LA LINGUA DELL'ALTRO
Per una libertà di parola oltre l'incultura della politica corrente
Sabato 16 maggio 2009
Università di Verona
Palazzo di Lingue, aula 2.6
Via San Francesco
Mattino ore 10 - 13 pomeriggio 15 -18
Il mondo è cambiato: le donne sono uscite dal loro silenzio secolare e
partecipano alla vita della lingua a tutti i livelli, non solo nella
educazione dei figli, come hanno fatto da sempre, ma anche nella
professione, nel lavoro del pensiero e soprattutto nella letteratura.
Noi crediamo che da questo coinvolgimento femminile nelle pratiche
linguistiche si delinei un terreno nuovo di rapporto con la lingua, che
racchiude la promessa di risposte inedite nel difficile passaggio
storico che stiamo attraversando.
Mentre nella società, tra donne e uomini, anche di diverse generazioni e
culture, si intensificano gli scambi vivi, non segnati dalla logica
patriarcale della riduzione a uno, il discorso pubblico corrente,
veicolato soprattutto dai giornali e dalla televisione, appare spesso
dominato da una logica binaria e oppositiva. Alla realtà che cambia
viene offerto uno specchio deformante che la restituisce alterata, si
formano così schieramenti statici, fra loro contrapposti, che non danno
parola al mutamento e tanto meno lo orientano.
In questo modo viene semplificata brutalmente la complessità delle
trasformazioni in atto nella società, provocando in noi, di volta in
volta, un senso di irrealtà o di fastidio o di rassegnazione e
impotenza. E rendendoci difficile il dare credito a ciò che ascoltiamo,
ma anche, in una sorta di processo di straniamento, a ciò che noi stessi
diciamo.
Di fronte allo scollamento sempre più evidente tra il flusso continuo di
parole che invade lo spazio pubblico e la concreta, quotidiana
esperienza delle nostre vite, proponiamo di tornare a riflettere sul
linguaggio oggi. Non una riflessione specialistica, bensì una
riflessione spontanea e politica, a cui chiamiamo sia chi di lingua si
occupa per mestiere, sia comuni parlanti, donne e uomini, che alla
lingua si appassionano perché ne sanno la forza trasformatrice.
Nell'ipotesi che proprio da questo intreccio possano scaturire parole
oneste e necessarie e un punto di vista più ampio sulla comunicazione,
di cui la lingua è solo una parte. Ci sono anche le immagini, i modi, le
pratiche, le pragmatiche.
Si aprono domande importanti:
Come tornare a vedere nella lingua un luogo di senso e di libertà in cui
ciascuno e ciascuna possano esprimersi senza tradire la sostanza del
proprio vissuto?
Che posto facciamo all'altro e a ciò che non abbiamo messo in conto?
A quali condizioni e con quali ostacoli si può agire una libertà di
parola che vada oltre l'incultura politica corrente?
Come salvaguardare nei nostri discorsi (in una società sempre più ricca
di storie, lingue e culture diverse) la presenza dell'alterità con i
suoi aspetti vitali e perturbanti allo stesso tempo?
A queste e ad altre domande vorremmo provare a rispondere insieme,
partendo dalle nostre personali esperienze e dal nostro sapere, con la
consapevolezza che i mutamenti più profondi di una civiltà sono quelli
messi in atto dalla gente comune, tramite quell'intreccio multiforme di
relazioni che costituisce lo spazio pubblico. Quello vero.
Gruppo di riflessione La lingua dell'altro
Redazione di Per amore del mondo, rivista on line di Diotima
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