Re: [Intergas] invio risposta Corioni.

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Autore: Claudio BUZZONI
Data:  
To: Intergas
Oggetto: Re: [Intergas] invio risposta Corioni.
Mi chiamo Claudio Buzzoni e mi sento particolarmente coinvolto nel discorso,
non ho nessun interesse ad entrare in polemica con il signore di quella
struttura che sicuramente lavora rispettando tutte le norme e con un
efficienza da fare invidia, anche se rimango perplesso di fronte a certe
affermazioni: “Vi garantisco che il nostro problema non è far sapere ai Gas
che vendiamo (anche) ad Esselunga. Semmai è non far sapere a loro che
vendiamo a voi …”



“...Ma i costi li sostiene la nostra struttura, non vanno a caricarsi ne sui
clienti, ne sulle aziende...”

“I nostri prezzi sono bassi. Certo, noi compriamo in campagna! Siete certi
che non sono i vostri ad essere alti? I prezzi si costruiscono così: costi
di produzione (semi-piantine, terreno, trattamenti, macchinari, mano
d’opera, …) + costi di raccolta + costi di trasporto + imballaggio +
stoccaggio + costi di certificazione + margine. Siete certi di riuscire a
controllarli tutti?”



“...Rilancio: le mele bio che stiamo mangiando sono state raccolte ad
agosto. Quindi hanno più o meno 9 mesi di frigo….”

Personalmente sto lavorando al progetto che conoscete perchè tutta
l’efficienza e la competenza anche in materia economica descritta dal
Signore non ho mai avuto la sensazione si siano tradotti in vantaggi per chi
acquista ed in tutela per chi produce, l’esperienza diretta di acquisto e le
visite a chi coltiva mi hanno portato ad avere una visione diversa da quella
espressa dal Signore.

Credo che la funzione intermedia tra chi coltiva e chi acquista abbia una
sua ragione di esistere; anche se non assolutamente necessaria e, comunque,
espletata in un modo diverso da come lo è stata sino ad ora.

Non ho preclusioni e quindi personalmente sarei più che lieto di incontrarmi
e confrontarmi col signore, ma a tutt’oggi non acquisterei una sola ciliegia
dalla Società per la quale lavora.

Claudio





From: intergas-bounces@??? [mailto:intergas-bounces@inventati.org]
On Behalf Of Benedetta Boschetti
Sent: Wednesday, May 27, 2009 5:31 PM
To: Intergas Radice
Cc: roberto.corioni@???
Subject: Re: [Intergas] invio risposta Corioni.



Ciao a tutti,
per come la vedo io la proposta "Iomangiobio" del signor Corioni è più
orientata verso i GA piuttosto che i GAS. Il fatto di acquistare prodotti
biologici è una delle caratteristiche dei GAS (e neppure di tutti) che a mio
parere perde molto del suo significato se slegata dall'aspetto delle
relazioni. Le relazioni con i produttori, la condivisione della
pianificazione, del rischio e alla fine di quanto di buono può dare la terra
se trattata con rispetto e amore sono elementi senza i quali un GAS come il
GAS Baggio di cui faccio parte (visto che il sig. Corioni ci cita) non
potrebbe esistere se non snaturandosi.

Vorrei poi fare due osservazioni specifiche rispetto a quanto detto dal sig.
Corioni.
La prima riguarda la questione dei prezzi bassi, si dice che "La miglior
garanzia di un pagamento corretto è la continuità che gli agricoltori ci
danno. Altrimenti si metterebbero a fornire altri." Questo è vero quando si
può scegliere. A quanto ne so io gli agricoltori sono costretti a vendere
quasi in perdita perchè non c'è nessuno che offre di più essendo tutto in
mano a pochissimi distributori.
La seconda riguarda la mancanza sul sito delle schede produttori. Non credo
che ci sia qualcuno che vuole sul sito il quaderno di campagna (quello ce lo
andiamo a vedere direttamente dal produttore) ma da quello a non metterci
nemmeno il nome dell'azienda e dove sta...ci sarà una via di mezzo, no?

Insomma "iomangiobio" mi sembra un bel supermercato biologico che nulla o
poco ha a che fare con la filosofia di relazione, con il consumo critico,
con il tentativo di far nascere una economia diversa e solidale, con la
partecipazione. Tutti elementi che, per quanto mi riguarda, sono essenziali
per un GAS.
Benedetta

2009/5/27 maria michelazzo <mariamichelazzo@???>

Cari tutti, questa è la lettera che Roberto Corioni ha inviato, alla quale
Plaisire ha iniziato a rispondere; Massimo dice che non l'ha vista e neanche
io l'ho ancora vista girare, quindi per correttezza ho stampato il file
word nella mail e ve la invio, in modo che ognuno possa farsi la sua idea, a
risentirci! Maria-





Buongiorno a tutti.

