[NuovoLab] le conclusioni del dibattito pubblico sulla grond…

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Autore: brunoa01
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Oggetto: [NuovoLab] le conclusioni del dibattito pubblico sulla gronda autostradale del ponente genovese
pagina 82

Conclusioni

A che cosa è servito il dibattito pubblico? La concentrazione della discussione in un periodo breve e predefi nito ha permesso di accelerare i tempi di reazione e
di rifl essione da parte di tutti i soggetti interessati
e di portare all’attenzione pubblica preoccupazioni, proteste, sostegni, obiezioni, proposte e argomenti che altrimenti avrebbero fatto fatica a farsi ascoltare
e a confrontarsi.
Oppure avrebbero rischiato di emergere troppo tardi.
Al termine di questo periodo intenso (e anche turbolento) le acquisizioni che il dibattito pubblico è in grado di offrire alla città riguardano tre aspetti diversi.

Le acquisizioni di merito

Il dibattito pubblico ha permesso di entrare nel merito dei problemi relativi al progetto della Gronda di Ponente e di
porre interrogativi a cui il soggetto proponente
deciderà come rispondere.

Il consenso sulla Gronda

Sull’ipotesi della nuova autostrada si è aperta una discussione sia sugli effetti sul traffi co e sulla mobilità, sia sul rapporto tra costi e benefici.
Nel corso del dibattito si è lavorato molto su tali aspetti
con diversi contributi tecnici.
Non si è arrivati ad alcuna conclusione definitiva, ma
del resto non è possibile dare una “prova scientifica” dell’utilità e della convenienza di una grande opera pubblica.
Tocca inevitabilmente alla politica assumersi le
relative responsabilità.

Se mai, la politica avrà l’onere di argomentare le proprie
scelte di fronte ai cittadini alla luce delle analisi formulate dai tecnici, sapendo che sulla Gronda esistono, tra alcuni gruppi di cittadini, dubbi non privi di argomenti.

Non solo Gronda

Le riflessioni sviluppate attorno al problema della congestione del nodo di Genova hanno confermato che la Gronda non è il rimedio, ma uno dei possibili rimedi.
Il merito dei sostenitori dell’“opzione zero” è stato quello di richiamare l’attenzione sullo sviluppo del trasporto su ferro e di opere stradali e di aver proposto politiche integrate per una mobilità “dolce”.
Una parte di tali interventi è già nell’agenda delle istituzioni, ma la richiesta di un più deciso impulso in queste direzioni è emersa con forza nel corso del dibattito.

Soluzioni alternative

Il dibattito ha messo in luce un’ampia gamma di possibili alternative al progetto presentato da Autostrade per l’Italia. È stata riproposta l’idea di una tangenziale
oltre Appennino. Si è accertato che le nuove metodologie di scavo permettono di rimuovere uno degli ostacoli che nel
2005 avevano sconsigliato l’attraversamento del Polcevera in subalveo.
È stato posto il problema se l’asse nord-sud della nuova autostrada debba partire da Genova Ovest (con il nuovo tratto parallelo alla A7 proposto da Aspi) oppure da
Cornigliano, in modo da servire questo nodo chiave per lo sviluppo della città.

Gradualità

Sono state avanzate proposte “incrementali”, “minimali” o “per lotti funzionali” che suggeriscono – sia pure con sfumature diverse – l’idea di un processo graduale,
pragmatico e più socialmente accettabile, che eviti il dilemma “o tutto o niente”.

Correzioni significative dei tracciati

L’ingegneria popolare, evocata dalla sindaco Marta Vincenzi all’apertura del dibattito ha funzionato al di là di ogni
aspettativa.
Su 45 Quaderni degli attori pubblicati nel corso del dibattito, 12 hanno formulato nuove proposte di tracciato
autostradale, sia di carattere generale che su specifiche tratte. Gli autori di queste proposte hanno instaurato con
Aspi un confronto che – per alcune aree particolarmente problematiche – potrà portare a significative correzioni dell’impostazione originaria.

Dove passare in Val Polcevera

Il dibattito ha confermato l’elevato impatto territoriale e sociale di tutti e cinque i tracciati di attraversamento della Val Polcevera.
Gli abitanti della valle, per comprensibili ragioni di solidarietà, hanno evitato di entrare nel merito del confronto tra i tracciati.
I soggetti del mondo produttivo hanno espresso riserve sui
tracciati che hanno maggiori incidenza sulle attività economiche.
Sul piano dell’efficacia trasportistica non sono state
confermate da tutti gli attori le stime di Aspi a favore delle alternative basse.

La questione delle abitazioni Sulla questione cruciale delle abitazioni destinate a essere demolite o di quelle
destinate a convivere con i cantieri e,
in futuro, con l’autostrada, la veemente
protesta dei residenti ha indotto il Comune
a promuovere un accordo con Anas e Aspi che individua soluzioni specifiche e circostanziate in modo preventivo, contro la prassi usuale di provvedere quando la
progettazione è già terminata.

