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La protesta dei vicini del viadotto
«Vi sveglierete con i grilli e vi addormenterete con le cicale». Cera scritto questo sul dépliant del nuovo complesso che sarebbe sorto sulla collina di San Biagio. Tra qualche tempo oltre agli insetti e alle colline verdi, gli abitanti di queste case consegnate a metà 2004 vedranno anche il ponte autostradale della nuova Gronda di Ponente e i cantieri che serviranno a costruirlo. E non sono troppo contenti. Anzi, sono davvero infuriati. Gabriele Sartini, acquirente di una di queste villette, riassume così la sua posizione sullopera: «È una porcata».
Sono tante le reazioni alle indiscrezioni pubblicate ieri dal Secolo XIX, che indicano il numero 2 (quello medio-alto), come il tracciato dove passerà la Gronda, con alcune varianti che riguarderanno Rivarolo. Ma a volerle riassumere in una frase, si potrebbe semplificare così: i più contenti alla fine sono gli espropriati. Sul piede di guerra ci sono quelli che rimangono al confine, in una zona abbastanza vicina per essere disturbati dai cantieri, dal rumore e dallo smog, ma troppo lontani per avere diritto al risarcimento.
«Avremo limbocco di tre gallerie proprio davanti alla finestra, a circa 50 metri - dice Miriana Parodi, 56 anni,mentre indica una collina verde di Geminiano, sul balcone della sua casa indipendente a due piani - Questo edificio lo costruì mio padre con le sue mani. Venire qui è stata una scelta di vita della mia famiglia: rinunciare alle comodità, ma stare nel verde, lontani dal caos della città. Il risultato è che bucheranno questa montagna piena dacqua e vivremo per una decina di anni a contatto con le strade di cantiere. Ci opporremo con tutti i mezzi che abbiamo».
Alla fine rischiano di essere proprio coloro a cui buttano giù la casa i più favorevoli. «Non posso dire che mi fa piacere - spiega Roberto Giambatta, residente via al Santuario della Guardia - Ho rimesso a nuovo io questo posto. Però qui è sempre congestionato dal traffico. E se davvero ci mandano a Cremeno non è poi così male».
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