Fusione Iride Enia: aumento delle bollette per i cittadini; peggioramento delle condizioni dei lavoratori; saccheggio dellambiente per garantire il business agli azionisti.
I recenti interventi del vice presidente del consiglio comunale di Genova Alberto Gagliardi in merito alla fusione Iride Enia hanno il merito di portare il dibattito sulla perdita ulteriore di ruolo del Consiglio Comunale e quindi anche dei cittadini genovesi sulle politiche energetiche e idriche.
Invito ad affrontare il tema in base all'esperienza concreta, tralasciando posizioni ideologiche o emozionali.
E' dal 1996 che AMGA, la vecchia municipalizzata che gestiva acqua e energia, e' stata trasformata in Spa, si e' successivamente quotata in borsa e fondendosi con analoga societa' di Torino in Iride e dando origine a una serie di societa' e finanziarie in cui soggetti privati come i fondi delle vedove scozzesi o fondi di investimento basati nell'isola caraibica di Caiman o le multinazionali dell'acqua o la nostrana Impregilo.
In questi anni il controllo pubblico e le tariffe sono aumentati o diminuiti?
La gestione di acqua ed energia e' stata improntata a risparmio energetico o a incentivare gli sprechi?
Non e' semplice analizzare in poche righe questi argomenti.
Certo e' che poteri di indirizzo, programmazione e controllo sono diventate parole sempre più vuote a fronte del reale potere esercitato dai Consigli di Amministrazione e dagli Amministratori Delegati.
Nel progetto di aggregazione non sarà garantita la maggioranza pubblica della nuova società Iride/Enia. Nel nuovo Statuto post aggregazione, gia' votato dai comuni emiliani, all'articolo 9 si legge che Il capitale sociale della Società deve essere detenuto in misura rilevante da enti pubblici
.
La soglia del 51 % del capitale sociale detenuto da soggetti pubblici non e' garantita nei prossimi anni, anzi forti sono le pressioni del Comune di Torino a fare cassa per coprire i consistenti buchi lasciati dalla disastrosa gestione delle olimpiadi invernali.
L'esperienza dimostra che il 51 % non garantisce alcun controllo pubblico, e' una soglia piu' che altro psicologica, di rassicurazione politica, pero' superare anche questo tabu' significa rendere esplicita una strada sempre piu' vicina agli interessi privati.
Una societa' quotata in borsa e' gia' per se stessa sottoposta a logiche di mercato e non di gestione pubblica, ma e' certo che si continua ad allontanarsi dalla gestione del bene comune.
E' quindi come assolutamente naturale che l'operazione Iride ha causato diminuzione dell'occupazione, aumento delle bollette e una politica ambientale non improntata alla limitazione degli sprechi.
Infatti, nel 2007 gli occupati di Iride sono passati da 1060 a 945 (il 10 per cento in meno).
Nello stesso 2007 le tariffe dell'acqua sono aumentate del 14 per cento e, contemporaneamente, il cda di Iride si lamentava del contenimento dei ricavi dovuto a un inverno dal clima particolarmente mite.
Questi effetti non sono stati dovuti a particolare perversione del management, ma sono insiti in ogni aggregazione e privatizzazione, le cui finalita' siano, ovviamente, di creare valore per gli azionisti.
Cioè, i servizi di gas, luce, acqua, rifiuti, dovranno essere gestiti per garantire generosi dividendi agli azionisti, soprattutto privati, che partecipano alloperazione.
Per fare business la nuova società punterà su interventi molto redditizi ma pesanti sul piano ambientale. Quelle che vengono indicate come Iniziative di Sviluppo prevedono:
1) la realizzazione di due nuove centrali termoelettriche;
2) la partecipazione alla costruzione e gestione di due rigassificatori;
3) la realizzazione e gestione di un nuovo inceneritore di rifiuti a Parma;
Votando la fusione Iride Enia si continua su una strada che rischia di essere senza ritorno che significhi massimizzazione della produzione di energia, di distribuzione di gas, di consumi di acqua e di incenerimento rifiuti per fare business. Lambiente e le sue risorse saranno intese unicamente come occasione di guadagno.
E' per questo motivo che ritengo opportuno invitare la Sindaco di Genova Marta Vincenzi e le forze politiche che governano Regione Liguria, Provincia e Comune di Genova a rivedere le loro posizioni, ad accantonare la fusione di Iride con Enia e a sviluppare una politica che riporti sotto il controllo pubblico settori importanti come energia e acqua.
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