[Lecce-sf] contro il G8 alla Maddalena e i vertici preparato…

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Auteur: SILVERIOTOMEO
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À: social forum
Sujet: [Lecce-sf] contro il G8 alla Maddalena e i vertici preparatori
COORDINAMENTO REGIONALE SICILIANO “CONTRO G8”
CONTRO I PROGRAMMI DI DISTRUZIONE SOCIALE E AMBIENTALE DEI “GRANDI ” DELLA
TERRA
PER LA DIFESA DEL TERRITORIO, DELL’AMBIENTE, DELLA VITA, DEL REDDITO, DEL
LAVORO

Dal 22 al 24 aprile la città di Siracusa sarà sede del summit G8 sull’ambiente.
I ministri per l’ambiente degli otto governi cosiddetti più grandi del
mondo, grandi sostenitori e applicatori delle politiche liberiste, grandi
inquinatori, grandi devastatori, grandi responsabili del declino
inarrestabile del Pianeta e dell’oppressione dei suoi abitanti, arriveranno
a Siracusa e si barricheranno dentro il castello Maniace dell’isola di
Ortigia. A otto anni dalla rivolta di Genova gli 8 grandi troveranno ad
attenderli, con la stessa determinazione di sempre, i movimenti che hanno
riempito le piazze di tutto il mondo per opporsi al neoliberismo, allo
sfruttamento, alla guerra, alla devastazione del pianeta.

Sono movimenti presenti anche in Sicilia impegnati da sempre a difendere i
territori, la salute, la vita, sostenere l’Antimafia Sociale, affermare i
diritti fondamentali, costruire la solidarietà ai migranti, salvaguardare il
valore delle differenze e le ragioni delle minoranze. Siracusa rappresenta
il simbolo della distruzione ambientale e umana, causata da sfruttamento
estremo del territorio in nome dello “sviluppo a tutti i costi” a esclusivo
vantaggio del profitto privato e del gioco dei politicanti locali, così ben
rappresentati in parlamento e al governo, poggiante su solide saldature tra
massoneria, politica, mafia. La scelta di questa città come sede del summit
sull’ambiente, voluto dalla ministra per l’ambiente Stefania Prestigiacomo,
è paradossale perché l’area siracusana, limitrofa al triangolo della morte
“Priolo-Augusta-Melilli” e all’area di Noto sfregiata dalle trivellazioni, è
tra le più inquinate d’Italia e si appresta a superare ogni primato con l’arrivo
di un rigassificatore e un inceneritore previsti dal governo di cui la
Prestigiacomo fa parte. Non dimentichiamo che la ministra, col possesso di
tre aziende di famiglia presenti nel triangolo della morte (Coemi spa,
Vetroresina engineering development, Sarplast –fallita), è una vera “figlia
d’arte” quanto a pertinace impegno antiambientale.

È anche azionaria di un’azienda gestita dal padre (Ved), sulla cui testa
incombono processi per bancarotta fraudolenta, trattamento e smaltimento
illegale di rifiuti, violazione delle norme di sicurezza nei confronti dei
dipendenti. Eppure, con questo curriculum, con inverosimile spudoratezza osa
ergersi a paladina dell’ambiente! L’operato della famiglia Prestigiacomo ci
sembra emblematico di un sistema di potere governativo. Le classi politiche
che hanno amministrato questi territori possono fregiarsi di molti record
negativi su scala nazionale e internazionale. Da mezzo secolo le
multinazionali del petrolio e della chimica hanno inquinato aria, terra,
acqua e annientato ogni forma di vita, ingannando la popolazione col
miraggio del posto di lavoro. Le persone sono state e sono aggredite dai
veleni, le famiglie sterminate dal cancro, la popolazione espropriata della
speranza di un futuro, frustrata dall’impossibilità di consegnare un
avvenire ai figli, la cui vita, come quella di ogni essere vivente dell’area
siracusana, è segnata da rischio certo.
Questo accade in un territorio, quello siciliano, che da sempre ha vissuto
sulla propria pelle le scelte spregiudicate di un potere coloniale che
impone privatizzazione di beni comuni come l’acqua, attua ostili processi di
militarizzazione, espropria intere fette di territorio alle popolazioni
locali (la base di Sigonella), si accinge a progettare e costruire, con
costi altissimi per la popolazione, macchine di morte come inceneritori,
rigassificatori e centrali nucleari, realizza il grande carcere per migranti
a cielo aperto di Lampedusa e molti altri “guantanamo”, nostrani,
semisegreti. E per non smentire l’arroganza colonialista del governo
italiano, a coronamento del danno, si annuncia la beffa: un ponte faraonico,
devastante per il territorio e di cui nessuno ha bisogno tranne l’avidità di
governanti, ideatori e costruttori, palese espressione di delirante
megalomania, estranea alla realtà e antitetica ai bisogni reali di sostegno
e tutela delle popolazioni e dei luoghi. Denunciamo questi attacchi contro
la Sicilia e conosciamo anche cosa gli impostori del G8 fanno “per l’ambiente”
sull’intero pianeta.

