著者: sphee 日付: To: nogelminispbo 題目: [Nogelminispbo] Dalla prof Gentili
Vi giro la mail di risposta all'invio del documento della prof.ssa
Gentili:
>> Caro Sficciolo, ho letto la proposta e la rileggerò analiticamente e quando >> sarò di ritorno, a fine mese, sono disponibile a ogni tipo di discussione >> e
>> collaborazione. Magari avviene il "miracolo" di una didattica più
>> soddisfacente anche per me che da anni cerco, coi mezzi a disposizione,
>> di
>> far quadrare il cerchio. E confesso di non esserci riuscita, ma magari
>> condividendo pensieri e riflessioni chissa?
>> Didattica partecipativa ben venga ma con alcuni impegni di diritti e
>> doveri.
>>
>> Per esempio non si puo far didattica partecipativa senza che gli studenti >> prendano sul serio l'impegno alla frequenza , accettino di lavorare
>> settimana dopo settimana in gruppo e siano consci di lacune verità. La
>> prima é che per poter elaborare pensiero critico, come sarebbe non solo
>> auspicabile, ma compito di apprendimento universitario, bisogna accettare >> di
>>
>> sobbarcarsi un intenso impegno di studio. Non siamo all'Università per
>> dibattere di ideologie basate sulla non conoscenza o la mistificazione
>> dei
>> fatti, ma per elaborare conoscenza e dunque partire dauna conoscenza
>> analitica di fatti e teorie. Districarsi nella lettura di letterature
>> sempre più articolate e complesse generalmente provoca proteste e
>> giudizi
>> negativi : noi studenti scrivono molti nei famosi giudizi di valutazione
>> vogliamo sapere che "testo" dobbiamo studiare e tutto il resto ci
>> confonde;
>> la prof é troppo problematica e cosi via. La mia posizione é che invece >> lo
>> studente debba impegnare l'intelletto, e per questo leggere molto,
>> confrontare le posizioni, partecipare e non starsene muto perché non ha
>> capito. E se non ha capito é perché non si é dato da fare da se per
>> approfondire.
>> Una didattica seria dovrebbe pretendere da studenti tanto impegnati come
>> voi
>>
>> siete un lavoro di scavo sui fatti, sulle sequenze temporali e le
>> periodizzazioni, sulle teorie a confronto, sulle metodologie di ricerca.
>> Dovrebbe pretendere che il docente possa essere assistito da un numero
>> adeguato di tutor capaci. La possibilità di far contare non solo le
>> cosidette lezioni frontali, ma anche seminari e altre inziative e il
>> numero
>> delle tesi triennali e specialistiche. Talvolta penso che ci si consideri >> onnipotenti:
>> ,masse di lezioni, masse di studenti da ricevere, tesi e tesi sugli
>> argomenti più disparati e poi si deve fare ricerca con scarsi mezzi e
>> peggio
>>
>> poco tempo. Ecco dunque che entra la questione sessioni d'esami,
>> impossibile
>>
>> programmare ricerca come dovremmo farla noi con 8 dico 8 sessioni
>> d'esami,
>> poche settimane scarse libere, nessun tempo per scrivere. Impossibile
>> una
>> seria didattica con continui esami che contribuisco alla
>> disorganizzazione.
>> Sia ben chiaro che posizioni che impediscono la riorganizzazione delle
>> sessioni d'esame sono posizioni "reazionarie" nel senso che di fatto
>> impediscono la possibilità di impostare una didattica migliore.
>> Un corso come quello che voi auspicate, ben venga , ma con numero
>> limitato
>> di studenti (oppure appoggio di tutor), iscritti e impegnati a lavorare
>> duro, esame in itinere dunque scrittura di paper, correzione, voto, voto
>> alla partecipazione paper finale fatto con tutti i crismi. Esame alla
>> fine
>> del corso. Ricevo lettere da nostri studenti in erasmus che entusiasti mi >> informano che li i prof. fanno lezione due ore alla settimana e il resto
>> sono lavori individuali e di gruppo e nessuno s'aspetti di essere
>> imboccato
>> del sapere, ma se lo deve procurare e digerire da solo e poi sarà
>> giudicato
>> con giusta severità a seconda delle sue capacità di lettura,
>> elaborazione,
>> progettazione di ricerca e ricerca. Esame tassativo alla fine del corso.
>> Siete diposti e pronti a discutere anche di questo ? Bene io sono qui non >> aspetto altro. Saro di ritorno a Bologna il 27, il 28 ricevo, vi aspetto
>> AMG