Sono Roberto di Iomangiobio, e di Pizzi, e della Barona Bio. Sono un tecnico
e non un direttore.
Senza scomodare Andrea Di Stefano do alcune informazioni.
1) La ditta Pizzi, per cui lavoro, fa anche del convenzionale. Con
precisione fa mele rosse e pesche per Esselunga, nella filiera “Naturama”.
Si tratta di prodotto a lotta integrata, venduto a volte come convenzionale.
E fa anche delle pesche spagnole. Questo prodotto ha un suo magazzino, con
macchine, personale e celle dedicate. Viene controllato molto attentamente,
con visite ed analisi del tutto identiche al bio (perché così è più facile
da gestire). Il titolo del sito non lo richiama solo perché è stato
utilizzato un modello di carta intestata. Nessuna mistificazione, tanto che
lo stesso sito ne parla tranquillamente.
Ricordo che Esselunga vende anche 30.000.000 di chili di frutta e verdura
bio all’anno. Ad una media di 100q x ettaro (sottostimata) sono 3.000 ettari
di terreni bio. A 390kg di pesticidi ad ettaro sono 1.170.000 kg di
fitofarmaci in meno immessi nell’ambiente, solo in Italia. Non è poco.
2) Non abbiamo “schede produttori” perché non esistono. O meglio: esistono
Certificati di conformità, Attestati delle superfici, verbali di ispezione
degli Organismi di Controllo e chek list compilate dal sottoscritto, e dagli
altri tecnici di Pizzi, durante le nostre visite in azienda. Ci sono i
certificati d’analisi dei laboratori. Ci sono le mappe aeree con lo studio
dei confini. Ci sono i Quaderni di campagna, le analisi dei terreni e quelle
delle acque irrigue. Ci sono i registri di carico/scarico e le bolle di
acquisto di semi-piante-prodotti. E molto altro ancora. Questo per ogni
anno, per ogni azienda, dal 2000 ad oggi. Riguardano più di 700 aziende.
Dovremmo pubblicare tutto? Ovviamente sono a vostra disposizione.
3) Vi garantisco che il nostro problema non è far sapere ai Gas che vendiamo
(anche) ad Esselunga.
Semmai è non far sapere a loro che vendiamo a voi …
4) Analisi. Facciamo circa 400 analisi l’anno, per la ricerca di
fitofarmaci, nitriti/nitrati, metalli pesanti, OGM, contaminanti di natura
chimica, fisica e microbiologica, radiazioni ionizzanti ed allergeni presso
laboratori accreditati Sinal. Facciamo prelievi su prodotto finito e su
piante in accrescimento, su terra ed acqua, macchine e superfici diverse
secondo un preciso piano dei rischi (le carote in presemina, le patate in
post-raccolta, mi capite?). Ed i risultati sono assai interessanti. Ma di
sicuro chi vuole bene al bio (specie in Italia) non ha grande interesse a
renderli accessibili proprio a tutti.
5) Questo lavoro di cernita è già fatto. Dobbiamo, sia perché ci crediamo,
sia perché è necessario. Ma i costi li sostiene la nostra struttura, non
vanno a caricarsi ne sui clienti, ne sulle aziende. Riflettete: quanto ci
costerebbe un fuori standard (uno o più residui di quelli tosti) ? Un
processo per frode in commercio, il danno economico col cliente
(interruzione delle forniture, aziende bloccate …), perdita di credibilità,
sospensione della certificazione, scandali sulla stampa, ecc.
Queste cose le si può evitare solo con un lavoro attento di accreditamento
dei fornitori.
6) Uno dei requisiti richiesti alle aziende è quello di avere mano d’opera
regolare, assunta e con una formazione propedeutica. Il personale deve
sempre essere dotato di appositi d.p.i. , deve aver frequentato corsi
riconosciuti dalla Pubblica Autorità, e deve indossare indumenti idonei (chi
esegue i trattamenti dispone di patentino? Ha una tuta della III categoria?
Ha guanti maschera e stivali? La maschera ha i filtri A2P3 di protezione?).
Spesso nelle piccole realtà questi aspetti sono carenti, ed è lo stesso
coltivatore a rimetterci …
7) I nostri prezzi sono bassi. Certo, noi compriamo in campagna! Siete certi
che non sono i vostri ad essere alti? I prezzi si costruiscono così: costi
di produzione (semi-piantine, terreno, trattamenti, macchinari, mano
d’opera, …) + costi di raccolta + costi di trasporto + imballaggio +
stoccaggio + costi di certificazione + margine. Siete certi di riuscire a
controllarli tutti?
La miglior garanzia di un pagamento corretto è la continuità che gli
agricoltori ci danno. Altrimenti si metterebbero a fornire altri. Forse i
prezzi che alcuni pagano sono motivati dal fatto (acclarato) che chi vende
ai GAS compra da Pizzi (o al mercato o da altri operatori, se volete vi
faccio i nomi).
8) Per Plaisire: le mele bio si contaminano se uno tocca una mela
convenzionale. Troviamo contaminanti sia sui guanti degli operatori, che
sulle ruote dei muletti, che sulle pareti delle celle frigo, che nei filtri,
ed anche nell’acqua di sbrinamento dei magazzini. Purtroppo la chimica è una
brutta bestia e le sue creature, a conoscerle, peggio. E’ per questo che il
bio va fatto in aziende e strutture dedicate.
Di sicuro la tua insalatina viene curata con amore. Forse viene irrigata con
l’acqua del Lambro. Forse quell’acqua non è mai stata analizzata. Forse
cresce in un terreno di bonifica. Forse quel terreno non è mai stato
analizzato. Spero per i tuoi figli che non sia così. Di sicuro hai
controllato.
Purtroppo abbiamo trovato residui nelle situazioni più impensabili. Livelli
altissimi di piombo dovuti a miniere risalenti al medioevo. DDT e suoi
metaboliti per le disinfestazioni (zanzare, paludi) del dopoguerra.
9) Per Maria Michelazzo: km zero e dintorni. Tra le altre regole che ci
siamo dati c’è questa: se è disponibile prodotto locale compriamo quello. Se
non è disponibile compriamo il prodotto nazionale. Se non è disponibile
neppure questo allora andiamo fuori (ora in Argentina). Per le aziende di
produzione valgono sempre gli stessi parametri (verifica documenti,
operazioni agronomiche, smaltimento rifiuti speciali, rispetto della mano
d’opera, legalità e sicurezza…), e devono comunque essere visitate da Pizzi.
Aglio: il prodotto locale (Modena) è disponibile da luglio-agosto in poi. Ci
sarebbe il prodotto siciliano, ma nella maggior parte dei casi viene dalla
Cina (verificato in azienda). Ci sarebbe anche prodotto dal Fucino, ma i
confini sono con aziende che fanno convenzionale intensivo ed il rischio di
contaminazioni è troppo elevato. Ci sono altri piccoli produttori sparsi qua
e la, ma i trasporti e la qualità ce li hanno fatti depennare a poco a poco.
Quindi si stocca il più possibile, ma ad un certo punto l'aglio finisce.
Alcune aziende che già trasportano mele e pere fanno anche zucche ed aglio.
Siamo andati a vederle e sono realtà molto interessanti anche dal punto di
vista "sociale". Quindi proponiamo il loro prodotto.

