Autor: maria michelazzo Datum: To: Intergas Radice Betreff: [Intergas] invio risposta Corioni.
Cari tutti, questa è la lettera che Roberto Corioni ha inviato, alla
quale Plaisire ha iniziato a rispondere; Massimo dice che non l'ha
vista e neanche io l'ho ancora vista girare, quindi per correttezza
ho stampato il file word nella mail e ve la invio, in modo che ognuno
possa farsi la sua idea, a risentirci! Maria-
Buongiorno a tutti.
Sono Roberto di Iomangiobio, e di Pizzi, e della Barona Bio. Sono un
tecnico e non un direttore.
Senza scomodare Andrea Di Stefano do alcune informazioni.
1) La ditta Pizzi, per cui lavoro, fa anche del convenzionale. Con
precisione fa mele rosse e pesche per Esselunga, nella filiera
“Naturama”. Si tratta di prodotto a lotta integrata, venduto a volte
come convenzionale. E fa anche delle pesche spagnole. Questo prodotto
ha un suo magazzino, con macchine, personale e celle dedicate. Viene
controllato molto attentamente, con visite ed analisi del tutto
identiche al bio (perché così è più facile da gestire). Il titolo del
sito non lo richiama solo perché è stato utilizzato un modello di
carta intestata. Nessuna mistificazione, tanto che lo stesso sito ne
parla tranquillamente.
Ricordo che Esselunga vende anche 30.000.000 di chili di frutta e
verdura bio all’anno. Ad una media di 100q x ettaro (sottostimata)
sono 3.000 ettari di terreni bio. A 390kg di pesticidi ad ettaro sono
1.170.000 kg di fitofarmaci in meno immessi nell’ambiente, solo in
Italia. Non è poco.
2) Non abbiamo “schede produttori” perché non esistono. O meglio:
esistono Certificati di conformità, Attestati delle superfici, verbali
di ispezione degli Organismi di Controllo e chek list compilate dal
sottoscritto, e dagli altri tecnici di Pizzi, durante le nostre visite
in azienda. Ci sono i certificati d’analisi dei laboratori. Ci sono le
mappe aeree con lo studio dei confini. Ci sono i Quaderni di campagna,
le analisi dei terreni e quelle delle acque irrigue. Ci sono i
registri di carico/scarico e le bolle di acquisto di semi-piante-
prodotti. E molto altro ancora. Questo per ogni anno, per ogni
azienda, dal 2000 ad oggi. Riguardano più di 700 aziende. Dovremmo
pubblicare tutto? Ovviamente sono a vostra disposizione.
3) Vi garantisco che il nostro problema non è far sapere ai Gas che
vendiamo (anche) ad Esselunga.
Semmai è non far sapere a loro che vendiamo a voi …
4) Analisi. Facciamo circa 400 analisi l’anno, per la ricerca di
fitofarmaci, nitriti/nitrati, metalli pesanti, OGM, contaminanti di
natura chimica, fisica e microbiologica, radiazioni ionizzanti ed
allergeni presso laboratori accreditati Sinal. Facciamo prelievi su
prodotto finito e su piante in accrescimento, su terra ed acqua,
macchine e superfici diverse secondo un preciso piano dei rischi (le
carote in presemina, le patate in post-raccolta, mi capite?). Ed i
risultati sono assai interessanti. Ma di sicuro chi vuole bene al bio
(specie in Italia) non ha grande interesse a renderli accessibili
proprio a tutti.
5) Questo lavoro di cernita è già fatto. Dobbiamo, sia perché ci
crediamo, sia perché è necessario. Ma i costi li sostiene la nostra
struttura, non vanno a caricarsi ne sui clienti, ne sulle aziende.
Riflettete: quanto ci costerebbe un fuori standard (uno o più residui
di quelli tosti) ? Un processo per frode in commercio, il danno
economico col cliente (interruzione delle forniture, aziende bloccate
…), perdita di credibilità, sospensione della certificazione, scandali
sulla stampa, ecc.
Queste cose le si può evitare solo con un lavoro attento di
accreditamento dei fornitori.
6) Uno dei requisiti richiesti alle aziende è quello di avere mano
d’opera regolare, assunta e con una formazione propedeutica. Il
personale deve sempre essere dotato di appositi d.p.i. , deve aver
frequentato corsi riconosciuti dalla Pubblica Autorità, e deve
indossare indumenti idonei (chi esegue i trattamenti dispone di
patentino? Ha una tuta della III categoria? Ha guanti maschera e
stivali? La maschera ha i filtri A2P3 di protezione?). Spesso nelle
piccole realtà questi aspetti sono carenti, ed è lo stesso coltivatore
a rimetterci …
7) I nostri prezzi sono bassi. Certo, noi compriamo in campagna! Siete
certi che non sono i vostri ad essere alti? I prezzi si costruiscono
così: costi di produzione (semi-piantine, terreno, trattamenti,
macchinari, mano d’opera, …) + costi di raccolta + costi di trasporto
+ imballaggio + stoccaggio + costi di certificazione + margine. Siete
certi di riuscire a controllarli tutti?
