[Forumlucca] Fwd: la mail di una studentessa che ha vissuto …

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著者: Roberto
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To: forumlucca
題目: [Forumlucca] Fwd: la mail di una studentessa che ha vissuto il terremoto



    
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    Da: Roberto Guidi guidi.roberto@???
    A: 
    Inviato: lun 27/04/09 21:52
    Oggetto: Fwd: la mail di una studentessa che ha vissuto il terremoto


dal sito http://www.criticamente.it/ [1]
            MISERIE UMANE E SOVRUMANE VIRTU'... LA MIA TESTIMONIANZA
SUL TERREMOTO
    Riceviamo e pubblichiamo una lettera scritta da Laura, giovane
studentessa universitaria di Colle di Roio, paesino colpito dal
terremoto. Il testo mette in luce il punto di vista di chi il
terremoto lo ha subito e, al di là dei proclami e la propaganda del
governo del tipo "tutto sotto controllo" che tutti i giornali e le
televisioni si sono affrettati a divulgare senza il minimo spirito
critico, sta sperimentando come funzioni in realtà la macchina degli
aiuti...
  Ciao a tutti. Oggi è il 20 aprile 2009. Per molti Abruzzesi lo
sguardo è congelato all'alba del 6 aprile 2009. Io, fisso il mio
sull'ennesimo sorriso paterno e rassicurante del nostro Presidente
del Consiglio, che campeggia sul paginone centrale de Il Centro,
quotidiano locale e che ancora una volta (pure quando un minimo di
decenza richiederebbe moderazione), fa sfoggio di capacità ed
efficienza facendo grandi promesse nella speranza che si dimentichi
il prima possibile (si sa gli italiani hanno memoria moooolto corta),
che fino al 5 aprile nel meraviglioso piano casa che si intendeva
vararare a imperitura soluzione della crisi economica, di norme
antisismiche nemmeno l'ombra.
Vi scrivo da Colle di Roio (AQ) uno dei paesini colpiti dal sisma del
6  aprile 2009. 


IL MIO PAESE. 

Trovo molto difficile fare ordine nel turbinio di pensieri che mi
gonfiano la testa, ma ci proverò. E scrivo questa nota perchè
credo che solo uno strumento quale la rete permetta di conoscere
altre verità, senza mediazioni se non dell'autore.

Il nostro campo è abitato da circa trecento persone, distribuite in
una quarantina di tende. Tornati da una vacanza mai iniziata, assieme
a Pierluigi, abbiamo cercato di dare un contributo alle attività di
gestione della tendopoli che, nel frattempo, (era passata già una
settimana dall'inaspettato evento), era andata sviluppandosi.
Come sapete non sono un tecnico, nè ho una qualche esperienza di
gestione  logistica e di personale in situazioni di emergenza e
quanto vi racconto può essere viziato da uno stato di fragilità
emotiva (immagino mi si potrà perdonare). Il fatto è, che a fronte
di uno sforzo impagabile profuso da molte delle persone presenti nel
nostro campo, (volontari della protezione civile, della croce
verde/rossa, vigili del fuoco, forze di polizia etc...),
inarrestabili fino allo sfinimento, ci siamo trovati, o sarebbe
meglio dire ci  siamo purtroppo imbattuti, nella struttura ufficiale
della Protezione Civile stessa e nel suo sistema organizzativo.

La splendida macchina degli aiuti, per quanto ho visto io, poggia le
sue  solide e certamente antisismiche basi, sulle spalle e sulle
palle dei volontari; il resto da' l'impressione di drammatica
improvvisazione. E non  perchè non si sappia lavorare o non si
abbiano strumenti e mezzi, ma semplicemente ed a mio parere, perchè
si è follemente sottovalutato il problema fin dall'inizio.
Se vero che il terremoto non è prevedibile è altrettanto vero che
tutte le scosse precedenti (circa trecento più o meno violente prima
dell'inaspettato evento) dovevano rappresentare un serio monito.
Perchè non è servito il fatto che due settimane prima del sisma
alcuni palazzi presenti in via XX settembre a L'Aquila, poi
miseramente sventrati, erano già stati transennati perchè le 
scosse che si erano susseguite fino a quel momento (la più alta di
4° grado,  quindi poca cosa...) avevano fatto cadere parte degli
intonaci e dei cornicioni...

Una persona minimamante intelligente, a capo di una struttura così
grande quale la protezione civile, avrebbe dovuto schierare i propri
uomini alle porte della città, come un esercito, pronto a qualsiasi
evenienza.  Ed invece mi trovo a dover raccontare che le prime venti
tende del nostro campo se le sono dovute montare i cittadini del paese
(ancora stravolti del 
sisma), con l'aiuto di una manciata di instancabili volontari,
che manca un coordinamento tra i singoli gruppi presenti, che la
segreteria del campo (che cerchiamo di far funzionare), è rimasta
attiva fino a ieri con un Pc portatile di proprietà di mia
proprietà, acquistato "sia mai dovesse servire", e con quello di un
volontario; che siamo stati dotati di stampante e telefono ma per
la linea Adsl (in Italia ancora uno strano coso...) stiamo ancora
aspettando e quello che siamo riusciti a mettere in piedi è merito
dell'intelligenza di qualche giovane del posto e dei suoi
strumenti tecnici; che abbiamo dovuto  chiamare chi disinfettasse e
portasse via mucchi di vestiti perchè arrivati sporchi e non
utilizzabili; che che fino dieci giorni dal sisma avevamo un
rubinetto per trecento persone, nessuna doccia, circa 20 bagni
chimici e nessun tipo di riscaldamento per le tende. 
Vi ricordo che in Abruzzo ed a L'Aquila in particolare la
primavera fatica ad arrivare e che anche in queste notti la
temperatura continua ad essere prossima prossima allo zero. Non ci si
può quindi stupire che molte persone, la maggior parte delle quali
anziane (e non tutte con la dentiera...), cocciutamente ed in barba
alle direttive che vietano di rientrare nelle case, contiunano a fare
la spola dalla tenda al bagno di casa.