“….. Secondo te, in termini energetici, costa di più una nave che in 10
giorni attraversa l’oceano o i motori delle celle, degli assorbitori
dell’etilene, dei regolatori dell’umidità che da 270 giorni pompano
ininterrottamente? Sappi che ogni ton. di mele da cella inquina tre volte di
più di un ton. di mele estere!
Non solo. Le mele d’importazione sono più fresche (raccolte un mese fa) e
con una qualità organolettica nettamente superiore. In più aiutano
l’economia dei paesi in via di sviluppo.
Altra domanda: vale di più il km 0 o il rispetto delle leggi? Oppure: vale
di più il km 0 o lo sfruttamento della mano d’opera? O ancora: vale di più
il km 0 o un giusto riconoscimento economico?
Noi pensiamo che gli aspetti da valutare criticamente vadano ben al di là
della semplice distanza.
10) Ultima considerazione sulla comunicazione. Ho inviato decine di mail,
dicendomi disponibile a presentare il progetto Iomangiobio. Nessuno di voi
mi ha risposto. Ho scritto al Gas Baggio e al Gas Bellezza, dopo aver
conosciuto Vincenzo Vesciaveo e Giorgio Castelnovo in provincia
(Idroscalo), e chiedendo un incontro. Nessuna risposta. Ho provato a
registrarmi sul sito di gasmilano e non mi è stata neppure sbloccata
l’utenza. Ora un giro di mail in cui (spero non sia la posizione di tutti)
si sostiene che i mercanti non sono ben accetti nel tempio e neppure gli va
data parola, oltre ad una serie di altre cose carine (cieco, spino, rovo, …
ma quello che mi offende di più è lucida-macchine: la mia auto è piena di
fango, e che cavolo! Bio ovvio).
Peccato questa chiusura: sono sicuro che mi sarebbe stato utile potermi
confrontare con voi.
Se le cose andranno come penso non avrò altri riscontri, per cui approfitto,
saluto e ringrazio chi ha avuto la bontà di leggere fino a qua.

RC
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