Pace
in Palestina (di Ali Rashid)
[Il G8 a Siracusa]
comunicato
- foto1 - resoconto
[lunedì 27 aprile ore 16.00 aula consiliare Comune di Rende]
Al quinto punto del Consiglio Comunale di Rende di lunedi prossimo 27
Aprile (con inizio alle ore 16), verrà trattato il seguente argomento:
"rifacimento centrale a biomasse Actelios di Rende ". Si tratta della
centrale a biomasse ubicata nell'area della ex-legnochimica di C.da
Lecco, a poche decine di metri dalle famose "vasche" contaminate che
hanno preso fuoco la scorsa estate ed a meno di 800 mt. dal popoloso
quartiere di Quattromiglia. La parola "rifacimento" ci preoccupa un
po'. Non vorremmo che dietro questo rifacimento si celasse un
adeguamento impiantistico per poter bruciare rifiuti solidi urbani
(cdr)...
[martedì 28 aprile ore 17.00 aula P2 Unical]
ISF Cosenza è lieta di invitarvi martedì 28
Aprile alle ore 17.00 presso l'aula P2 della facoltà di Ingegneria,
all'incontro organizzato in collaborazione col
Comitato Beni Comuni di Cosenza: 10 anni di
battaglie per l'ambiente in Calabria
[Rovito martedì 28 aprile ore 21.30]
Religiolus - Vedere per credere. Un film di Larry Charles (Borat)
Saletta multimediale Ingresso libero
[Assemblea mercoledì 29 ore 17.30 Aula Zenith!!!]
L’onda calabra travolgerà Torino.
Il 17, il 18 ed il 19 Maggio si terrà a Torino il g8 sull’università a
cui parteciperanno tutti i rettori, compreso il nostro magnifico La
Torre. (continua più giù...)
[ASSEMBLEA al C.P.O.A. RIALZO 30 aprile alle ore 18.30]
Il 18 e il 19 Maggio si svolgerà il g8 sull’Università a Torino e il 10
Luglio si svolgerà il Summit generale all’isola della Maddalena.
Vogliamo stabilire una connessione con tutte le realtà e con i tutti i
compagn* per portare in città ALTA [AT] TENSIONE. Crediamo sia
necessaria una discussione approfondita dalla quale con la
collaborazione e il lavoro di tutti sia possibile ottenere la
mobilitazione di Cosenza. Chiamiamo a GRAN VOCE tutti a partecipare
all’Assemblea Cittadina che si svolgerà al C.P.O.A. RIALZO giorno 30
Aprile alle ore 18.30.
[domenica 3 maggio ore 21.30 su Rai 3, REPORT]
E dopo la magistrale puntata sulla sanità (anche in Calabria), da
non perdere assolutamente la successiva, argomento?! L'ISTITUTO PAPA
GIOVANNI XXIII DI SERRA D'AIELLO!!!
E negli stessi giorni, a maggio...
@ AMBIENTE è SALUTE,
22/23 maggio, al Protoconvento di Castrovillari
@ RIACEinFESTIVAL
- Festival delle migrazioni e delle culture locali dal 22 Maggio al 24
Maggio 2009.
UNIVERSITA' e G8
(...continua da su...) I grandi dell’università come da loro abitudine
vorranno decidere per noi. Decideranno come dovrà essere l’università
nei prossimi anni, stabilendo la qualità del nostro sapere,i tempi
della nostra vita e gli spazi della nostra socialità. I summit
internazionali sono sempre stati simbolo dell’economia rampante e priva
di scrupoli.
Oggi, però, la crisi dell’economia globale mette definitivamente fine
al processo neoliberista, mostrando il paradosso per cui le stesse
persone e gli stessi governi che fino a pochi mesi fa imponevano la
liberalizzazione di ogni settore economico, oggi richiedono a gran voce
il ritorno della regolamentazione statale. I g8 così come tutti i
summit globali cercano, adesso, una soluzione condivisa per l’uscita
dalla crisi, ponendosi come un fantomatico governo mondiale, nonostante
che le loro decisioni siano state totalmente delegittimate da migliaia
di persone che da Genova in poi
hanno dimostrato la loro contrarietà.
Tutto questo avviene mentre da Atene a Parigi passando per Londra e
Barcellona un’intera generazione di studenti e precari si sta
ribellando contro un sistema universitario che pretende di trattare il
sapere e la cultura come se fossero semplici merci di scambio,
inserendo, quindi, a pieno titolo l’università nelle logiche di
mercato.
