Il 30 maggio 2009
otted@??? ha scritto:
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> > tra l'altro Philopat e il Duka c'hanno già fatto una bella
> > pubblicità, a gratis, sul manifesto di oggi, con uno scritto che
> > gli hanno pubblicato che inizia in prima e finisce in ultima e dove
> > dentro si cita ampiamente hackit di quest'anno, che sarà a rho, il
> > titolo e il contesto.
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> mandare scansione cosi l'armata de-press parte anche con rassegna
> stampa!
Ho evidenziato il pezzo in cui parlano di hackit, lasciando tutto il
resto che, comunque, è godevole :)
di Philopat & Duka
IL RACCONTO
La torrida estate di Malcom
il manifesto, 29 maggio 2009, pp. 1 e ultima.
Se non avesse visto in giro così tante persone sclerate, le prospettive
per l'estate di Malcolm sarebbero state ben altre, invece all'alba dei
quaranta gli toccava ancora giocare in attacco. Dopo le avventure
torinesi non si poteva ripercorrere le stesse strade. Proprio come
Fritz che non aveva voglia di tornare a Bologna, Malcolm non aveva
nessuna intenzione di reinfilarsi nelle storie romane. Era in paranoia
per i suoi problemi d'amore, mentre Fritz non poteva incontrare sotto
i portici di via del Pratello il suo pusher, a cui doveva più di 200
euro, che tra l'altro s'era già fumato. Ma il problema reale era il
lavoro che non c'era, se stavano in giro, si divertivano e non ci
pensavano, se rientravano non ci sarebbe stato scampo e nemmeno un
motivo per svegliarsi alla mattina. Non è che gli dispiacesse, però
alla lunga... O amore, o droga, i casini saltavano fuori. Che palle!
Malcolm guardò il sole che stava tramontando sul Tirreno. Erano
rimasti sdraiati al sole per quasi quattro ore, dormendo o
sonnecchiando. «Perché non andiamo a Bologna?» Fritz, che quando non
fumava, stava quasi sempre zitto, rispose con la voce impastata: «Ma
come? Stavamo andando a Roma, il 30 c'è il G8, non ti ricordi?» Lo
sforzo di parlare gli ricordò una drammatica questione: «...stiamo
finendo anche la Temple Ball». «Al G8 ci andremo più avanti, prima ho
bisogno di riflettere fuori da Roma...» «Okkei, dappertutto ma non a
Bologna...» Malcolm aveva telefonato immediatamente al cugino
chiedendogli in prestito il suo camper per l'intera estate, in cambio
gli aveva proposto il suo monolocale a San Lorenzo. Quello fu ben
contento di lasciare la casa dei genitori per trasferirsi, almeno per
un paio di mesi, nel quartiere più alternativo di Roma. Avevano quindi
viaggiato verso Pisa, dove Fritz conosceva Laura, un'amica che viveva
in una cascina vicino alla foce dell'Arno. Arrivarono di notte e
furono accolti da Laura che aveva cucinato una ribollita. Oltre alle
sue figlie, due gemelline di cinque anni, la tavola era formata da
altre tre ragazze con i capelli lunghi e tinti dall'henné. Ai due,
arrossati dal sole come gamberi, non gli pareva vero di essere
approdati in una comune hippie di sole donne. Dopo cena gli avevano
fatto vedere la loro stanza, che puzzava di patchouli e incenso, ma
aveva un matrimoniale, uno stereo, dei dischi e un vecchio computer
che andava in rete egregiamente. Una delle hippie gli aveva portato un
vasetto di erba del giardino di casa, un po' leggerina, ma era quello
che ci voleva. Così ben sistemato Malcolm iniziò a far girare il suo
gulliver. I soldi mancavano a chiunque, specialmente a uno
standista/scrittore, era inutile sperare che lo stretto necessario
piovesse dal cielo come sempre gli era accaduto. Faceva libri? Vendeva
Libri? E allora la crisi era un'opportunità. Solo gli stronzi coi
soldi entravano ormai nei bookstore che assomigliavano a centri
commerciali, chi dei suoi amici aveva la passione dei libri se li
procurava in un altro modo, rubavano, scaricavano dalla rete,
compravano un po' in giro nei banchetti. Quando ne trovavano di
banchetti. E qui gli venne l'idea... Doveva farli lui i banchetti per
vendere libri, ma non solo i suoi, anche quelli di tutti gli amici che
aveva nell'ambiente dell'editoria sfigata. Sì, li avrebbe presi in
conto vendita o con il baratto e poi piazzati nei posti in cui ci
sarebbe girata la gente giusta: nei festival musicali e durante i G8.