Potreste obbiettare che tutto sommato e visti i risultati raggiunti
nel seguire più di quarantamila sfollati questi problemi sono
inevitabili e bisogna solo avere pazienza. Condivido il ragionamento.

    Quello che mi lascia stupito, che la gente non sa e che gli
organi di informazione si guardano bene dal dire è che tutta la
macchina si basa all'atto pratico, sulla volontà ed il cuore di
persone che lasciano le loro case e le loro famiglie e che non
pagate, cercano di ridare un minimo di dignità e conforto a chi, a
partire dalla propria intimità, ha perso tutto o quasi. La
protezione civile che molti immaginano (alla Bertolaso per
intenderci) non esiste nei campi, almeno non nel nostro. I volontari
si alternano, perchè obbligati ad andarsene dopo circa 7 giorni.
COSA COMPORTA TUTTO QUESTO?


Che ogni settimana si vedono facce nuove con la necessità di
ricominciare a conoscersi ed imparare a coordinarsi, che il capo
campo cambia anche lui con gli altri e quindi può avere esperienza o
meno, che spesso, ed è il nostro caso, la gestione di alcune
attività è affidata ai terremotati perchè non viene inviato
personale apposito, con inevitabili problemi, invidie acrimonie e
litigate tra...poveri.
VOLETE UN ESEMPIO CRISTALLINO DELLA DISORGANIZZAZIONE?

La nostra psicologa, giunta al campo per propria cocciuta volontà,
è rimasta anche lei solo una settimana. Vi immaginate quale può
essere l'aiuto ed il sostegno che una persona addetta può dare e
quale fiducia può risquotere per permettere alle persone di aprirsi,
se cambia con cadenza domenicale??? A questo si aggiungano
l'inesperienza di molte persone (spesso e per fortuna sconfitta
dalla volontà di far bene) e le tristi e umilianti dimostrazioni di
miseria umana che ci caratterizzano e che risultano ancora più
indecenti ed inaccettabili in casi di emergenza.
QUALCOSA DI BUONO PERò RAGAZZI L'HO IMPARATO.

Ho imparato che per la richiesta di materiale devo inviare un modulo
apposito e che a firmare lo stesso non deve essere il capo campo, la
cui responsabilità, fortuna sua, è solo quella di gestire trecento
vite, trecento anime, più tutti coloro che ci aiutano dalla sera
alla mattina, ma serve il visto del Sindaco, oppure del presidente di
circoscrizione oppure di un loro delegato (pubblico ufficiale). Noi
dopo aver speso due giorni per individuare chi dovesse firmare questi
benedetti moduli, sappiamo che dobbiamo prendere la macchina e quando
serve (ovviamente più volte al giorno), raggiungerlo al comune.
UN'ULTIMA NOTICINA.

Due giorni fa la Protezione civile si è riunita con gli esperti, ed
ha ritenuto che non vi siano motivi di preoccupazione relativamente
alle dighe abruzzesi (la terra trema ogni giorno). Ora ricordandomi
che analoga sicurezza era stata espressa all'alba di una scossa
di quarto grado e pochi giorni prima che il nostro inaspettato evento
facesse trecento morti e azzerasse l'economia e la vita di
migliaia di persone...ho provveduto, poco elegantemente, ad eseguire
il noto gesto scaramantico...
PERò DEI REGALI LI HO RICEVUTI.

Sono le lacrime di molte delle persone che hanno lavorato alla
tendopoli,  trattenute a stento nel momento dei saluti; sono le
parole e gli sguardi dei vecchi del paese, che mescolano dignità e
paura, coraggio e rassegnazione, senza mai un lamento.
UN'ALTRA COSA.

Vi prego chiunque di voi possa, prenda il treno l'aereo o la
macchina e si faccia un giro per L'Aquila e d'intorni. Le
tendopoli non sono tutte come quelle a Collemaggio. Scoprirete il
livello di falsità che viene profuso a piene mani dagli organi di
comunicazione oramai supini e del livello di indecenza del ns
presidente del consiglio che prima con lacrime alla cipolla e poi con
sorrisi di plastica distribuisce garanzie e futuro a chi, vivendo in
tenda e saggiando sulla pelle la situazione sa, che sono tutte palle.

I morti sono serviti subito per mostrarsi umano e vicino alle
famiglie, ma ora è meglio dimenticarli in fretta..Via via..nessuna
responsabilità, nessun dolo. I pm sono dei malvagi.. ricostruiamo in
fretta.. forza la vità e bella,  vedrete, tra un mese sarete tutti a
casa... Conoscete i nomi delle famiglie che doveva ospitare nelle sue
ville?
Le virtù umane travalicano gli eventi, le sue miserie non hanno
confini.

Se volete vi prego fortemente di inviare questa mail a quanti vi sono
amici. La stampa nazionale si è guardata bene dal pubblicarla.
Un saluto a tutti.

LAURA


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