L’imposizione di un inesistente “sapere neutro” in questi ultimi anni
non è stato altro che la legittimazione del capitalismo liberista come
unico modello di sviluppo e di conoscenza.
Infatti le università hanno perso la loro funzione di centri di libero
confronto per diventare luoghi di formazione precaria.
Si sta imponendo un modello di università virtuosa che importa dalle
aziende il meccanismo dei costi e benefici e vede nei tagli e nel
risparmio un nuovo metodo di costrizione.
Il pareggio di bilancio è diventata la chiave per diminuire la qualità
del sapere chiudendo corsi ritenuti improduttivi e ottenendo, inoltre,
tramite l’immissione di fondi privati di finanziamento, la
sottomissione della ricerca al mercato. In questa ottica vanno inseriti
tutti i meccanismi di inclusione differenziali (3+2, numero chiuso,
master post laurea) chiari tentativi di fornire al mercato del lavoro
figure professionali con differenti classi di laurea e quindi più
ricattabili.
Questo paradosso vive anche nella nostra università.
Oggi più che mai bisogna pensare globalmente e agire localmente.
Anche da noi, infatti, la quadratura del bilancio dell’ateneo
rappresenta il fine ultimo a cui qualunque decisione o progetto viene
subordinato.
La strutturazione dell’università su queste linee guida fa si che il
nostro ateneo, come tutti gli altri, non possieda quel ruolo di
propulsore culturale e motore del cambiamento sociale che dovrebbe
invece caratterizzarlo. I saperi appresi nei nostri cubi non vengono
utilizzati per il cambiamento del territorio ma per formare precari che
saranno nella maggior parte dei casi costretti ad emigrare, o nel caso
decidano di rimanere costretti ad una vita da super precario
meridionale.
L’autonomia universitaria è stata utilizzata da baroni e rettori per
consolidare il proprio potere, distruggendo la possibilità di far
nascere una didattica cogestita più vicina alle esigenze degli studenti
e del territorio. Le uniche ricadute dell’ateneo nel tessuto urbano
cosentino sono quantificabili in termini di appalti, affitti e palazzi,
una economia di rapina che sta distruggendo nel tempo l’ambiente
circostante.
Quella che abbiamo di fronte, insomma, è una situazione paradossale, in
cui il rettore ed i baroni ratificano, utilizzando l’autonomia locale,
secondo i propri interessi e dopo pretendendo di rappresentarci negli
incontri internazionali.
Abbiamo combattuto questo modo di prendere le decisioni a livello
locale,così come abbiamo manifestato a livello nazionale per
contrastare la riforma Gelmini, non ci fermeremo nemmeno davanti al
summit globale.
Non lasciamoli decidere per noi. È ora di sognare ….e quando gli uomini
e le donne veri dicono “è ora di sognare” è come se dicessero “è ora di
lottare”.
L’alba regna e tutto è ancora da fare, da sognare, da lottare…
Assemblea mercoledì 29 ore 17.30 Aula Zenith!!!
[TERREMOTO IN ABBRUZZO]
Di seguito gli estremi del Conto Corrente attivato grazie ai
compagni dell'associazione Macchina Desiderante e i cui proventi
saranno esclusivamente finalizzati ai progetti di Epicentro Solidale,
in attesa che quest'ultima formalizzi la sua costituzione in
Associazione.
Le coordinate complete (IBAN) sono: IT 78 A 05018 12100
000000127943 - Causale: terremoto abruzzo – spazi socioculturali.
Una breve nota da parte di chi ha operato, per alcuni giorni in
Abbruzzo e precisamente a campo di Fossa, in collaborazione con
epicentro solidale , una rete solidale che si è messa in movimento per
raccogliere e distribuire gli aiuti per la popolazione abruzzese
colpita dal terremoto.
Chi partecipa al progetto di epicentro solidale
Nasce dall’iniziativa di attivisti del centro sociale “spazio 51”
operante a L’Aquila che hanno trovato la collaborazione con altre
realtà ( centri sociali, Sindacati di base, associazioni di base,
sinistra critica),soprattutto romane, ma anche di diverse altre città
del paese ( al momento, contatti e collaborazioni esistono con Firenze,
Bologna, Modena, Milano).
