Auteur: blanca Date: À: forumlucca Sujet: [Forumlucca] Ricevo e inoltro perché il tutto mi fa molto ridere
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> Oggetto: marco travaglio
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> La tragicommedia di quest’uomo ridicolo, e al contempo pericoloso,
> che rischia di finire appeso non a un distributore di benzina, ma al
> suo pisello, è una formidabile cartina al tornasole per misurare la
> qualità degli uomini che hanno in mano la politica e l’informazione,
> cioè il Paese. Un paese dove nessuno fa più il suo mestiere. Un
> giornale, comicamente battezzato “Libero”, anziché fare le pulci al
> presidente del Consiglio, ne pubblica a puntate l’agiografia in
> apposite dispense da rilegare e intanto si dedica a demolire la
> povera Veronica, prima ritratta a seno nudo, poi sbattuta in prima
> pagina come fedifraga perché avrebbe “un compagno”. La lieve
> differenza è che il premier è un personaggio pubblico, mentre
> Veronica no, dunque ciò che fa lei è affar suo, mentre ciò che fa
> lui è affar nostro. Il fatto che la fonte dello “scoop” su Veronica
> sia l’onorevole Santanchè, appena rientrata all’ovile del Pdl dopo
> una stagione di sguaiate polemiche (“Silvio concepisce la donna solo
> in posizione orizzontale”, “io non gliela darei mai” e così via),
> aggiunge un tocco di eleganza e di disinteresse al tutto.
>
> Altri giornalisti, Belpietro e Amadori di Panorama, entrano in
> contatto con un fotografo che offre foto del premier e della sua
> corte di nani e ballerine a Villa Certosa: essendo dipendenti del
> premier, i due non si limitano a scegliere se acquistarle o
> rifiutarle, ma optano per una terza soluzione: denunciano il
> fotoreporter all’avvocato Ghedini, che è anche parlamentare. E,
> siccome in quelle foto “non c’è nulla da nascondere”, Ghedini chiede
> alla Procura di Roma e al Garante della privacy di bloccarne la
> pubblicazione. Anche perché, oltre alle scenette lesbo di alcune
> squisite ospiti, ci sono pure le immagini del premier ceco Topolanek
> (non è un nome d’arte, si chiama proprio così) nudo come un verme
> tra cotante femmine: immagini che potrebbero sconsigliare altri capi
> di Stato e di governo dal frequentare ancora la dimora berlusconica.
> Ma, a questo punto, il meglio lo dà la Procura di Roma, che di
> sabato mattina, non avendo di meglio da fare (giustizia a
> orologeria?), incrimina il fotografo à la carte, lo fa perquisire,
> gli fa sequestrare tutto ciò che ha nei computer, con accuse che
> vanno dalla violazione dalla privacy (tutta da dimostrare, visto che
> le foto nessuno le ha viste) alla tentata truffa ai danni di
> Belpietro (come se trattare con un giornale per vendere foto fosse
> una truffa; e poi, dov’è la denuncia di Belpietro?).
>
> Naturalmente Roma non è competente su fatti avvenuti a Olbia, sotto
> la giurisdizione della Procura di Tempio Pausania. Che però ha già
> chiesto l’archiviazione per lo stesso fotografo su fatti analoghi:
> le foto del festino a Villa Certosa di due anni fa, pubblicate da
> “Oggi”. Dunque, se si occupasse anche di questo caso, deciderebbe
> allo stesso modo. Un solo fatto, in questa tragicommedia, sarebbe
> competenza di Roma: l’uso di aerei di Stato per aviotrasportare
> Apicella, orchestrali e ballerine di flamenco dalla Capitale a Villa
> Certosa. Si chiamerebbe peculato, la prova è nelle foto sequestrate,
> ma non risultano indagini in tal senso. Ecco: alla fine della fiera,
> il delinquente è il fotografo
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