I rischi

Il dibattito ha messo in evidenza le fortissime preoccupazioni che i cittadini nutrono per i rischi che l’opera potrà generare per la salute, l’ambiente e il paesaggio, sia nella fase dei cantieri che in fase di esercizio.
Il dibattito è servito per affrontare questi temi con il contributo di esperti e per stimolare Aspi e tutti gli enti competenti ad adottare con il massimo rigore le misure
necessarie ad abbattere tali rischi o, nel caso che questo risultasse impossibile, a rivedere l’impostazione del progetto.

Le acquisizioni di processo

Se le acquisizioni che riguardano il merito della questione Gronda possono apparire come le più importanti, non vanno
sottovalutati i risultati che sono stati 0ottenuti attraverso lo svolgimento del processo stesso che, se coltivati, potranno permettere di raggiungere in futuro
soluzioni più ricche, intelligenti e perciò più accettabili.

Informazione e apprendimento

L’apertura del dibattito pubblico ha indotto i cittadini a documentarsi e a riflettere.
Lo scontro è stato aspro, ma il dibattito ha permesso, almeno in parte, di ricondurlo a un confronto argomentato. La sua faccia più visibile è consistita negli incontri pubblici, ma altrettanto rilevanti sono stati i tavoli di lavoro, i Quaderni degli attori, i contributi degli esperti. Si è verificato un processo inusuale di diffusione dell’informazione e di apprendimento collettivo.
Il processo di apprendimento ha riguardato anche il soggetto proponente che si è trovato a interloquire con i cittadini in una situazione tesa e difficile ed è riuscito,
ciò malgrado, a dare risposte pertinenti e a rimettere in discussione alcune delle proprie scelte.

Il dibattito lascia alla città un patrimonio diffuso di conoscenze. I cittadini sono più padroni degli aspetti tecnici. Il soggetto proponente è più consapevole delle caratteristiche e dei problemi del territorio.
Emersione di interlocutori e consolidamento di reti La necessità di affrontare un confronto pubblico ha spinto i soggetti interessati a collegarsi tra di loro, a consolidare
reti di relazione e a esprimere specifiche leadership. Questo processo è avvenuto – con tempi e intensità diseguali – per entrambi i fronti. Sono emersi interlocutori
sufficientemente rappresentativi e credibili che costituiscono una preziosa risorsa per la fase successiva.

Conoscenza reciproca

Attori che esprimevano posizioni antitetiche hanno avuto possibilità di conoscersi e di stabilire relazioni dirette tra di loro. Le divergenze non si sono attenuate, ma sono entrati in circolo saperi e linguaggi comuni.

Il laboratorio sul traffico

L’esperienza del laboratorio sul traffico e sulla mobilità ha consentito lo scambio di informazioni e riflessioni su un
tema cruciale tra soggetti appartenenti a mondi diversi. Dal dibattito è uscito con forza la richiesta di trasformarlo in una struttura permanente.

L’Osservatorio locale

Il dibattito è servito ad affrontare concretamente il problema del “dopo”, ossia come far sì che la progettazione possa continuare a essere gestita in stretto rapporto con il territorio e come garantire che il fondo per le compensazioni non sia distribuito a pioggia, ma sia destinato a misure coerenti per il miglioramento delle aree attraversate.
A questo fine, è emersa dal dibattito la scelta di costituire un Osservatorio locale, ancorato nel territorio, che avrà il compito di interloquire stabilmente con il soggetto proponente sia nella fase di progettazione che
nella fase di realizzazione.

Le acquisizioni sociali

Il dibattito pubblico ha messo infine in luce l’esistenza di una profonda frattura sociale che si è manifestata sul tema della Gronda, ma che ha radici più remote ed è destinata a riproporsi. Ci riferiamo alla protesta espressa in Val Polcevera e a Voltri. Essa presenta due facce diverse, anche se connesse.

Il conflitto territoriale

La prima faccia è quella di un conflitto legato al territorio. Nel dibattito pubblico sono state messe in scena le paure, il risentimento e l’orgoglio di una periferia urbana che si sente abbandonata e vittima di ingiustizie. Dietro la questione Gronda è emersa con grande evidenza la questione Val Polcevera (e la questione
Voltri). Fenomeni di questo tipo sono comuni in tutte le grandi metropoli e non possono essere ignorati gli squilibri sociali e territoriali che essi denunciano.

Il conflitto sul modello di sviluppo

La seconda faccia è quella di un conflitto sul modello di sviluppo. I cittadini che hanno reclamato il diritto a una vita a misura d’uomo, contro l’invadenza delle grandi opere, delle ruspe e del cemento, hanno posto il problema di un diverso rapporto tra tecnologia e vita, tra macro
e micro, tra il sistema e le persone. È un conflitto tipico di tutte le società sviluppate che interroga tutti noi su “dove stiamo andando”.

* * *

Non possiamo fare a meno di aggiungere che il dibattito pubblico, per quanto difficile e sfibrante, è stata un’esperienza umanamente ricca e coinvolgente per
tutti coloro che vi hanno partecipato.
Comunque andrà a finire, non è poco

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NOCC, http://nocc.sourceforge.net