Perché ES
Il progetto nasce da un’esigenza precisa: capire i reali bisogni della
gente colpita dal terremoto ed evitare che si ripetano le disastrose
esperienze del passato – Irpinia, Umbria ecc..– dove speculazione e
arricchimenti dei soliti noti l’hanno fatta da padroni.
Come sta operando es
L’esperienze di questi giorni mi ha fatto toccare con mano la bontà e
l’efficacia del modo in cui sta lavorando epicentro solidale.
Il nostro intervento è mirato a soddisfare il bisogno concreto che si
può verificare in un campo oppure per una determinata persona. Non si
pone il problema della quantità piuttosto il tipo e l’efficacia di
soddisfare le esigenze specifiche delle persone.
Gli attivisti fanno una ricognizione delle richieste specifiche ( dal
vestiario, ai detersivi, agli alimentari ecc. ) dei campi attrezzati
dalla protezione civile ma anche di quelli spontanei dove , le persone,
per motivi diversi, non si sono potute o volute allontanare dalle
proprie case. Lo si fa anche più volte al giorno.
Le richieste possono essere soddisfatte in giornata se il materiale
esiste già nei due magazzini allestiti da Epicentro solidale vicini al
campo di Fossa, altrimenti si fa una lista di richieste che per lo più
vengono soddisfatte il giorno successivo da parte dei romani.
Chiaramente tutto viene inventariato e si può sapere , al momento,
quanto e a chi è stato dato . Questo il meccanismo che consente da una
parte di soddisfare il più rapidamente possibile le esigenze e
dall’altro di operare con la massima trasparenza.
Nei giorni in cui ho potuto dare il mio contributo, ho constatato che
questo tipo di intervento si è rivelato di grande utilità. Anche nei
campi della protezione civile c’era sempre qualcosa che mancava. Nel
campo di Assergi ,ad esempio, nato in un primo tempo spontaneamente,
mancavano ancora delle brandine,e, posso assicurare che con la pioggia
che non dava tregua, diventava una richiesta tutt’altro che
trascurabile.
Ma l’aiuto abbiamo cercato di darlo soprattutto ai piccoli campi
spontanei. Non posso dimenticare l’anziana signora che assisteva il
marito immobile sulla sedia, malato di silicosi per gli oltre 10 anni
vissuti lavorando in miniera in Belgio, - proprio i medici avevano
consigliato di sistemarsi in quel posto lontano dal campo di Camarda –
e che dopo aver fatto le sue richieste, chiedeva se il pantalone e il
maglione costassero troppo. Tanta dignità pur nel disagio.
Epicentro solidale oltre agli aiuti materiali sta dando il suo
contributo nell’organizzazione della vita sociale e culturale dei
campi. In questi giorni, al campo di Fossa, è stata allestita una
grande tenda per attività ricreative culturali, di cineforum. Si cerca
di dare continuità all’attività scolastica per i bambini. Per tutti/e
coloro che vivono in tenda - posso garantire –la situazione è
comunque di forte disagio. Chi lo vive per pochi giorni, tale disagio
può essere sopportabile, per altri che hanno la prospettiva di doverci
restare in queste condizioni per diversi mesi la cosa diventa molto
pesante e direi inaccettabile.
Ultima istantanea. Ho avuto la possibilità di incrociare una mediatrice
culturale per persone straniere che mi raccontava della fuga dei
migranti soprattutto clandestini dalla zona terremotata ma anche di un
fatto che trova poco spazio sui mass madia: i migranti morti sotto le
macerie risultano invisibili. A Onna, il paese completamente
distrutto,solo pochi giorni fa sono stati trovati i cadaveri di quattro
migranti sotto le macerie dei quali non si conosceva l’esistenza.
Epicentro solidale vuole allargare la sua attività a tutte e tutti
coloro che si riconoscono nel suo progetto a partire dalle esigenze di
chi è stato colpito dal terremoto . E’ importante creare consapevolezza
critica per tutto quello che sta succedendo e per tutta la fase della
ricostruzione.
In diverse città si stanno svolgendo incontri di presentazione del
progetto di Epicentro solidale con l’obiettivo di allargare la rete.
Giovanni Peta – cell. 333.4507708
Per coloro che vogliono dare un contributo in questa direzione si deve
riferimento al sito
www.epicentrosolidale.org
oppure Infoline Roma: 347 3237703 Infoline Fossa (AQ): 366 4137433.
Fatelo prima di partire e/o di raccogliere fondi o altro.