I soldi guadagnati gli avrebbero garantito benzina, droghe e cibo. I
possibili scontri gli avrebbero permesso di sfogarsi senza pensare a
lei. «Cazzo Fritz, con i libri svoltiamo l'estate». «Socmel, non li
hai venduti nemmeno a Torino» «Al salone non c'era la nostra gente...
Daai» «Malcolm, tu ti illudi troppo» «Che dovrei fare? Passare
l'estate a Roma e piangermi addosso. Ho bisogno di girare, stare in
ballo, che cazzo ne so». Fritz era perplesso ma cominciava a
interessarsi. «Come fai? O vendi, o ti diverti...» «Ma va! Nei G8
facciamo i banchetti prima e dopo le manifestazioni, nei festival stai
aperto fino a mezzanotte poi chiudi la baracca e ti cali nella festa».
Fritz a quel punto si fece un po' coinvolgere. Si coricarono facendo
progetti per l'estate ascoltando Harvest di Neil Young. Calendario
alla mano e computer acceso. I giorni passavano veloci nel selezionare
gli eventi dell'estate e per riprendere la forma fisica necessaria a
reggere il ritmo del tour. I primi due appuntamenti erano già una
mazzata di chilometri tra Pisa e Roma per il G8 su sicurezza e
immigrazione, poi a Bologna per il Festival sociale delle culture
antifasciste, ma l'entusiasmo era tale che decisero per entrambe le
tappe. Malcolm mise sul piatto un disco di Bowie. Fritz era furioso
per tutta quella muffa in vinile e allora scaricò dalla rete un pezzo
di una giovane band milanese che avrebbe dovuto suonare al loro
successivo ormeggio, cioè quello del Mi Ami, il festival della musica
indipendente di Milano dal 5 al 7 giugno. «Ascolta questi piuttosto,
si chiamano Ministri, senti che linguaggio». La musica era partita:
Veramente vivo in tempi bui / e non è per rovinarti il pranzo / che ti
dico arriva la marea... «Che mi fai sentire? Guccini con la chitarra
distorta?» disse Malcolm. «Tempi bui, la marea. Non capisci? È la
nostra canzone, L'estate buia che ci aspetta e la nostra risposta. La
marea, l'onda, i G8... Poi i ministri sono stati i primi a suonare in
piazza dopo lo sgombero di Cox 18, sono micidiali con i testi».
Malcolm stava pensandoci su. «Ma al Mi Ami si venderà qualcosa?» «Sei
pazzo? È un festival pieno di gente, di ragazzini, un sacco di
banchetti dell'autoproduzione musicale... È l'unica cosa decente che
c'è a Milano quest'estate». Ok, per il primo week-end di giugno la
casella del calendario era segnata. Intanto Laura, diventata la loro
allenatrice ufficiale, gli aveva proposto un corso intensivo di yoga e
niente alcol per l'intera settimana. Dopo la prima notte, Fritz si era
trasferito nella stanza a fianco insieme a Stefania, l'amica più freak
di Laura. Malcolm li sentiva divertirsi tutte le notti al di là del
muro che separava le due camere, ma lui, dopo i grovigli sentimentali
del mese scorso, non si poteva distrarre, il suo progetto andava
preparato bene. Tornare sulla strada significava anche scansarsi dalla
frana che stava coinvolgendo lentamente tutti gli ambienti sinistrorsi
che lo circondavano. La sinistra era vigliacca, troppo compromessa,
troppo screditata per opporre la minima resistenza a un potere mafioso
che stava gestendo la crisi in chiave sempre più reazionaria. Era la
strada, la strada e le sue antiche inclinazioni ribelli l'unica
salvezza per Malcolm, solo in quel clima avrebbe potuto risolvere le
sue psychostorie d'amore. Ne era sicuro, per questo il tour doveva
essere pianificato alla perfezione. Per il 12 e 13 giugno iniziavano i
primi problemi. Al Forte Prenestino di Roma c'era la quarta edizione
di Electrode mentre a Lecce il G8 sull'economia. Due occasioni da non
perdere ma anche impossibili da raggiungere in contemporanea. Ci
voleva il teletrasporto. Fritz e Malcolm cercavano notizie, ma in rete
c'era ben poco, a parte un articolo su un quotidiano online di Lecce:
«G8, commercianti divisi, già si parla di danni». Malcolm era preso
bene, se i negozi minacciavano la chiusura preventiva per due giorni
avrebbe potuto tenere aperta lui l'unica libreria in zona. Andare fin
laggiù, nella Puglia profonda, poteva essere un buon affare. Tuttavia
l'Electrode era un evento che non si poteva perdere. Sul palco Anthony
Rother, Mick Wills e Miss Loony & Killingzoe e poi il convegno con i
tipi della rivista underground europea Datacide. Cercando su Youtube,
Malcolm si prese la rivincita sul suo socio antinovecentista. Sullo
schermo apparve un video che spaccava, hip hop mischiato a musica
elettronica d'avanguardia. Era il clip Dead in Motion degli Antipop
Consortium, quattro afroamericani di New York prossimi ospiti a
Electrode.
