Il giorno 05/mag/09, alle ore 16:31, void ha scritto:
> qualcun altro che sicuramente conoscete se ne sta andando, Fravia
> http://fravia.com/swansong.htm
è singolare e, per me, "bello" il fatto che si parli qui di morte.
ho letto la pagina linkata e mi ha riportato al periodo in cui un mio
carissimo amico si è subito la medesima trafila.
era stupefacente la sua capacità di parlare di sè e della morte e del
suo lento progredire. era disperato e contemporaneamente ironico,
lucido più di tutti noi nel prevedere come sarebbe andata, privo di
speranza ma pieno di prospettive, di progetti, di file aperti.
ne ho ritrovato lo spirito in questo link.
“Ti odio, Dio. Per il dolore che infliggerai alla mia bambina.”
scriveva in un libro pubblicato postumo.
Non ricordo esattamente la frase ma se non erro i greci dicevano che
felici dovevano essere i figli cui era permesso di veder morire i
propri padri, ovviamente in relazione a un periodo e un luogo in cui
al contrario era molto facile che i padri vedessero morire i propri
figli. ma io aggiungo felici coloro cui è permesso di veder morire
vecchi i propri padri e felici anche i padri che non devono
immaginarsi la propria obbligata assenza nel momento della laurea o
del primo giorno di scuola dei figli.
ci sono modi degni di morire.
il mio amico giovanni cenacchi diceva sempre che la morte lenta del
tuomore era una morte oscena.
m
