*Per chi ricorda sono incubi*
*Per chi dimentica solo nostalgie*
On Tue, 07 Apr 2009 23:11:22 +0200, Associazione Jalla Onlus
<Associazione@???> wrote:
> Comunicato in relazione al diniego del Governo Israeliano all'ingresso
> della
> Carovana "Sport sotto l'assedio" nella Striscia di Gaza.
> Con richiesta di diffusione.
>
>
> Non c’è niente da vedere, nessuno da incontrare. Con queste parole,
> Israele
> ha sancito il divieto assoluto di entrare a Gaza, dal check-point di
> Heretz,
> a una carovana internazionale composta da piu di duecento persone.
> Con un fax, viene confermato per l’ennesima volta l’apartheid in cui
si
> trovano stritolati migliaia di palestinesi. Il muro che, con tanta
> solerzia,
> Israele ha costruito per isolare e rinchiudere il popolo palestinese deve
> essere inviolabile. Perchè nessuno deve vedere ciò che esso contiene -
> macerie, dolore, diritti negati -, perchè nessuno deve poter parlare con
> le
> persone che all’ombra di quel muro ogni giorno vivono. Un muro eretto
> appositamente, per nascondere al mondo intero i crimini commessi da una
> superpotenza mondiale.
> Volevamo entrare a Gaza. Volevamo portare una speranza a quella terra
> straziata, un abbraccio di solidarietà che ricordasse agli occhi
> palestinesi
> che non sono soli.
> Volevamo essere lì con loro, testimoniare nel nostro paese la barbarie
> occidentale in Palestina, provare a infrangere l’isolamento, la
prigionia
> in
> cui sono costretti. Gaza è un enorme prigione a cielo aperto, un carcere
> in
> cui è rinchiuso un popolo colpevole solamente di esistere, ma
soprattutto
> di
> non chinare la testa. Il coraggio del popolo palestinese, il desiderio di
> vita nella propria terra è senza paragone, e per questo Israele, con
> l’aiuto
> e la complicità di tutti i governi occidentali, mette in campo forme di
> controllo totalitario e di repressione violenta e generalizzata con pochi
> precedenti nella storia. Da questo contesto inaccettabile prende forma il
> Muro. Cemento che serve a imprimere nei palestinesi la solitudine e
> l’isolamento dal resto del mondo, imponendo la sensazione che la vita
> stessa
> finisca a quel muro, bloccando informazioni, aiuti umanitari,
circolazione
> di corpi, solidarietà. Un altro pezzo di un massacro in atto da troppo
> tempo.
> Con la carovana di "Sport sotto l’assedio" stiamo portando per i campi
> profughi palestinesi una speranza che ha la forma di un pallone. Siamo
una
> squadra di calcio - maschile e femminile - che, attraverso lo sport,
prova
> a
> portare un messaggio solidale di fratellanza. Giochiamo con squadre
> palestinesi, con ragazzi e ragazze, perchè il pallone parla la stessa
> lingua
> ovunque, quella antirazzista e contro ogni intolleranza, contro ogni
> guerra.
> Oltre duecento persone dall’Italia sono arrivate con le loro esperienze
e
> le
> loro abilità - portando qui laboratori di musica, di teatro, di
fotografia
> e
> di informatica - condividendole con le genti di questa terra, perchè il
> muro
> dell’ apartheid si rompe quotidianamente, ovunque.
> Volevamo infrangere il simbolo della cortina di silenzio e morte, e ci è
> stato impedito. Israele, come sempre, non vuole che i suoi progetti
> subiscano rallentamenti.
> Denunciamo questa barbarie, denunciamo ai media internazionali, alla
> società
> civile, a chi ha nel cuore questa terra e il suo popolo, l’ennesima
> violazione di qualunque diritto, l’ennesimo atto di guerra di una
> paventata
> democrazia che vorrebbe nascondere il sangue, le torture e il massacro di
> un
> popolo.
> Non permetteremo che questo avvenga.
>
> Stronger than a wall.
> Without your freedom, we’ll never be free.
>
> Carovana "Sport sotto l’assedio"
> Palestina, 7 aprile 2009
>
>
> ----- Fine del messaggio inoltrato -----
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