Nel terzo week-end di giugno c'erano sia l'Hackmeeting a
Milano, sia il Crack, il festival dei fumetti a Roma, sempre al Forte.
Una telefonata di un amico milanese li aveva informati che il convegno
internazionale delle controculture digitali si sarebbe probabilmente
svolto nella nuova rioccupazione di un centro sociale, Sos Fornace di
Rho, nel cuore della battaglia contro l'Expo 2015. L'adrenalina di una
lotta che si faceva sempre più dura e lo slogan dell'Hackmeeting che
recitava "Peer 2 Peer economy", ideale per il baratto dei libri,
convinsero Malcolm a segnare Milano sulla casella del 19/21 giugno.
«Sì, ok il baratto, ma poi bisogna pur vendere questi libri, socmel».
Fritz aveva ragione, per questo bisognava trovare degli affollati
festival musicali. Girovagando per la rete beccarono quello più
gigantesco del pianeta: Glastonbury, Festival of Contemporary
Performing Arts. Su wikipedia avevano letto: «Il festival è conosciuto
soprattutto per la musica, ma non sono da trascurare la danza, la
commedia, il teatro, il circo, il cabaret e altre forme d'arte.
Glastonbury è anche conosciuto per l'elevato consumo di droghe
illegali da parte dei partecipanti». Ai due brillavano gli occhi.
Inoltre, aprendo la pagina del line-up aveva visto una lunghissima
schermata con centinaia di eventi con band come Glasvegas, Bloc Party,
The Rakes, White Lies , Blur e Nick Cave. Fantasticando, avevano
deciso di non vedere l'insopportabile Bruce Springsteen, ma su Neil
Young Malcolm era possibilista. «Sei fuori?» Fritz era sbottato. «Mi
fai scoppiare il melone con la techno e poi vuoi vedere quello zombie.
Già l'altra notte mi hai scassato i maroni con Harvest. Ho fatto
incubi western tutta la notte. Cactus, coyote, Apache, mandriani...» I
tempi di marcia prevedevano qualche giorno di viaggio da Londra a
L'Aquila, verso il buco nero del G8 abruzzese dell'8/10 luglio. Il
buco nero perché non sapevano ancora nulla su cosa il movimento stesse
organizzando. Comunque c'era ancora qualche giorno per capirlo e per
procedere con le tappe di luglio. Le lancette segnavano mezzogiorno,
per fortuna la giornata era fresca e ventilata, Laura aveva bussato
alla porta per chiedere se avevano voglia di fare un giro a Pisa.
Malcolm era contento, voleva rivedere il suo amico Drago, il gestore
di un fornitissimo negozio in via San Antonio che vendeva libri,
dischi, tavole da skate e materiale per la coltivazione indoor. Con il
Drago voleva chiacchierare del suo progetto estivo e fare scambio di
libri... (La prima puntata è stata pubblicata in rete. Continua su
altri pianeti dell'infosfera)
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"un carabiniere mi disse: lottate lottate, che poi se vincete,
a noi ci mettono una stella rossa sopra il cappello
e vi picchiamo lo stesso". Roma, 1971
Guglielmo "Billi" Bilancioni