La miglior garanzia di un pagamento corretto è la continuità che gli
agricoltori ci danno. Altrimenti si metterebbero a fornire altri.
Forse i prezzi che alcuni pagano sono motivati dal fatto (acclarato)
che chi vende ai GAS compra da Pizzi (o al mercato o da altri
operatori, se volete vi faccio i nomi).
8) Per Plaisire: le mele bio si contaminano se uno tocca una mela
convenzionale. Troviamo contaminanti sia sui guanti degli operatori,
che sulle ruote dei muletti, che sulle pareti delle celle frigo, che
nei filtri, ed anche nell’acqua di sbrinamento dei magazzini.
Purtroppo la chimica è una brutta bestia e le sue creature, a
conoscerle, peggio. E’ per questo che il bio va fatto in aziende e
strutture dedicate.
Di sicuro la tua insalatina viene curata con amore. Forse viene
irrigata con l’acqua del Lambro. Forse quell’acqua non è mai stata
analizzata. Forse cresce in un terreno di bonifica. Forse quel terreno
non è mai stato analizzato. Spero per i tuoi figli che non sia così.
Di sicuro hai controllato.
Purtroppo abbiamo trovato residui nelle situazioni più impensabili.
Livelli altissimi di piombo dovuti a miniere risalenti al medioevo.
DDT e suoi metaboliti per le disinfestazioni (zanzare, paludi) del
dopoguerra.
9) Per Maria Michelazzo: km zero e dintorni. Tra le altre regole che
ci siamo dati c’è questa: se è disponibile prodotto locale compriamo
quello. Se non è disponibile compriamo il prodotto nazionale. Se non è
disponibile neppure questo allora andiamo fuori (ora in Argentina).
Per le aziende di produzione valgono sempre gli stessi parametri
(verifica documenti, operazioni agronomiche, smaltimento rifiuti
speciali, rispetto della mano d’opera, legalità e sicurezza…), e
devono comunque essere visitate da Pizzi.
Aglio: il prodotto locale (Modena) è disponibile da luglio-agosto in
poi. Ci sarebbe il prodotto siciliano, ma nella maggior parte dei casi
viene dalla Cina (verificato in azienda). Ci sarebbe anche prodotto
dal Fucino, ma i confini sono con aziende che fanno convenzionale
intensivo ed il rischio di contaminazioni è troppo elevato. Ci sono
altri piccoli produttori sparsi qua e la, ma i trasporti e la qualità
ce li hanno fatti depennare a poco a poco. Quindi si stocca il più
possibile, ma ad un certo punto l'aglio finisce. Alcune aziende che
già trasportano mele e pere fanno anche zucche ed aglio. Siamo andati
a vederle e sono realtà molto interessanti anche dal punto di vista
"sociale". Quindi proponiamo il loro prodotto.
Rilancio: le mele bio che stiamo mangiando sono state raccolte ad
agosto. Quindi hanno più o meno 9 mesi di frigo. Secondo te, in
termini energetici, costa di più una nave che in 10 giorni attraversa
l’oceano o i motori delle celle, degli assorbitori dell’etilene, dei
regolatori dell’umidità che da 270 giorni pompano ininterrottamente?
Sappi che ogni ton. di mele da cella inquina tre volte di più di un
ton. di mele estere!
Non solo. Le mele d’importazione sono più fresche (raccolte un mese
fa) e con una qualità organolettica nettamente superiore. In più
aiutano l’economia dei paesi in via di sviluppo.
Altra domanda: vale di più il km 0 o il rispetto delle leggi? Oppure:
vale di più il km 0 o lo sfruttamento della mano d’opera? O ancora:
vale di più il km 0 o un giusto riconoscimento economico?
Noi pensiamo che gli aspetti da valutare criticamente vadano ben al di
là della semplice distanza.
10) Ultima considerazione sulla comunicazione. Ho inviato decine di
mail, dicendomi disponibile a presentare il progetto Iomangiobio.
Nessuno di voi mi ha risposto. Ho scritto al Gas Baggio e al Gas
Bellezza, dopo aver conosciuto Vincenzo Vesciaveo e Giorgio
Castelnovo in provincia (Idroscalo), e chiedendo un incontro. Nessuna
risposta. Ho provato a registrarmi sul sito di gasmilano e non mi è
stata neppure sbloccata l’utenza. Ora un giro di mail in cui (spero
non sia la posizione di tutti) si sostiene che i mercanti non sono ben
accetti nel tempio e neppure gli va data parola, oltre ad una serie di
altre cose carine (cieco, spino, rovo, … ma quello che mi offende di
più è lucida-macchine: la mia auto è piena di fango, e che cavolo! Bio
ovvio).
Peccato questa chiusura: sono sicuro che mi sarebbe stato utile
potermi confrontare con voi.
Se le cose andranno come penso non avrò altri riscontri, per cui
approfitto, saluto e ringrazio chi ha avuto la bontà di leggere fino a
qua.