CINEFORUM
“cinema
e guerra”
Spazio
Ergot - interno
4
Via
Palmieri Piazzetta Falconieri Lecce ore20,30
Proponiamo un breve ciclo di
proiezioni di film che mettono al centro la guerra e i suoi
devastanti effetti.
Il cineforum è
organizzato da SalentoNoWar ed ha l'obiettivo di rilanciare il
dibattito e la mobilitazione contro la guerra; i movimenti sociali
riuniti a Belem (Brasile) hanno lanciato una mobilitazione mondiale
contro la guerra in occasione del 60° anniversario della creazione
della Nato, organismo militare il cui obiettivo è la dominazione
militare, politica ed economica degli Usa nel mondo.
Nell'occasione, insieme con
la Rete Nazionale DISARMIAMOLI! proporremo un questionario- inchiesta
su
-TRATTATI E ACCORDI MILITARI (NATO)
-BASI
MILITARI
-PARTECIPAZIONE DELLE FORZE ARMATE ITALIANE ALLE MISSIONI
DI GUERRA INTERNAZIONALI
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Il programma del
cineforum prevede un ciclo di film cui seguirà il dibattito in
sala.
PROSSIME PROIEZIONI
No
man's land -Mercoledì
25 marzo
Il
giardino dei limoni-Mercoledì
1 aprile
Sometimes
in April - Mercoledì
8 aprile
ingresso gratuito
SalentoNoWar
in
collaborazione con Libreria Ergot
salento.nowar@ yahoo.it
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SCHEDA DEL FILM
No
Man's Land
di Danis Tanovic
No Man's Land- Il ridicolo di una guerra atroce
No Man's Land è un film comicamente amaro sulla guerra in ex Jugoslavia e, per traslato,
su tutte le guerre di questi nostri tempi. Ciki e Nino, un bosniaco e
un serbo, nel corso della guerra del 1993 si trovanio bloccati in una
trincea nella terra di nessuno. Con loro c'è un terzo combattente che è
sdraiato su una mina che rischia di esplodere a un suo minimo
movimento. Le truppe dell'Onu intervengono per aiutare, ma gli alti
livelli creano più problemi che soluzioni in una guerra che è vista
dall'esterno o come un terreno per esercitazioni diplomatiche o un
grande set 'naturale' da cui far provare al mondo il brivido della
morte (altrui).
"No
man's land" è un film che, senza bisogno di eccedere nel mostrare
rovine, combattimenti, cadaveri e quant'altro, riesce nella difficile
impresa di trasmettere allo spettatore l'infinito orrore della guerra,
ed in particolare della guerra civile. Chiki, Nino e Cera sono il simbolo
di tutti gli uomini che combattono: stanchi, incattiviti, spaventati,
in una parola disperati. Anche nella loro disperazione, però,
non riescono a trovare un punto di contatto, una forma di accordo che
non passi attraverso le armi; decide "chi ha il fucile", e in quella
buca il fucile passa di mano con velocità impressionante, e tutto
si trasforma in un balletto attorno al corpo assolutamente immobile
di Cera steso a terra. La situazione poi è resa più complessa
dall'intervento dell'UNPROFOR che, cercando di aiutare i due uomini,
si trascina dietro anche la stampa, ed allora si scopre chi sono i veri
sciacalli della situazione. Comincia il balletto del potere: Marchand
chiama il suo capo, che chiama il suo, e poi sempre più in alto,
sino a far tremare le poltrone dei generali ed a far cominciare la danza
delle menzogne e delle apparenze.