Auteur: scipolbo Date: À: no_gelmini, nogelminispbo, aulac, redazione, bartlebyoccupato Sujet: [Nogelminispbo] Fuori la polizia dall'Università! Per l'autogestione degli spazi e dei saperi!
Fuori la polizia dall'Università!
Per l'autogestione degli spazi e dei saperi!
Antefatto: Tredici fa giorni alcuni studenti e studentesse dell'Università
di Bologna hanno occupato uno stabile in via Capo di Lucca 30, uno stabile
di proprietà dell'Università in disuso da quasi dieci anni. Il nome che
è stato dato a quel progetto è "Bartleby", e l'idea era quella di un
atelier della produzione culturale e politica. Un luogo in cui mettere in
campo e in sinergia la forza di autoproduzione culturale e politica degli
studenti e delle studentesse, dei precari e delle precarie. Immediatamente
alcune decine di docenti dell'Università e di artisti, scrittori e
musicisti si sono esposti in prima persona per appoggiare il progetto
Bartleby.
Ieri, 6 aprile, la cecità degli organi accademici ha messo in campo
repressione e violenza. Il rettorato, nella figura della Prorettrice agli
studenti Paola Monari, ha inviato DIGOS , celere e carabinieri a sgomberare
lo stabile. Uno stabile che era vuoto, abbandonato e triste in cui era
stata portata cultura, vita, socialità.
Ancora una volta il Rettore e tutta la sua corte dimostrano lo
schiacciamento sulle posizioni d'ordine dello Sceriffo Cofferati,
dimostrandosi ciechi anche nell'afferrare il fallimento del cofferatismo.
Dopo un presidio partecipato, in cui decine e decine di studenti e
studentesse hanno portato la loro solidarietà al Bartleby occupato, dopo
averci mandato ancora manganelli ed aver procurato otto punti di sutura ad
una studentessa che tentava di far sentire la sua voce al Rettorato ed agli
organi accademici, la prorettrice Monari si è finalmente decisa a
partecipare ad un'assemblea che si è tenuta nel cortile del rettorato.
Ancora una volta, come già successo nei mesi scorsi, l'Alma Mater
considera un movimento politico una questione di ordine pubblico da
risolvere tramite provvedimenti prefettizi.
Certo, la prorettrice ci promette che tutti gli spazi di tutte le facoltà
saranno sempre disponibili per iniziative studentesche di carattere
politico e culturale anche dopo l'orario di chiusura, e ne prendiamo atto.
Certo, la prorettrice ci assicura che avremo sempre spazio per la nostra
voce all'interno dell'Università.
Prendiamo atto delle dichiarazioni della prorettrice, ma non ci bastano.
Non ci bastano nella misura in cui alla disponibilità a parole seguono le
manganellate in piazza. Non ci bastano nella misura in cui la nostra libera
espressione, le nostre rivendicazioni e le nostre azioni pratiche di
rimessa in discussione dal basso dello status quo universitario vengono
trattate come fastidiosi contrattempi da risolvere con una chiamata alla
digos.
Non ci siamo fermati e non ci fermeremo dinanzi alla repressione: ieri lo
abbiamo dimostrato con un corteo che ha attraversato le strade del centro
cittadino, che ha bloccato i viali, che ha occupato fino a notte fonda i
giardini del rettorato portandovi gli studenti e le studentesse, i
ricercatori e le ricercatrici precari, che hanno diritto più di tutti ad
usare quegli spazi.
E lo dimostreremo ancora con le nostre pratiche di formazione orizzontale,
condivisa e conflittuale. Lo dimostreremo ancora continuando a fare cultura
e musica all'università. Lo dimostreremo ancora portando critica e
conflitto nelle aule vuote di quest'università. Lo dimostreremo ancora,
autorganizzandoci contro chi ci vuole addomesticati, spenti e venduti.
Solidarietà al Bartleby occupato!
Assemblea Permanente di Scienze Politiche/Scipolmove