COMUNICATO STAMPA
IRIDE-ENIA: QUESTO MATRIMONIO NON S'HA DA FARE!
E PER QUELLI CHE ... BASTA IL 51%, SORPRESA: NON C'E' NEPPURE QUELLO!
Il Forum italiano dei movimenti per l'acqua ribadisce la propria netta contrarieta' alla fusione Iride-Enia. Se tale operazione andasse in porto, ci troveremmo di fronte ad un ulteriore accelerazione dei processi di privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici nel nostro Paese.
Il servizio idrico di Genova e del Nord Emilia verrebbe consegnato a Veolia, proprio quando questa multinazionale viene mandata via da Parigi e il futuro della stessa SMAT di Torino entrerebbe in un'inevitabile orbita privatrizzatrice; gli altri servizi pubblici verrebbero definitivamente messi sul mercato e finanziarizzati; l'estensione territoriale della nuova societa' produrrebbe un'ancor piu' marcata perdita di ruolo dei Consigli Comunali rispetto a decisioni sempre piu' sequestrate dal CdA del nuovo colosso finanziario.
Il dibattito in questi ultimi giorni si e' concentrato su quelli che dovrebbero essere alcuni "paletti" per ridurre il danno di questa inaccettabile scelta, in particolare il mantenimento del 51% della proprieta' pubblica. Mentre i piu' discettavano e si intrattenevano su questo tema, non ci si e' preoccupati di vedere bene cosa recita il famoso emendamento allo Statuto che viene proposto al voto nei Consigli comunali di Torino e Genova. In realta' , quella modifica non garantisce neanche il mantenimento del 51% nelle mani degli Enti Locali. Infatti, il testo dice che âil capitale sociale della Societa' deve essere detenuto in maniera rilevante e comunque non inferiore al 51% da enti pubblici locali o da consorzi costituiti ai sensi dell'art. 31 D.Lgs. n. 267/2000 o da consorzi o societa' di capitali di cui gli enti pubblici locali o i consorzi costituiti ai sensi dell'art. 31 D.Lgs. 267/2000 detengono almeno l'80% del capitale sociale". Come si puo' vedere da una lettura un po' attenta, il 51% puo' essere raggiunto anche tramite societa' di capitali di cui gli Enti Locali o Consorzi detengano almeno l'80% del capitale sociale: si puo' cioe', anche dopo questa modifica, scendere tranquillamente nei fatti al di sotto del 51% posseduto dagli Enti Locali.
Ci interessa poi sottolineare altri due punti, anche questi assolutamente ignorati dalla discussione di questi giorni. Il primo e' che si sta preparando un "vulnus" istituzionale che chiunque tenga in considerazione le regole e la correttezza dei percorsi istituzionali non puo' ignorare. Si vuole concludere tutto con la riunione dei CdA di Iride ed Enia all'inizio della prossima settimana: cosi' facendo non si faranno votare i Consigli Comunali emiliani che hanno approvato uno Statuto differente. Ne' si puo' dire che basta una decisione delle Giunte al loro posto e che si i Consigli Comunali si pronunceranno piu' avanti: come si fa a sostenere che una Giunta oggi prende un impegno per un Consiglio comunale che potrebbe avere all'epoca una composizione diversa da quella di oggi e non rispondente a quella dell'attuale Giunta visto che in diversi di quei Comuni si votera' all'inizio di giugno?
Il secondo punto e' che a fine giugno scade la concessione per una parte del servizio idrico nell'area genovese, il che significa, come a Parigi, che potrebbe essere avviato un primo processo di ripubblicizzazione dello stesso. Dare il via libera alla fusione significa, invece, aver gia' deciso che continua e si rafforza la privatizzazione dell'acqua, anche dove, come in questo caso, ci sono condizioni piu' favorevoli che in altri contesti per la ripubblicizzazione.
Per tutti questi motivi ribadiamo con forza che la fusione Iride-Enia va comunque fermata e invitiamo i consiglieri comunali di Genova e Torino a votare NO a questa decisione.
FORUM ITALIANO MOVIMENTI PER L'ACQUA
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