I G8, riuniti per trattare a gran voce questioni ambientali, vanno a
programmare nuovi saccheggi, impoverimenti, disastri sempre più traumatici
per il pianeta, per il suo ecosistema, per l’umanità, praticando a livello
mondiale quanto a livello locale agiscono i loro vassalli. Non sapendo e non
volendo cambiare rotta, scelgono di servirsi di vaste regioni della terra
per farne sterminate discariche e preferiscono trasformare in nubi di
diossina gli scarti del sovraconsumo di massa che hanno indotto, quando è
ormai improrogabile ripensare i modelli di vita e di produzione/consumo e
investire sulle conosciute e sane energie rinnovabili e sulle innocue e
proficue, anche in termini di posti di lavoro, tecniche di riciclaggio dei
rifiuti. Il peggioramento delle condizioni di vita di interi pezzi di
popolazioni testimonia il fallimento delle teorie economiche neo-liberiste,
generatrici del drastico aumento della sperequazione sociale, della totale
precarizzazione del lavoro in nome della “flessibilità”, della scomparsa del
lavoro stesso.
Quello che è stato sbandierato e propinato al mondo come migliore “modello
di sviluppo”, attraverso l’innesco di un processo di omologazione planetaria
di consumo detta globalizzazione, è figlio dell’ultimo ruggito dell’esasperato
capitalismo che ha scelto l’autocapitalizzazione della finanza, da un lato,
e lo sfruttamento estremo di risorse e lavoro, dall’altro. Due vortici senza
controllo e senza limiti, voluti e garantiti dai governi, che scaricano
sugli anelli più deboli della catena il prezzo impagabile di questa
escalation: lavoratori schiavizzati, popolazioni allo stremo, risorse in
prosciugamento, cancellazione di ecosistemi. Il modello di sviluppo globale
“all’infinito” inciampa e si infrange di fronte ai confini fisici del
pianeta per l’incompatibilità fra la pretesa vorace e la disponibilità che
si riduce, una pseudofilosofia che deve fare i conti con gli equilibri degli
ecosistemi globali e locali, con le ricchezze delle diversità culturali e
con i relativi tessuti sociali.

Le scelte dei governi di socializzare il debito e privatizzare gli utili,
attraverso le elargizioni “statali” a banche e imprese, stanno aggravando i
processi involutivi ancora a danno delle popolazioni. Addirittura si
pretende di andare nella stessa direzione, come nel caso italiano,
inventando inutili, rovinosi e costosissimi ecomostri da fare gravare sulle
comunità, imponendoli con la forza, attraverso repressione del dissenso e
militarizzazione dei territori. Ma non possono e non devono essere queste le
scelte volte a sanare i disavanzi pubblici prodotti da comitati d’affari,
oggi direttamente governanti, coinvolti in vorticosi traffici miliardari;
non dovranno essere pagati dai cittadini i debiti causati dalla finanza
“creativa” che ha preteso di considerarsi sganciata dall’economia reale.

Noi, figli di questa terra devastata, non vogliamo stare a guardare un G8
che mortifica la vita e offende l’intelligenza. Reclamiamo la partecipazione
attiva della popolazione perché cominci finalmente a divenire protagonista
delle scelte del proprio destino e di quello dei luoghi a cui appartiene.
Non aspettiamo che i grandi avvoltoi ed il loro seguito di sciacalli
banchettino coi nostri cadaveri. Invitiamo tutti a impegnarsi per la
preparazione di questo importante appuntamento e a lavorare per proseguire,
dopo questa tappa, su un percorso responsabile di riappropriazione del
diritto di autodeterminazione.
Chiamiamo a raccolta ogni forma di aggregazione sociale, culturale e
politica e quante altre persone disposte a impegnarsi per cambiare questo
stato di cose attraverso un ampio fronte di dissenso contro coloro che
giocano con i destini della nostra terra e delle nostre comunità. Ancora una
volta pensiamo che i conflitti sociali siano l’unica via d’uscita dalle
crisi e continuiamo la nostra lotta al sistema di sfruttamento e alle
istituzioni nazionali e sovranazionali che lo rappresentano. Il
coordinamento regionale “Contro G8” promuove tre giorni di mobilitazione a
Siracusa, 22, 23 e 24 aprile, in cui si contesterà con determinazione il
vertice di Ortigia e si confronteranno proposte concrete, coniugabili con la
tutela primaria del pianeta, dell’integrità dei suoi molteplici equilibri,
di tutti i viventi, dell’umanità tutta e dei suoi diritti fondamentali.

PROGRAMMA CONTRO G8 del 22/23/24 aprile 2009

22 APRILE FORUM su ambiente-infrastrutture-beni comuni; 23 APRILE FORUM su
lavoro- precariato-immigrazione; 24 APRILE FORUM su
militarizzazione-repressione;

23 APRILE MANIFESTAZIONE CON CORTEO CONTRO G8
CONCENTRAMENTO h. 14,00

P.S. questo documento mi sembra un buon esempio anche per noi tutti....di
competenza e azione mobilitante insieme, come si sa tra i "mini-vertici"
preparatori oltre che Siracusa, Trento e Lecco c'è anmche la nostra città il
12 giugno se non erro, il vertice tematico che ci hanno affibbiato è
sull'economia e parteciperanno i ministri dell'economia degli 8 Grandi e i
ripettivi direttori delle Banche nazionali oltre quekllo della Banca Comune
Europea.- dovremo quindi intraprendere un percorso che ci faccia
attraversare il vertice per arrivare al contro-vertice del G8 alla Maddalena
del 10-12 luglio.