Autore: FAI Torino Data: To: cerchio Oggetto: [Cerchio] Torino. Lavoratori ex CGS alla Ilte
Torino. Lavoratori ex CGS alla Ilte
Continua la lotta dei lavoratori ex CGS contro il caporalato.
Lunedì 30 hanno fatto un presidio di fronte allo stabilimento della Ilte. Armati cartelli, megafono, un pannello illustrativo, bandiere della CUB, fermavano i camion in entrata per raccontare la propria vicenda e chiedere solidarietà.
Si sono poi trasferiti di fronte alla palazzina degli uffici, chiedendo un incontro con i responsabili dell'azienda. Gli unici a farsi vivi sono state gli RSU di Ilte, che appresa la loro vicenda, hanno annunciato che avrebbero organizzato un'assemblea con gli altri lavoratori Ilte.
Sino a dicembre dello scorso anno questo era il loro posto di lavoro. Erano addetti alla parte finale della lavorazione di Pagine Bianche e Pagine Gialle, due prodotti che tutti conoscono, perché sono sugli scaffali di ogni casa.
A dicembre Gesconet, che aveva l'appalto per questo lavoro lo perde e subentra HDL. Gli operaie e le operai dipendenti da Gesconet sono stati riassorbiti in HDL ed hanno continuato a lavorare. Quelli di CGS, da cui Punto Lavoro li aveva affittati per conto di Gesconet, vengono lasciati a casa con una lettera nella quale si annunciava loro che non c'era più lavoro.
I lavoratori ex CGS sono tra i tanti operai "usa e getta" della nostra città: CGS, Punto Lavoro e Gesconet hanno lucrato sulla loro pelle ed ora si rimpallano le responsabilità. Molti sono immigrati sottoposti al ricatto del lavoro che rende "liberi", grazie all'equiparazione tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.
Non sono stati neppure licenziati quindi per loro niente liquidazione e niente indennità di disoccupazione.
Da dicembre gli ex CGS sono in lotta. Per il lavoro, perché chiedono di essere a loro volta assunti da HDL, per i salari non versati e per il riconoscimento delle mansioni effettivamente svolte che implicavano una ben diversa retribuzione. Assunti con un contratto di facchinaggio, in realtà lavoravano come operai.
Quella del 30 marzo è stata solo l'ultima di una serie di iniziative.
In dicembre hanno fatto un presidio di fronte al solarium di proprietà della padrona di CGS, il due marzo si sono ritrovati di fronte a Gesconet, il 17 marzo hanno manifestato ad HDL e al solarium della proprietaria di CGS.
Questi lavoratori sono torinesi di oggi: ivoriani, marocchini, nigeriani, tunisini. Sono stati pagati a ore, senza mai vedere nemmeno una busta paga, in mezzo alla strada, come "spacciatori che passano una dose".
La padrona di CGS li blandisce con promesse che non mantiene, non paga i contributi, ammicca ai lavoratori dicendo che sono tempi grami anche per lei. Roba da romanzo d'altri tempi tra le rovine di oggi.
Il portavoce di Gesconet ha il sorriso gelido dei venditori di niente e un'eloquenza da piazzista. Un piazzista di braccia. Sostiene che il suo è un lavoro pulito, legale, che quello non è il posto giusto dove rivolgersi, perché loro non c'entrano nulla.
Il responsabile delle "risorse umane" di HDL, Di Pinto, ha uno stile più affabile: apre le braccia con ipocrita cortesia e recita il ruolo del Pilato di turno, quello di chi si lava le mani dei pasticci fatti da altri. Con un "io, di voi, non sapevo nulla" si defila. Salterà poi fuori che CGS lo aveva contattato ma lui non ne aveva voluto sapere. Pare avesse altra gente sua da piazzare.
In questo gioco delle tre carte tra caporali ne va del futuro di trenta lavoratori.
Qualcosa però comincia a muoversi. Il mero annuncio del presidio in Ilte induce Gesconet ad ammettere che spettava a loro pagare gli arretrati a quelli di CGS.
Mercoledì 8 aprile i lavoratori CGS tornano in Ilte per un presidio di fronte allo stabilimento nell'orario del cambio turno, per poter parlare con gli altri operai.
Appuntamento alle 13 in via Postiglione 14.
La solidarietà e il mutuo appoggio sono armi potenti: usiamole!