, quando S.
Domenico da Foligno, monaco benedettino, fondò in
questo posto di selvaggia bellezza e solitudine,
già luogo di eremitaggi, come ci testimonia la
vicina mistica grotta della Madonna delle Cese,
incavata nella montagna e costruita sotto un’alta
rupe, un monastero dedicato a S. Benedetto. Per
volere del papa anagnino Innocenzo III, nel 1204
l’abbazia e i beni passarono ai Certosini, che
curarono la costruzione di un nuovo monastero più
conforme alla loro vita e regola monastica. Il
cenobio è un complesso organico di edifici, viali
e giardini in un breve piazzale che si affaccia su
una voragine boscosa. Su questo piazzale troviamo
l’antica Foresteria in stile romanico-gotico,
detta “Palazzo di Innocenzo III”, che infatti qui
amava soggiornare, ed è oggi sede dell’importante
biblioteca che vanta oltre 36.000 volumi. Di
fronte sorge la chiesa abbaziale dedicata a S.
Bartolomeo. Rimaneggiata nel corso dei secoli, è
di stile settecentesco, con facciata neoclassica.
L’interno ad una navata è divisa da un’iconostasi
in due parti, quella dei conversi e quella dei
Padri, secondo la peculiare caratteristica della
chiesa certosina; in ambedue notevoli sono i cori
in legno. Alle pareti si possono ammirare i
dipinti di Filippo Balbi, mentre la volta a botte
è decorata con affreschi di Giuseppe Caci.
Mirabili sono i due chiostri.
Il più piccolo racchiude il cimitero certosino,
a sinistra del quale si apre la sala capitolare
(con pavimento ad intarsio sul fondo di noce
scuro), sulle cui pareti si ammirano otto quadri
sulla Maddalena, probabilmente opera del Caci. Il
grande chiostro, del 1700, invece, si trova su un
piano più basso rispetto a quello della chiesa, ed
è di stile Rinascimentale. Un’attenzione
particolare va anche rivolta alla sagrestia,
notevole per i suoi mobili in noce di scuola
certosina e per gli affreschi realizzati nella
volta che rappresentano la vita della Vergine.
Gioiello della Certosa è la Farmacia, sistemata in
una palazzina con antistante giardino
caratterizzato da siepi di bosso, modellate in
forme curiose dai stessi frati, un tempo orto
botanico. Essa fu realizzata nel secolo XVIII, ma
da sempre i monaci della Certosa hanno raccolto
sulle montagne circostanti erbe con cui preparare
medicamenti, unguenti, droghe che riponevano in
vasi di terracotta maiolicata. Questi si possono
ancora ammirare ben allineati in una delle due
deliziose salette. Ancora oggi permane la
produzione di liquori tradizionali. Le sale della
farmacia sono arredate con mobili settecenteschi e
belle scaffalature in legno, sulle quali appaiono
in bella mostra scatole di faggio e vasi in vetro
e ceramica. Singolare è la decorazione pittorica,
soprattutto del cosiddetto, salottino del Balbi,
il salotto d’attesa che ha preso il nome del
principale decoratore dell’intero complesso, il
pittore napoletano Filippo Balbi, che fra il 1857
e il 1865 soggiornò a lungo nella Certosa per
rifugiarsi dall’assedio borbonico ed eseguì
numerosi dipinti. L’attenzione del visitatore è
però attirata dalle volte a crociera della sala
principale della spezieria, decorata sul finire
del Settecento da Giacomo Manco in stile
pompeiano, in ossequio alla moda esplosa dopo i
primi ritrovamenti di pitture in Pompei ed
Ercolano. Infine, sempre nella Farmacia, si può
ammirare un suggestivo dipinto del Balbi, a
grandezza naturale, raffigurante Frà Benedetto
Ricciardi, direttore della Farmacia fino al 1863
anno della sua morte. Questo dipinto, per gli
abili giochi di prospettiva, mostra un’impronta di
forte realismo. Per tutte queste particolarità,
per la varietà di stili e di temi, per
l’importanza storica ed artistica, la Certosa di
Trisulti, abitata e gestita dai padri Cistercensi
dal 1947, fu dichiarata Monumento Nazionale nel 1890.
