Ribadisco ad ogni cittadino democratico di questo paese la necessità di studiarsi attentamente il lavoro fatto da Marisa Pareto e aprire gli occhi sulle prossime elezioni, denunciando tutte le eventuali irregolarità prima, durante e dopo il voto. La rete è un buon mezzo per denunciare le eventuali irregolarità, non credete?
Per il lavoro di Marisa Pareto lo trovate al link:
http://www.webalice.it/marisa.pareto/bibliografia.htm. Non mettiamo la testa sotto la sabbia grazie! Laura Picchi
da liberazione.it
Boicottato il voto
dei cittadini all'estero
Carlo Cartocci*
Nelle prossime elezioni europee, per i cittadini italiani che vivono all'estero non sarà facile esercitare il proprio diritto di voto
Boicottato il voto
dei cittadini all'estero
Carlo Cartocci*
Nelle prossime elezioni europee, per i cittadini italiani che vivono all'estero non sarà facile esercitare il proprio diritto di voto. A differenza di quanto si fece cinque anni or sono, si voterà soltanto nelle sedi diplomatiche italiane e, come se non bastasse, il Ministero degli Esteri ha presentato un decreto, poi convertito in legge il 25 marzo 2009, che eleva da 1.500 a 3.000 il numero massimo degli iscritti ai seggi elettorali, con il risultato di dimezzare il numero dei seggi stessi. E' evidente il tentativo del governo di scoraggiare il voto dei cittadini italiani che vivono all'estero: per esempio i connazionali che vivono nelle Fiandre, dovranno percorrere più di 200 km per recarsi ad esercitare il proprio diritto/dovere di elettore a Bruxelles. In Repubblica Ceca ci saranno cittadini costretti a fare 200 chilometri per votare. Anche in Germania la diminuzione dei seggi costringerà decine di migliaia di cittadini a fare viaggi di molti chilometri per recarsi al voto. Basta un esempio: in tutte le competizioni elettorali tenute fino ad ora, è sempre stato istituito un seggio per i numerosi cittadini italiani della provincia del Rhein-Sieg a Siegburg, il capoluogo; ora questo seggio è stato accorpato a Bonn, dove, peraltro, il numero dei nostri connazionali è minore! In Svizzera gli emigrati non voteranno, perché quello non è un paese Ue, quindi chi risiede in Svizzera dovrebbe recarsi in Italia, nel comune di iscrizione all'Aire: di fatto la stragrande maggioranza di questi emigrati non voterà. Si sarebbero potute mettere in atto iniziative per facilitare il voto come, per esempio, il rimborso del treno, oppure allestire seggi volanti su bus o caravan targati Cd (in aggiunta alle sedi diplomatiche) e dislocati in luoghi vicini ai centri di maggior residenza dei connazionali. Invece nulla è stato fatto, neppure una corretta informazione, per facilitare il diritto di voto. E' in atto un vero e proprio boicottaggio per evitare il voto estero: il governo, memore della amara sorpresa della tornata precedente, vuole limitare al massimo il diritto al voto dei nostri emigrati. Con la scusa di evitare gli sprechi si operano tagli alla democrazia! I cittadini che vivono all'estero sono discriminati nei loro diritti civili e politici: sono considerati, ancora e sempre, cittadini di serie B! Ci sembra corretto chiedersi come mai il Mae trova sollecitamente i fondi per ripianare i buchi di bilancio nelle spese di rappresentanza, spesso inutili e pleonastiche, e non per garantire il diritto al voto con adeguati stanziamenti? E, ancora, come mai non si è levata la protesta del Cgie e dei Comites europei contro queste discriminazioni al limite della costituzionalità? Probabilmente perché in questi organismi di rappresentanza dei cittadini emigrati, congelati nella loro attuale composizione, non rinnovati a scadenza, si concretizza nei fatti quel bipartitismo che si vuole imporre al nostro Paese.
*responsabile nazionale Italiani nel Mondo
22/05/2009
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