AVVERTENZE
a) I sentieri: i tempi di percorrenza, di andata e
ritorno, sono calcolati
per un escursionista con un sufficiente grado di
allenamento e non tengono
conto delle eventuali soste che si possono
compiere lungo il percorso. Il
dislivello e quello assoluto, ovvero tiene conto
di tutti i sali scendi sia
per l'andata che per il ritorno e non è la
semplice differenza tra la
quota d'arrivo e quella di partenza.
b) Il periodo: per apprezzare meglio i paesaggi di
questi monti, si
consiglia di percorrere i sentieri nel periodo
primaverile e autunnale.
D'estate, a causa delle basse quote a cui si
snodano i sentieri e della
forte insolazione, è preferibile evitare
escursioni sul Versante Sud,
mentre d'inverno si suggerisce di farle in
presenza di neve, che rende
sicuramente più suggestivo l'ambiente montano.
Percorrendo gli itinerari
nei periodi sconsigliati si rischia di non
apprezzare appieno le bellezze
naturali di questi luoghi. Si raccomanda vivamente
di astenersi dal
proseguire in caso di avverse condizioni
atmosferiche soprattutto per quei
sentieri ove l'orientamento risulta problematico.
c) L'equipaggiamento: un sentiero, può
attraversare numerosi ambienti e
ovviamente la natura del terreno è estremamente
variabile, così è
sicuramente necessario un buon paio di scarponi;
anzi meglio due. Uno per
l'inverno e adatto per la marcia sulla neve e uno
per le altre stagioni,
oltre a due paia di calzettoni adatti. Per quanto
riguarda l'abbigliamento
è bene essere attrezzati secondo la stagione: è
indispensabile avere
nello zaino un indumento idoneo per ripararsi in
caso di pioggia e una
giacca a vento da indossare nell'eventualità di
trovarsi in presenza di
forte vento in quota. Un berretto per il sole e un
copricapo di lana per il
freddo insieme a un paio di guanti sono
sicuramente utili. Si consiglia di
non mettere troppe cose nello zaino per evitare di
rendere la marcia troppo
faticosa.
d) L'alimentazione: portare sempre almeno un litro
d'acqua e alimenti con
un buon grado di digeribilità e soprattutto ricchi
di carboidrati (in
particolare farinacei e frutta) che danno un
apporto calorico notevole. In
caso di forte sudorazione si può ricorrere a
reintegratori di vitamine e
sali minerali ma è bene non affidarsi solo a
questi mezzi e dare sempre la
precedenza a prodotti naturali come la frutta
fresca e secca. Non bisogna
eccedere nei cibi poiché in montagna occorre
essere sempre in buona forma
fisica. Evitare gli alcolici o almeno assumerne
moderatamente solo verso la
fine dell'escursione. Per i sentieri più
impegnativi è consigliabile fare
piccoli spuntini ogni due ore circa e non un unico
pasto a metà della
giornata.
e) Attrezzatura: alcuni strumenti, come la
bussola, l'altimetro e la carta
topografica, sono senz'altro utili soprattutto per
coloro cheiniziano a
fare escursioni in montagna. Altri sono
consigliabili come un binocolo di
modeste dimensioni e una macchina fotografica con
un obiettivo standard e
un grandangolo. Anche un coltello milleusi può
essere utile.
f) La natura: con brevi deviazioni si possono
raggiungere le grotte che si
trovano a poca distanza dai sentieri, ma si
raccomanda particolare
attenzione nell'avvicinarsi, data la loro
pericolosità; è meglio quindi
non avventurarsi all'interno se non in presenza di
esperti speleologi. E'
assolutamente vietato raccogliere piante,
soprattutto se protette
(agrifoglio, orchidee, ecc.), molestare gli
animali o gettare rifiuti:
conservateli, invece, nello zaino e portateli a
valle. I luoghi che si
raggiungono attraverso questi sentieri sono il più
delle volte selvaggi,
la natura è ancora incontaminata e i paesaggi sono
tra i più belli e
interessanti del Lazio. Abbiamo il dovere di
mantenerli così come li
troviamo e, pertanto,
QUANDO PERCORRI UN SENTIERO FAI
IN MODO CHE
CHI VIENE DOPO DI TE
NON SI ACCORGA DEL TUO PASSAGGIO
Inoltre gli animali sono intorno a noi, ma non si
fanno vedere, e le
piante non fuggono via, ma
SE PERCORRI UN SENTIERO IN SILENZIO
E CON MOLTA ATTENZIONE
PUOI VEDERE
CIÒ CHE GLI ALTRI NON VEDONO.
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[1]
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[2]
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